Nel finale di Ferrari di Michael Mann, lo spettatore assiste impotente alla ricostruzione di uno dei più gravi incidenti automobilistici della storia delle corse, la cosiddetta “tragedia di Guidizzolo”, quando, nelle battute conclusive della Mille Miglia 1957, la Ferrari guidata dallo spagnolo Alfonso De Portago, uscì violentemente di strada, uccidendo, oltre al pilota e al copilota Edmund Nelson, nove spettatori, tra cui cinque bambini. Ora, in un’intervista esclusiva, il regista di Heat – La sfida racconta nei dettagli come sia riuscito a mettere in scena una sequenza così complessa, senza edulcorarla eccessivamente.
Ai microfoni di Entertainment Weekly, Mann spiega l’approccio quasi giornalistico utilizzato per ricostruire efficacemente il dramma: “Ho voluto girarla come se fossi un cineoperatore che si trovava lì quando tutto è successo; volevo riportare esclusivamente i fatti, anche se in un paio di circostanze ho edulcorato qualcosa. Ma ho evitato un montaggio serrato, con troppi tagli; sarebbe stata decisamente un’inutile esibizione gratuita“.
Mann racconta poi di aver ricostruito l’incidente nei minimi dettagli grazie alla consulenza di Gabriele Lalli, manager del dipartimento “Ferrari Classiche”, dedicato appunto alla preservazione e al restauro di modelli storici: “Mi ha fornito tutti i rapporti di polizia sull’incidente, tramite la Prefettura locale; lì c’era scritto tutto; della foratura, dell’aauto che colpisce un cartello di segnalazione, venendo scagliata per aria finché non colpisce un palo del telefono a quasi 250 km orari; il pilota [De Portago, ndr] venne trafitto dai fili del telefono, anche se per quanto riguarda questo aspetto, la dinamica non è del tutto chiara; il cadavere fu trovato sezionato in tre pezzi, un po’ come capita spesso alle vittime di incidenti aerei, perché le connessioni tra il torace e il pube sono meno solide di quanto si possa immaginare“.
La scena prosegue poi, con un’ulteriore coda emotiva; un bambino, incuriosito dai rumori dell’incidente, corre fuori a vedere di persona cosa sia successo e viene travolto; non si tratta, nemmeno in questo caso, di licenza poetica. La tragedia nella tragedia è invece avvenuta davvero, come racconta Mann: “Sul luogo della tragedia, a Guidizzolo, c’è una fattoria che costeggia un lungo rettilineo; quando sono andato lì per un sopralluogo, un signore anziano si è avvicinato e ci ha chiesto cosa ci facessimo lì; quando gliel’abbiamo spiegato, ci ha detto che era lì al momento dell’incidente. All’epoca aveva 3 anni, e stava facendo il classico pranzo della domenica con la su famiglia. Al momento dello scontro, il suo fratellino più grande si precipita fuori di casa per vedere, e purtroppo rimane ucciso. Per questo ho deciso di inserire quella scena con la famiglia e il bambino, quella storia mi aveva colpito molto, e capita spesso, quando fai ricerche per un film, di commuoverti profondamente per qualcosa.”
La trama di Ferrari racconta l’intenso 1957 vissuto da Enzo Ferrari, costretto ad ogni costo a vincere la Mille Miglia per tenere a galla un’azienda in grandissime difficoltà; ai problemi professionali si aggiungono quelli privati. Gli scontri con la moglie Laura, anche proprietaria di diverse azioni del marchio, sono continui, e per Enzo gli unici momenti di pace sembrano quelli passati accanto all’amante Lina Lardi. Per scoprire qualcosa di più su questo controverso biopic, potete leggere la nostra recensione.