F1 – Il film, opera di Joseph Kosinski con Brad Pitt ambientata nel mondo della Formula 1, racconta una storia di finzione e non è ispirata, nemmeno liberamente ad una storia vera: il personaggio di Pitt nel film, Sonny Hayes, peraltro, ha circa 60 anni, un’età per cui sarebbe improbabile un ritorno a livelli competitivi in una categoria di livello top come il campionato di Formula 1.
Il film inizia tuttavia, con un incidente di cui Hayes si rende protagonista nel prime della carriera, e che lo costringerà a un primo ritiro, direttamente ispirato, come conferma l’autorevole testata di settore Motorsport Magazine, al dramma che durante le prove del Gran Premio di Spagna 1990 vide protagonista il pilota irlandese della Lotus Martin Donnelly, costretto a una lunga riabilitazione dopo l’incredibile botto contro le barriere.
Come si poteva notare già dal trailer, la carriera di Sonny Hayes agli inizi era proprio legata alla gloriosa scuderia inglese: anni dopo, dopo aver vivacchiato in categorie minori, il veterano viene chiamato da un vecchio amico, ora team manager di una (fittizia) scuderia, La ApexGp, per fare da mentore all’esuberante Joshua Harris, e per andare a caccia del titolo mondiale.
Una storyline di riscossa tipicamente americana che non trova come detto alcun riscontro nella decennale storia della Formula 1, comunque disseminata di ‘ritorni’ di vecchie glorie, in grande o piccolo stile a seconda dei casi. Ecco alcuni ‘comebacks’ tra i più noti e significativi della storia di questo sport.

Nel 1979 Niki Lauda, a soli 30 anni di età, è già una leggenda: sopravvissuto a un gravissimo incidente in Germania, lungo l’ora famigerato circuito del Nurburgring (ventidue chilometri di pista, con lunghi tratti di pista ‘sepolta’ nei boschi) solo 3 anni prima – come racconta Rush, uno dei migliori film sull’automobilismo – ha portato il secondo titolo mondiale in tre anni alla Ferrari (1977) per poi passare alla scuderia inglese Brabham: due anni, molti piazzamenti, una -contestatissima – vittoria in Svezia, e poi il ritiro.
Flashforward al 1982: dopo aver fondato una compagnia aerea e averla gestita con non troppo successo per qualche tempo, Lauda decide di tornare a correre in F1 accettando l’offerta di una Mclaren in rinnovata ascesa: due anni e qualche exploit dopo, arriva, nel 1984, un inatteso e impronosticabile titolo mondiale, strappato al giovane e rampante compagno di squadra, il francese Alain Prost, per solo mezzo punto (galeotta la leggendaria gara di Monaco, sospesa dopo pochi giri e ben ricostruita nella sua epicità nella miniserie Netflix Senna). Nel 1985, dopo un’ultima vittoria, il ritiro definitivo, a 36 anni.

In un assolato pomeriggio di settembre del 2006, in piena lotta per il mondiale piloti (poi perso) con Fernando Alonso (vedi sotto!) Michael Schumacher annuncia il ritiro a fine stagione, lasciando un vuoto enorme tra i tifosi ferraristi, di cui era stato per anni l’idolo: gli stessi che, quattro anni dopo, nel 2010, faranno sentire tutto il proprio disappunto, allorché il tedesco, dopo un quinquennio di trionfi con la Casa di Maranello, dal 2000 al 2004, decide di ‘tornare in pista’ sposando il nuovo progetto F1 di Mercedes, la stessa Casa automobilistica che lo aveva fatto debuttare negli anni ’80, nelle categorie prototipi (mondo raccontato da film come Ford vs. Ferrari).
I risultati, però, non saranno quelli sperati: nei successivi tre anni, prima del secondo e definitivo ritiro avvenuto nel 2012, il ‘Kaiser’ collezionerà solo un terzo posto (Valencia 2012) e una pole position, poi revocata per penalità (Monaco 2012).
Il suo avversario in quel fatidico 2006, lo spagnolo Fernando Alonso, lascia una prima volta la categoria nel 2018: dopo i due mondiali in back to Back (2005-06) e alcune scelte professionali non oculate, l’asturiano non riesce più a trovare continuità di risultati e decide quindi, proprio come Hayes è costretto a fare, decide di dedicarsi alle categorie prototipi, vincendo per due volte la 24 Ore di Le Mans (2018-19). Desideroso di nuove sfide, nel 2021 torna in F1, dove compete tuttora, a oltre 42 anni, nelle fila dell’Aston Martin Aramco.
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