La sceneggiatrice di Inside Out 2 Meg LeFauve ha svelato che, in origine, Riley non avrebbe dovuto praticare hockey ma un altro sport: il pattinaggio su ghiaccio. Riley avrebbe dovuto essere una pattinatrice artistica nel film del 2015 e che il sequel si sarebbe basato su questo arco narrativo come parte della sua backstory. Questa scelta avrebbe cambiato significativamente l’atto finale del film, ragion per cui il team creativo ha optato per una disciplina “più combattiva” e di contatto.
Il pattinaggio artistico era uno sport troppo figurativo. Non abbastanza attivo, c’era qualcosa che non andava. Così, abbiamo allargato il campo e ci siamo tutti entusiasmati. Riley ci ha riportato all’hockey, voleva essere sul ghiaccio; ci ha dato la possibilità di fare quel campo di hockey. C’è di mezzo una crescita, imparare a conoscere se stessa e le sue capacità.
Ha dichiarato LeFauve a IndieWire, spiegando che la passione di Riley per l’hockey è un dettaglio cruciale nell’ultimo atto di Inside Out 2, di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione. A questo proposito, il regista di “Inside Out 2”, Kelsey Mann, ha spiegato che l’ansia non è un nemico, ma un’emozione che desidera il meglio per Riley, sottolineando che il film ha curato particolarmente questo messaggio nella scena culminante, dove Ansia (doppiata da Maya Hawke) prende il controllo del quartier generale dei pensieri di Riley.
Gli eventi culminanti di Inside Out 2 portano Riley a confrontarsi con i suoi dubbi. Durante una partita di hockey decisiva, l’ansia prende il sopravvento mentre Riley sbaglia ripetutamente. La scena si conclude con un messaggio positivo, quando Gioia convince Ansia a rilassarsi e calmarsi. Mann ha rivelato che la sequenza era così importante che hanno tenuto 25 riunioni per garantirne la perfezione. “Volevamo essere sicuri che sembrasse autentica” ha detto a Variety. “Trovare un aspetto che raggiungesse questo obiettivo è stato davvero difficile… L’abbiamo fatto proprio alla fine, con il tempo che stava per scadere.”