Ogni epoca ha il suo film scandalo. Joker e Arancia meccanica, che stasera potremo vedere in successione su Italia 1, rispettivamente alle ore 21.20 e alle 23.56, condividono lo stesso status di opere controverse perché pur in differenti epoche (2019 e 1971) hanno proposto storie intrise di violenza. I cui protagonisti, il nemico numero uno di Batman da una parte e il terribile Alex DeLarge dall’altra, hanno sfidato i canoni di una rassicurante società votata alla “pace”, distruggendola dalle fondamenta. Entrambe le opere negli anni sono state accusate di proporre modelli negativi per le e gli adolescenti e di aver ritratto un mondo angosciante.
All’epoca della sua uscita, Joker, fresco vincitore del Leone d’Oro a Venezia, fece discutere per l’accorata lettera di un gruppo di familiari delle vittime della strage di Aurora in Colorado, dove 12 persone morirono per mano di James Holmes. Il ventiquattrenne aprì il fuoco in un multiplex durante una proiezione de Il cavaliere oscuro – Il ritorno. In un primo momento si pensava che Holmes, dopo l’arresto, avesse detto di identificarsi proprio in Joker, ma la notizia non risultò vera.
Ricordiamo che in queste settimane è in lavorazione un sequel di Joker con Phoenix e Lady Gaga e le prime reazioni ai test screening sono state favorevoli e che l’immagine del clown è tornata a far discutere quando è stata associata a Chiara Ferragni, sulla cover de L’Espresso. Una copertina così incendiaria che lei ha deciso di muoversi per vie legali.
“Quando abbiamo saputo che la Warner Bros stava per distribuire un film chiamato Joker, che presenta il protagonista in una storia delle origini benevola, ci siamo fermati a riflettere“, si legge nel comunicato dei congiunti delle vittime di Aurora. I quali non hanno chiesto la messa al bando del film, ma un’azione concreta della Warner Bros. contro ogni forma di violenza. La risposta non si è fatta attendere ed è stata affidata a un comunicato pubblicato su Variety. “Che sia chiaro: né il personaggio di finzione Joker, né il film sono un endorsement a qualunque tipo di violenza del mondo reale“.
Perché il Joker di Phillips sarebbe benevolo? Quello interpretato da Joaquin Phoenix, premiato con l’Oscar per la sua maiuscola prova attoriale, è un personaggio anarcoide, mentalmente scisso, un dissidente in maschera la cui follia fa subito presa sui disperati di Gotham City. In questo suo fascino, forse, risiede il suo pericolo. Ma può un film spingere una spettatrice o uno spettatore a fare qualcosa di negativo? Non è più esatto dire che raffigura qualcosa che già esiste? Sull’assunto che un’opera d’arte possa influenzare in maniera malvagia il pubblico sono stati versati fiumi di inchiostro.
E arriviamo proprio ad Arancia meccanica. Tratto dall’omonimo romanzo distopico del 1962 di Anthony Burgess, il film racconta la vita di un gruppo di giovani inglesi, i Drughi, dediti al mito dell’ultraviolenza. Sono tante le sequenze scioccanti della pellicola, a partire dalla rapina nella villa di un scrittore in cui Alex e soci, sulle note di Singing in the rain, stuprano la moglie dell’uomo, davanti ai suoi occhi. Un’azione così brutale da diventare un termine specifico. Usato (e abusato) dai mezzi d’informazione per descrivere comportamenti simili di gruppi di banditi. In Inghilterra il film ricevette subito il divieto ai minori. Negli USA ottenne la certificazione Rated R (minori di 17 anni solo se accompagnati), dopo che Kubrick aveva tagliato delle scene.
Nonostante questo, però, Arancia meccanica sparì dalle sale nel 1973. E approdò in TV solo nel 2007. Non solo. In molti accusarono Kubrick di essere ispiratore dei criminali. Tanto da coinvolgerlo in una lunga serie di casi giudiziari. Kubrick ha sempre sostenuto che l’esibizione della violenza fosse una critica alla violenza stessa. Frutto di una società dilaniata e dilaniante. Nel pirotecnico finale del film, infatti, Alex DeLarge diventa capo della polizia.