Jon Favreu ha svelato che Elf, in origine, doveva essere un film molto più dark, in cui sorridere non sarebbe stata esattamente l’azione preferita dell’amabile Buddy l’elfo, interpretato da Will Ferrell. Intervistato da Rolling Stone per il decimo anniversario di Elf, Favreau ha raccontato che la sceneggiatura iniziale che aveva letto era una “versione molto più cupa del film“. Il regista, che all’epoca lavorava con Judd Apatow, sotto lo stesso manager di Will Ferrell, non era entusiasta dell’offerta di dirigere questo progetto.
Attirato dalla promettente possibilità di lavorare con Ferrell nella sua prima offerta creativa post-SNL, voleva configurare la sceneggiatura secondo la sua sensibilità. Lo studio, la New Line Cinema, richiedeva una riscrittura, compito che il regista ha accettato. Durante la lavorazione di Elf, che abbiamo inserito nella nostra classifica dei migliori film di Natale per bambini, Favreau ha detto: “Se avessi reso il mondo da cui proviene Buddy come se fosse cresciuto come un elfo in Rudolph la renna dal naso rosso, uno di quegli speciali natalizi di Rankin/Bass con cui sono cresciuto, allora tutto sarebbe andato al suo posto“. Oltre a modificare la classificazione del film, che passava da essere vietato ai minori di 13 anni a un film adatto per le famiglie, Buddy è diventato una figura innocente, che ricorda i personaggi pastiche degli intramontabili speciali televisivi natalizi.
Per Favreau, New York era un luogo che aveva un gran bisogno di spirito natalizio. “Era una città in lutto“, così descriveva New York all’indomani degli attentati dell’11 settembre. Al regista piaceva l’idea che Buddy diffondesse la sua meraviglia e innocenza infantile in un ambiente che aveva bisogno di una sorta di viaggio spirituale. “In quel periodo c’era un’enorme quantità di paranoia in città. Dovevano conoscerci“, ha detto. L’integrazione di New York come personaggio, insieme al fatto che la città stessa è un’ambientazione frequente nei film di Natale, è stata quindi un aggiunta ben calibrata dello stesso regista.
La visione distinta di Jon Favreau per Elf rappresentava forse una direzione impopolare da prendere al momento della produzione, ma il pubblico ne è certamente stato grato. Egli aspirava a fare di Elf un classico senza tempo e non una commedia usa e getta su un elfo sbruffone che interagisce casualmente con gli umani. Anche se Elf è ambientato in un contesto contemporaneo, riesce comunque a collocarsi in un regno senza tempo. Il film di Favreau, che attinge all’iconografia di Rankin/Bass, rende omaggio alle nostre idee collettive sullo spirito natalizio e, di conseguenza, lascia un classico indelebile delle feste che le generazioni future potranno tramandare ai loro figli.