La grande rivelazione di A Quiet Place – Giorno 1 è Frodo, il gatto bianco e nero che nel film fa da sostegno emotivo al personaggio interpretato da Lupita Nyong’o. Per quanto Frodo abbia caratteristiche poco credibili per un gatto, è stato interpretato da due gatti veri, molto somiglianti, di nome Nico e Schnitzel. Niente CGI, dunque, anche se in alcune scene, le più difficili, i due felini erano sostituiti da un gatto finto chiamato Frida, che potete vedere qui sotto accanto al vero Schnitzel, in una foto dal suo profilo Instagram. Per il resto, i due Frodo hanno dovuto prepararsi adeguatamente mesi prima delle riprese del film.
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Apparentemente, i due mici andavano d’accordo e stavano insieme per ore, durante le riprese, quindi è stato più facile di quanto si potesse immaginare, grazie anche all’aiuto di istruttori esperti. In un’intervista a Cinemablend, il regista del film ha spiegato che Schnitzel, tra i due gatti era il più “saggio, furbo e distaccato”, tanto che sembrava anche più grande di età.
“Hanno addestrato quei gatti per mesi, prima delle riprese, li hanno messi in vasche d’acqua, li hanno abituati all’acqua, li hanno abituati ad essere trasportati nelle borse di stoffa, a camminare al guinzaglio… tutte quelle cose lì. E poi ovviamente sono stati abituati al contatto con Lupita e Joe. Loro hanno trascorso un sacco di tempo coni gatti, al di fuori delle riprese, per fare in modo che sullo schermo fossero a loro agio e non sembrassero spaesati, accanto a sconosciuti. A maggior ragione quando fai fare ad un gatto delle cose che non vorrebbe fare, tipo essere trasportato nella custodia di un violino in una metropolitana allagata, deve essere circondato da persone nelle quali ha fiducia e con le quali si sente al sicuro”
Un addestramento che è stato di grande aiuto anche alla protagonista Lupita Nyong’o che ha dovuto superare la sua fobia dei gatti, e alla fine ci è riuscita, tanto che ha adottato lei stessa un gatto. In un’intervista a Digital Spy infatti, l’attrice ha spiegato.
“Quando ho letto la sceneggiatura di A Quiet Place – Giorno 1 ho amato i personaggi, la storia. Ma il gatto, quello è stato un problema, per me. Ho chiesto al regista se era possibile cambiare animale, ma lui ha detto “No, deve essere un gatto”. Siccome volevo interpretare quel ruolo, ho dovuto superare la mia paura dei gatti. Ho fatto gatto-terapia, e loro hanno portato dei gatti a casa mia. Io chiedevo alla donna che mi ha portato i gatti, perché facessero determinate cose. Il giorno seguente ho toccato uno dei gatti con un dito e lentamente, molto lentamente, mi sono sentita così a mio agio da tenere un gatto in braccio, nel film”
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Per quanto riguarda quel che succede nel finale film invece – attenzione, seguono spoiler! – ci teniamo a rassicurarvi: Frodo non muore, ma anzi, sopravvive dopo essere stato portato su un battello da Eric (Joseph Quinn) dopo una breve, ma adrenalinica nuotata. Nelle ultime inquadrature del film vediamo Frodo un po’ bagnato, ma vivo e tranquillo tra le braccia di un ragazzino che se ne prende cura e lo scalda. Ovviamente, Eric diventa il nuovo proprietario di Frodo, dopo che Samira, rimasta sulla terraferma, glielo ha affidato. Il regista ha spiegato che non avrebbe mai fatto morire Frodo, perché
“se uccidi un animale devi farlo per una ragione che abbia senso. E poi sarebbe stato crudele nei confronti del pubblico”
In un’intervista a The Hollywood Reporter, Michael Sarnoski, ha spiegato anche il significato di questo personaggio nel contesto del film. La questione principale, spiega il regista, è che i gatti randagi hanno una forte connessione con la città di New York e “rispecchiano l’istinto di sopravvivenza della città”. Oltretutto, sottolinea Sarnoski – “i gatti sono predatori e sono silenziosi, con un cane non avrebbe funzionato, perché abbaiano troppo”. Sul fatto che siano predatori naturali, ne conveniamo, ed è proprio questa natura che probabilmente spinge Frodo a muoversi adeguatamente quando capisce chi sono e come si muovono gli altri predatori, gli alieni noti come “gli angeli della Morte”. Sul fatto che siano silenziosi, chi scrive non è del tutto d’accordo, perché esistono gatti molto rumorosi e la proprietaria di Schnitzel ha confermato su Instagram che in alcune riprese gli è scappato da miagolare. Ma il cinema è finzione e nel film, per sua fortuna, a Samira capita in sorte il gatto più silenzioso di tutta New York.
Un’altra ragione per il fatto che Frodo sia così silenzioso, spiega il regista, è che è un gatto di sostegno emotivo, già adeguatamente addestrato da Samira, come vediamo all’inizio della storia, quando partecipa alle riunioni per malati terminali, alle quali lei partecipa e dice a Frodo di stare tranquillo. Invece sul perché Frodo non soffia mai, neanche una volta, c’è una spiegazione pratica. All’inizio erano previste delle scene in cui il gatto soffiasse, disturbato dalla presenza degli alieni, ma gli addestratori hanno spiegato al regista che è difficile ottenere una reazione del genere da un gatto, senza stressarlo o spaventarlo. E allora si è deciso di lasciar perdere i soffi.
E poi Frodo rappresenta l’unico legame di Samira con la sua vita, prima che si ammalasse. Il regista ha anche immaginato una backstory per Frodo, ipotizzando che fosse un gatto randagio piuttosto sveglio, al quale Samira ha iniziato a lasciare un po’ di cibo, fin quando il loro legame si è stabilizzato. Alla fine, quando Sam, ormai malata in stadio terminale, torna in città, l’unica cosa che porta con sé è Frodo. Naturalmente, il suo nome, Frodo, è un omaggio ad uno dei personaggi della saga del Signore degli Anelli, per i pochi che non lo sapessero.
Agli spettatori che si sono chiesti come mai Samira ed Eric si preoccupano così tanto del gatto, in uno scenario come quello che vediamo nel film, Sarnoski spiega infine che i protagonisti dimostrano l’empatia che dovrebbero avere.
“Preoccuparsi di un gatto, di una fetta di pizza, di uno sconosciuto. Quando succedono cose che ti fanno sentire sopraffatto dal mondo, è essenziale essere in grado di focalizzarsi sulle cose che contano davvero, per sentirsi umani. Credo che abbiamo già fatto un’esperienza del genere durante la pandemia”
Il film, di cui abbiamo parlato nella recensione di A Quiet Place – Giorno 1, è un prequel che racconta l’arrivo degli alieni sulla Terra, nello specifico sulla città di New York. Uno scenario che richiama, dal punto di vista visivo, i fatti dell’11 settembre 2001, non a caso c’è una scena in cui Lupita Nyong’o è completamente ricoperta di polvere, come Marcy Borders, una delle sopravvissute agli attentati, in una delle immagini più iconiche di quei giorni.