Il treno dei bambini è il nuovo film di Cristina Comencini in uscita il 4 dicembre 2024 su Netflix che racconta una pagina di storia realmente accaduta, nell’Italia dell’immediato dopoguerra. Il film, presentato alla Festa del Cinema di Roma è tratto da un romanzo di Viola Ardone che racconta di Amerigo Speranza, un bambino di 7 anni, di Napoli, che insieme ad altri bambini del Sud, viene mandato da altre famiglie, in Emilia Romagna, per un affido temporaneo. L’iniziativa, organizzata dal PCI e dalla UDI con il consenso delle famiglie coinvolte, serviva a dare un po’ di respiro alle famiglie povere di quei luoghi disastrati dalla guerra. Non è una scelta facile per la madre di Amerigo, Antonietta, così come non lo è per altre mamme, ma è una scelta che consente ai loro figli di vivere dignitosamente per qualche mese o un paio di anni. Fanno parte del cast Christian Cervone, Stefano Accorsi, Serena Rossi, Barbara Ronchi e Francesco Di Leva.
La trama del film, ispirata ad una storia vera di solidarietà
La trama de Il treno dei bambini racconta la storia di Amerigo Speranza, un bambino di 7 anni che nell’immediato dopoguerra vive a Napoli con sua mamma Antonietta, in condizioni economiche difficili. Antonietta ha perso il suo primo figlio a causa di una bronchite e suo marito li ha abbandonati per andare a cercare negli Stati Uniti. Come molte famiglie napoletane e di altre città d’Italia, gli Speranza fanno molta fatica ad andare avanti e in generale, è un periodo difficile, perché la guerra ha lasciato dietro di sé macerie e povertà.
In quel periodo il PCI e l’Unione Donne Italiane organizzano un’iniziativa, quella dei treni della felicità, che potrebbe aiutare molte famiglie in difficoltà, anche se le mette di fronte ad una scelta difficile. I bambini vengono fatti salire sui treni e mandati in Emilia Romagna, dove saranno accolti da altre famiglie, che per un lungo periodo si prenderanno cura di loro, come se fossero i loro figli. Antonietta decide di mandare Amerigo a Modena, dove sarà accolto da Derna, una donna senza figli, alla quale i fascisti hanno ucciso il compagno.
L’ambientazione storica: i treni della felicità nell’Italia del secondo dopoguerra
Sul contesto storico in cui è ambientato il film, l’Italia del secondo dopoguerra e i treni della felicità, Cristina Comencini ha spiegato al Corriere della Sera:
“70 mila bambini lasciarono l’estrema povertà del Sud e per alcuni mesi vennero accolti nelle famiglie contadine dell’Emilia; una parte non sentì nostalgia e non tornò, resto lì. Fu un’organizzazione gigantesca. Quelle famiglie emiliane non ricche erano pronte ad ospitare; si sono costruiti fili, rapporti continuati negli anni.
“Anche la nonna di Serena Rossi, che si chiama Concetta, era tra quei bambini. Trascorse tre mesi in una famiglia di Modena che le diede l’infanzia che non aveva avuto”
Due anni fa, Laura Sicignano, autrice di un lavoro teatrale sui treni dei bambini, in riferimento a quel periodo storico, spiegò a Il Manifesto:
“Il viaggio di questi bambini di soli 4, 6 anni, fu in qualche modo iniziatico: non avevano idea di cosa li aspettasse, mentre una propaganda tremenda da parte della Chiesa gli diceva che sarebbero finiti in mano ai comunisti che ne avrebbero fatto sapone. È una storia rimossa, in cui le donne ebbero grande protagonismo, mettendosi insieme.”
Le location: una Napoli dura, non edulcorata
Il film è stato girato a Napoli e in alcune località dell’Emilia Romagna, come Guastalla, Poviglio e Roccabianca, ma anche in altre città italiane come Salerno e Nocera Inferiore, Pistoia e Montalcino. In un’intervista all’ANSA, Cristina Comencini ci ha tenuto a sottolineare che quella che si vedrà sullo schermo è una Napoli disastrata, non edulcorata.
“Sì è vero, racconto una Napoli molto inclemente, Curzio Malaparte aveva ragione. Napoli è la mia città, ma dopo la guerra era una tragedia, una cosa che paghiamo ancora oggi. Il film non è edulcorato, rappresenta solo la realtà con protagonisti questi bambini miserrimi, ma bellissimi”
Comencini è nata a Roma, ma a Napoli Today aveva spiegato di definirsi per metà napoletana: “Mia madre era napoletana e io ci sono venuta molto spesso soprattutto da ragazza e ancora oggi ci vengo, per cui per me è una città familiare”
Il cast e i personaggi principali
Amerigo è interpretato da Christian Cervone e da Stefano Accorsi che veste i suoi panni da adulto. Mamma Antonietta invece è interpretata da Serena Rossi. Nel ruolo di Derna, la donna di Modena che accoglie Amerigo, c’è Barbara Ronchi. Nel cast del film troviamo anche Francesco Di Leva, Antonia Truppo, Beatrice Schiros, Monica Nappo, Dora Romano, Ivan Zerbinati e Nunzia Schiano.
Parlando dei personaggi principali del film, Comencini ha spiegato al Corriere che tipo di donne sono Antonietta e Derna:
“Antonietta è una madre che non riesce a dire ti voglio bene ma compie il gesto più grande, lasciarlo andare per vivere e non per sopravvivere. Volevo raccontare una maternità non santificata. Derna invece non ha un marito né figli, e le hanno ammazzato il compagno, credeva di essere inadatta. È dominata dal Pci, dalla logica del partito, che sente superiore alla sua. E deve abbassare la testa. Ha una sua rigidità. Tutto cambia quando il bambino si fa abbracciare da lei”
Accorsi invece ha spiegato ad Adnkronos che personaggio è il suo Amerigo in versione adulta.
“Un adulto che pian piano comincia a elaborare quanto gli è successo, l’idea di essere stato oggetto di questa scelta di una delle due madri che dal suo punto di vista lo ha abbandonato lascerà un segno. È un uomo risolto, ma ha chiuso in un cassetto una cosa molto importante. Questo cassetto si riapre e da lì comincia a elaborarlo”
Il cast tecnico
Regia: Cristina Comencini
Sceneggiatura: Furio Andreotti, Giulia Calenda, Cristina Comencini, Camille Dugay
Musiche: Nicola Piovani
Fotografia: Italo Petriccione
Montaggio: Esmeralda Calabria e Patrizio Marone.
Andreotti e Calenda di recente hanno firmato la sceneggiatura di C’è ancora domani e stanno lavorando anche al prossimo film di Paola Cortellesi. Il maestro Piovani ha detto chiaramente che in questo periodo non lavora a molti film, perché il cinema è cambiato molto e non ha voglia di aggiornarsi. Tuttavia ha fatto un’eccezione per Il treno dei bambini, che considera un “miracolo” cinematografico e la storia di “due madri diversissime, ma accomunate dal sentimento di maternità”.
Uocchie che arraggiunate: Serena Rossi canta la canzone del film
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A proposito di musica, alla Festa del Cinema di Roma Serena Rossi ha cantato il brano di Roberto Murolo Uocchie che arraggiunate, che fa parte della colonna sonora del film.