Il film di Ali Abbasi Holy Spider finisce con Rahimi che, durante il viaggio di ritorno verso Teheran, riguarda le prove raccolte durante il caso: nello specifico, si sofferma su un’inquietante video intervista con il figlio adolescente di Saeed, Ali, in cui descrive con orgoglio come il padre ha sopraffatto e soffocato le sue vittime, prima di rievocare gli omicidi del padre con la sorella minore che interpreta il ruolo della vittima.
Nell’ultimo atto di Holy Spider, l’attenzione si concentra sulla possibilità che Saeed venga punito dalla legge o meno. All’epoca, tutti sapevano che l’arresto dell’assassino era avvenuto solo perché c’erano pressioni politiche dovute alle imminenti elezioni. Tuttavia, c’era anche la convinzione generale, sostenuta fino alla fine anche da Arezoo, che Saeed sarebbe stato lasciato fuggire o tenuto al sicuro. L’avvocato difensore dell’uomo vuole presentare Saeed in tribunale come affetto da problemi di salute mentale, ma Saeed si rifiuta di accettarlo. In modo piuttosto drammatico, dice a tutti in tribunale che aveva il pieno controllo delle sue azioni e che la sua unica follia era l’amore per Dio e per l’Imam Reza. Nelle sue conversazioni private, Saeed afferma di essere consapevole di quante persone nella società lo ammirino e di non volerle deludere dichiarando di essere un pazzo. È chiaro che Saeed stesso credeva di fare la cosa giusta perché era spronato da una società che glielo faceva credere. Così, quando il suo migliore amico Haji lo va a trovare in carcere dopo l’udienza della sentenza definitiva e gli dice che è in atto un grande piano per farlo evadere prima della pena di morte, Saeed si sente immensamente sollevato.
L’uomo è estremamente spaventato dalla morte, ma dice di essersi spinto a tanto solo in nome della religione e per punire la società. Alla fine, però, questo grande piano non è stato portato a termine e Saeed Azeemi è stato impiccato a morte in prigione. Il motivo esatto di questo cambiamento di piani o della falsa promessa di Haji non viene chiarito, ma sembra che sia stata Arezoo a garantire che l’uomo fosse consegnato alla giustizia. Lei e Sharifi rimangono in prigione per tutto il tempo, chiedendo di assistere all’impiccagione, per assicurarsi che nessun piano di fuga possa essere messo in atto. Dopo aver concluso il suo lavoro a Mashhad, Arezoo Rahimi sale su un autobus diretto a Teheran e, durante il tragitto, guarda l’intervista che aveva fatto al figlio di Saeed, Ali, in cui il ragazzo esprime il suo orgoglio per le azioni del padre. “Holy Spider” si conclude con la triste constatazione che numerosi Saeed sono spuntati nella società, spinti da cieche convinzioni e dal fanatismo religioso.
Holy Spider si pone come ricostruzione fittizia di eventi reali accaduti a Mashhad, in Iran. Nell’arco di circa undici mesi, nel 2000-2001, un uomo di nome Saeed Hanaei ha adescato e ucciso sedici donne che lavoravano come prostitute e piccoli spacciatori di droga nelle strade della città. Il regista Abbasi ha detto chiaramente che la sua intenzione con questo film non è solo quella di raccontare la macabra storia vera del serial killer, ma di concentrarsi maggiormente sulla misoginia che esisteva, o esiste ancora, nella società iraniana.