La ragazza col braccialetto ha un finale volutamente ambiguo e in linea con le modalità narrative del film: anche se il processo si è concluso, non sappiamo se Lise sia effettivamente colpevole o meno dell’omicidio di Flora. Possiamo comunque suppore che il gesto finale in cui trasferisce il braccialetto alla caviglia è il suo modo di tenere il braccialetto di sicurezza come punizione autoimposta.
Il film si apre con una scena felice su una spiaggia atlantica in estate: una famiglia di quattro persone che gioca, quando all’improvviso arrivano due gendarmi per portare via la figlia maggiore, la sedicenne Lise Bataille. Lise è accusata di aver accoltellato a morte la sua migliore amica, Flora, il giorno dopo che quest’ultima aveva organizzato una festa a casa sua. Il film si concentra poi sul processo di Lise in Corte d’Assise, che si svolge dopo che la giovane ha trascorso due anni sotto processo, prima in prigione e poi sotto sorveglianza elettronica con un braccialetto alla caviglia. Lo spettatore non sa se sia colpevole o innocente e la sua opinione cambia man mano che i vari testimoni salgono sul banco degli imputati.
Diretto da a Stéphane Demoustier, La ragazza con il braccialetto sembra tratto da una storia vera, ma in realtà è il remake francese di un film argentino del 2018 diretto da Gonzalo Tobal, intitolato Acusada, che racconta dell’adolescente Lise (Mélissa Guers) sotto processo per l’omicidio della sua migliore amica. Il movente: la vendetta per aver postato un videoclip sessualmente esplicito sui social media.
Il regista ha messo insieme un cast di attori notevole: Annie Mercier, l’avvocato profondamente umano di Lise; Pascal-Pierre Garbarini, il giudice che presiede il processo; Carlo Ferrante, l’avvocato delle parti civili. E Anaïs Demoustier (sorella del regista), perfetta nel ruolo della accusatrice, che non dà tregua alla giovane, che si dichiara innocente, ma tortura anche tutti i testimoni che salgono sul banco degli imputati. La madre di Lise (Chiara Mastroianni) ribalta l’udienza con una deposizione del tutto inaspettata che il presidente la aiuta a rilasciare.