Se avete recuperato da poco tempo Dune di Denis Villeneuve e al termine della visione di Dune: Parte Due siete usciti dalla sala con le idee un po’ confuse sul senso e le implicazioni della ricorrente profezia delle misteriose sacerdotesse, allora questo è l’articolo che fa per voi. Il significato della profezia del cosiddetto “Kwisatz Haderach” riguarda infatti Paul Atreides e la sua discendenza, visto che, secondo i poteri di preveggenza delle Bene Gesserit, è lui quello destinato ad avere poteri genetici tali da piegare al suo volere le linee del tempo e dello spazio e capace così di assoggettare l’Impero intergalattico al suo volere.
Una figura messianica che il romanzo di Frank Herbert e i successivi adattamenti cinetelevisivi viene riscontrata nel personaggio recentemente interpretato da Timothée Chalamet. Difatti, nelle pagine pubblicate dallo scrittore americano a metà degli anni ’60 il termine Kwisatz Haderach significa “colui che abbrevia la strada“, ed è applicato dalla sorellanza delle Bene Gesserit all’essere sconosciuto per cui hanno portato avanti da generazioni il loro programma genetico: un maschio Bene Gesserit i cui poteri mentali organici possono piegare il tempo e lo spazio. Un programma genetico che la sorellanza si aspettava in tempi meno rapidi, visto che, in modo inaspettato e con una generazione d’anticipo, con la nascita di Paul Atreides le sacerdotesse riconoscono colui che stavano cercando da tempo.
Come puntualizzato da ScreenRant, il messia profetizzato sarebbe divenuto una ipotetica “reverenda madre” di sesso maschile con poteri assoluti di preveggenza (poteri aumentati dall’uso della magica spezia del pianeta Arrakis) in grado cioè di predire tutti i possibili futuri e di causare l’avverarsi di alcuni di essi tramite l’attenta manipolazione delle azioni proprie e altrui, oltre al vedere cosa accade in tutti i luoghi nel presente. Non è difatti un caso che lo scrittore Frank Herbert ha preso ispirazione dalla lingua ebraica per il nome del messia Kwisatz Haderach: letteralmente significa difatti “salto nel cammino”, o più comunemente “scorciatoia”, in questo caso da un luogo all’altro, o da vari spazi e tempi differenti.
Nei due film diretti recentemente da Denis Villeneuve (qui la nostra recensione entusiastica di Dune: Parte Due), il personaggio di Paul Atreides interpretato da Timothée Chalamet affronta proprio questo accidentato e sofferto cammino di autoconsapevolezza verso il suo programmato destino di messia capace di liberare la popolazione nomade dei Fremen di Arrakis (lì lo chiamano “Lisan Al-Gaib”, con significati profetici decisamente similari), in attesa del terzo capitolo cinematografico sempre diretto dallo stesso regista, la cui data di possibili riprese però non è ancora stata ufficializzata.