Per il suo ultimo film, L’Immensità, il regista Emanuele Crialese si è ispirato ad una storia vera, ovvero la sua. Lo ha confermato lui stesso, raccontando di come l’opera ripercorra la sua infanzia ed il suo percorso di transizione. Presentato per la prima volta al Festival di Venezia 2022, il film vede protagoniste Penelope Cruz e la giovane Luana Giuliani. L’uscita nelle sale è invece avvenuta il 15 settembre 2022.
Oltre dieci anni dopo la presentazione di Terraferma, Emanuele Crialese è tornato a Venezia per presentare L’immensità, quello che è stato già definito come il suo film più “personale”. Sì perché il lungometraggio in questione segue la storia di Adriana, adolescente che intorno ai 12 anni inizia a mettere in dubbio la sua identità di genere, rifiutando il suo nome e facendosi chiamare Andrea. Ebbene, lo stesso Emanuele Crialese ha recentemente dichiarato: “Adriana sono io“, spiegando quanto la narrazione cinematografica prenda spunto dal suo personale percorso di vita.
“Sono nato biologicamente come donna, ho fatto un percorso di transizione. Ma l’immensità della donna è la parte migliore dell’uomo che sono oggi“, ha spiegato Emanuele Crialese in un’intervista rilasciata in esclusiva a Vanity Fair. Nato da genitori siciliani trasferitasi a Roma, proprio come la protagonista del film, Emanuele Crialese ha aggiunto: “Il personaggio di Adriana è nessuno, e quel nessuno sono io. Questo film è ispirato alla mia storia ovviamente trasfigurata, non parlo solo di me, ma lo faccio in chiave più universale. Mi piace fare così con i temi che mi stanno a cuore. La migrazione di un’anima può essere anche una transizione, un movimento da uno stato all’altro“. Infine, Emanuele Crialese ha sottolineato come il suo percorso di transizione sia stato molto diverso da quello che affronterebbe una persona al giorno d’oggi, spiegando poi che “Non è una scelta tra essere o non essere, ma tra vivere e morire“.
Come abbiamo sottolineato nella recensione de L’Immensità, ciò che funziona alla grande nel film è “l’immersione nei giochi dei bimbi e dei ragazzini, ovvero l’assunzione del loro punto di vista e la totale immedesimazione in quell’incanto che era l’età tra i 10 e i 13 anni, dove tutto era scoperta e gioco e ci si staccava totalmente dal mondo degli adulti per creare mondi immaginari e nuove identità“.
L’Immensità di Emanuele Crialese non è stato però l’unico film a trattare il tema dell’identità di genere e della transizione al Festival di Venezia 2022. Durante le giornate del festival, infatti, è stato presentato anche Monica di Andrea Pallaoro, con l’attrice transessuale Trace Lysette, protagonista dell’opera, che ha dichiarato in conferenza stampa: “L’esperienza della mia vita di trans mi ha aiutato ad interpretare questo ruolo. Ho sofferto per la scelte della mia vita e questo mi ha permesso di calarmi perfettamente nel ruolo di Monica. Andrea (Pallaoro, ndr) mi ha ripetuto spesso sul set, ‘Non c’è nessuno che conosce Monica meglio di te’, e questo mi ha dato una forte motivazione e sicurezza in me stessa”.