La colonna sonora di Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti è caratterizzata da brani musicali molto celebri. Ecco allora tutte le canzoni del film, che accompagnano alcuni dei momenti chiave dell’opera diretta dal regista capitolino.
- Sono solo parole (Noemi)
- Think (Aretha Franklin)
- Voglio vederti danzare (Franco Battiato)
- Lontano lontano (Luigi Tenco)
- La canzone dell’amore perduto (Fabrizio De Andrè)
- Et si tu n’existai pas (Joe Dassin)
Sono solo parole, cantata da Noemi, ma composta da Fabrizio Moro, accompagna la sequenza in cui il protagonista di Il sol dell’avvenire, il regista Giovanni (lo stesso Moretti), inizia le riprese del suo film ambientato nel 1956, all’epoca dell’invasione sovietica in Ungheria. L’autore decide di caricarsi prima di dire «Azione!». Così, mentre si trova in macchina, in direzione del set, fa partire la canzone che viene poi cantata da tutto il resto della crew.
Le note di Think di Aretha Franklin risuonano nell’abitacolo della macchina guidata da Margherita Buy, moglie del protagonista. Scioccato dalla decisione dell’attrice del suo film (Barbora Bobuľová) di indossare dei sabot alla prima lettura del copione, Giovanni-Nanni afferma con forza che le uniche ciabatte ammissibili siano quelle di Aretha Franklin in The Blues Brothers.
Voglio vederti danzare di Franco Battiato è nella sequenza forse più emozionante di tutto il film, quando Giovanni e i suoi attori iniziano a ballare come dervisci. Felici per la nuova opportunità (e il nuovo finale) che gli sono stati concessi.
Lontano lontano di Luigi Tenco e La canzone dell’amore perduto di Fabrizio De Andrè sono legate a doppio filo con i due giovani protagonisti di un altro film immaginato dal regista Giovanni. Una storia d’amore scandita da alcuni dei brani italiani più belli, interpretata da una coppia che si innamora, litiga furiosamente, infine forma una famiglia felice.
Perché Nanni Moretti, però, abbia scelto proprio queste canzoni non è chiaro. E lo ha spiegato lo stesso regista: «Più tempo passa meno sono capace di spiegare le mie scelte artistiche. Non per capriccio, ma perché non lo so davvero. Per esempio le canzoni: 40 anni fa spiegavo bene perché c’erano Gino Paoli nei miei film o le canzoni di Adamo, di Franco Battiato, Renato Zero. Oggi non lo so» ha concluso.