Il film: Cocainorso, 2022. Regia: Elizabeth Banks. Cast: Keri Russell, Alden Ehrenreich, Margo Martindale, Ray Liotta. Genere: Horror/Commedia. Durata: 95 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema.
Trama: La storia di un narcotrafficante il cui aereo precipita con un carico di cocaina che viene trovata da un orso bruno, che la mangia.
A Hollywood lo sanno tutti, da sempre, che rispetto alla verità si preferisce la leggenda, per cui se nel 1985 un orso mangia cocaina e muore di overdose, nel 2023 il cinema stampa la leggenda di un animale che in preda al furore stupefacente comincia a dare la caccia agli uomini e a massacrare chi gli capiti a tiro. In ogni caso, in questa recensione di Cocainorso, vi raccontiamo perché il film diretto da Elizabeth Banks sia qualcosa di un po’ diverso da un qualsiasi altro film di Asylum con un budget 30 volte superiore (30 milioni di media contro un milione di questo).
La trama: Alla scoperta di Escobear
Quando un trafficante muore nel tentativo di sorvolare i confini degli USA con un carico di cocaina, l’orso che ne ha ritrovato i resti nel cuore dei boschi del Tennessee ne ingerisce la merce e, diventatone dipendente, comincia a ad assalire gli umani. A farne le spese sono un gruppo di criminali che sta cercando di recuperare il carico perduto, la polizia che li sta braccando e una famiglia che si ritrova nel caos durante un escursione.
Scritto da Jimmy Warden, ma soprattutto prodotto da Phil Lord e Christopher Miller, i due autori di Lego Movie e Piovono polpette, tra i più interessanti realizzatori di commedie contemporanee, Cocainorso è una commedia horror in cui tre film si innestano l’uno nell’altro con risultati surreali e in parte imprevedibili: il film di orrore animalesco, ovviamente, il grottesco noir dal sapore dei fratelli Coen e la commedia familiare che si aggancia ai classici Amblin che proprio nel periodo in cui il film è ambientato forgiavano un immaginario.
Una favola macchiata di risate, sangue e coca
Banks, attrice che come regista si è fatta notare per Pitch Perfect 2, entra subito in sintonia con il mood dei due produttori – che in prima battuta avevano scelto il duo Bettinelli-Olpin e Gillett come registi – e calca la mano sull’umorismo demenziale, basta la prima sequenza con il trafficante che balla sull’aereo e prima di lanciarsi sbatte la testa sullo stipite del velivolo perdendo i sensi, seguita dall’ancora più esilarante scritta “Ispirato a una storia vera”. Il resto del film innesta altri toni, apparentemente lontani, dentro il principio unificatore della risata, tanto la follia assassina dell’horror quanto l’avventura, così facendo il film riesce – non sappiamo quanto volontariamente – a usare dei tropi provenienti dal cinema degli anni ’80 e primi ’90 e metterli in ridicolo, come nel fiabesco finale dentro la grotta della cascata, a suo modo geniale.
Dove però Cocainorso vince la partita è nel modo in cui la regista e i suoi collaboratori costruiscono questo mostro a tre teste, l’efficacia della messinscena, la gestione del ritmo e l’ironia degli effetti speciali che cercano il coinvolgimento ironico del pubblico prima della perfezione: è certamente una parodia, ma anche un film che funziona al suo grado primitivo, chiedendo ai suoi attori capitanati da Keri Russell lo sforzo di restare seri nel delirio e di andare sopra le righe quando invece il gioco si fa duro. Cocainorso è un film che però chiede a chi lo guarda di accettare le sue regole, di entrare in un’opera che prende la sua idiozia con serietà (che è una cosa diversa dal prendersi sul serio), altrimenti non ci si diverte: noi le abbiamo accettate e ne siamo usciti col sorriso.
La recensione in breve
Il film diretto da Elizabeth Banks sa unire l'orrore demenziale, il noir grottesco e l'avventura familiare giocando sul ritmo e l'intelligenza nella realizzazione
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Voto CinemaSerieTV