Il film Longlegs, diretto da Oz Perkins e interpretato da Nicolas Cage, non è tratto da una storia vera, come hanno ipotizzato molti spettatori a causa della realistica campagna marketing e benchè sia immerso nei temi del satanismo e costruito come un incubo dai contorni sfumati, non si rifà direttamente ad alcun caso di cronaca nera. Nonostante ciò, la trama e l’atmosfera del film traggono lontana ispirazione da un dettaglio inquietante del famigerato omicidio della piccola JonBenét Ramsey, nel 1996, e da alcune esperienze dello stesso regista.
La trama del film, totalmente fittizia, ruota attorno all’agente dell’FBI Lee Harker, interpretata da Maika Monroe, chiamata a indagare su una serie di omicidi avvenuti nel corso di decenni e collegati a Longlegs, un assassino che, senza sporcarsi le mani, manipola mentalmente i padri di famiglia per indurli a uccidere i propri cari prima di suicidarsi. Col procedere delle indagini, Harker scopre di avere un misterioso e profondo legame con l’assassino. L’ambientazione nel 1995, scelta da Perkins per omaggiare i thriller psicologici anni ’90 come Il silenzio degli innocenti e Se7en, ne accentua particolarmente l’atmosfera cupa e avvolgente.
Come dicevamo, la campagna promozionale di Longlegs a cura di NEON, ha innescato un forte passaparola sul film e un senso di inquietudine generale nel pubblico, grazie agli elementi realistici su cui ha puntato tra cui una serie di immagini e teaser criptici che, senza svelare nulla, sembravano rimandare a una storia vera. In particolare, è stato lanciato un sito web fittizio dedicato agli omcidi di Longlegs, Birthday Murders, accomunati da un dettaglio macabro: in ognuno di esso, una bambina nata il giorno 14 del mese è stata coinvolta in un atroce massacro. Questa trovata, unita alla decisione di non mostrare mai Nicolas Cage nella campagna pubblicitaria, ha incuriosito molti spettatori, spingendoli a scoprire di più sul misterioso personaggio e sui crimini che circondano Longlegs.
Un altro dettaglio affascinante del film, di cui vi abbiamo parlato approfonditamente nella nostra recensione di Longlegs, è l’ossessione del serial killer per la creazione di bambole a grandezza naturale delle sue vittime, ciascuna contenente uno strano globo di metallo nel cranio, che serve come tramite per un’entità demoniaca capace di influenzare le vittime, inducendole a commettere gli omicidi. Questa idea è nata da due fonti d’ispirazione per Perkins: la prima è il libro Il ramo d’oro di James George Frazer, che esplora antiche credenze secondo cui azioni compiute su rappresentazioni di persone, come bambole e feticci, possono influenzare il destino di individui reali. La seconda, è un particolare inquietante dal caso Ramsey: un regalo di Natale mai aperto, una bambola a grandezza naturale di JonBenét, trovata nella cantina dove è stato rinvenuto il corpo della piccola.
L’omicidio di JonBenét Ramsey è stato uno dei casi più noti e discussi nella storia criminale degli Stati Uniti. All’età di sei anni, il 26 dicembre 1996, la piccola reginetta di bellezza scomparve dalla sua casa a Boulder, Colorado. Poco dopo, il corpo della bambina fu trovato nel seminterrato della casa. Inizialmente, le indagini si concentrarono proprio sui membri della famiglia, ma non è mai stata rinvenuta alcuna prova conclusiva per identificare l’assassino della piccola. Un particolare specifico di questa agghiacciante storia ha influenzato Osgood Perkins nella stesura di Longlegs: a JonBenét era stata regalata una bambola a grandezza naturale identica a lei, solo poco tempo prima della sua tragica morte. A tal proposito, il regista ha svelato a Inverse:
“Con le bambole voodoo, se vuoi avere potere su qualcuno, fai una bambola a sua immagine e la pungi. Se vuoi abbattere un regime, fai un effigie di un politico e la bruci per strada. Pupazzi, effigi, sculture, statue, bambole: tutto ciò faceva parte della magia del mondo che volevo creare. L’omicidio avvenne poco prima di Natale, e uno dei regali che i genitori avevano comprato per JonBenét era una bambola replica a grandezza naturale, con indosso uno dei suoi vestiti da concorso. Era in una scatola di cartone, nel seminterrato, a pochi metri da dove lei fu uccisa, e c’era qualcosa di così folle in tutto ciò, che l’ho archiviato nella mia memoria.”
Nel contesto di Longlegs, le bambole vengono manipolate da Dale Ferdinand Cobble – vero nome di Longlegs – che inserisce una misteriosa sfera argentata nelle loro teste. Il vero scopo di queste sfere viene rivelato solo verso la fine del film: contengono sussurri satanici capaci di indurre le vittime in uno stato di trance, facendo sì che i padri si trasformino in carnefici delle proprie famiglie. Questa rivelazione aggiunge una dimensione occulta e angosciante alla trama, che si complica ulteriormente quando emerge la connessione tra Lee e il killer. La madre di Lee, Ruth (interpretata da Alicia Witt), si scopre essere stata complice negli omicidi, consegnando le bambole alle famiglie e fingendo che fossero doni della chiesa: una svolta che amplifica la tensione emotiva, mettendo in discussione i legami familiari tra i personaggi e spingendo la protagonista a una lotta contro il tempo per fermare il killer.
Inoltre, l’ambientazione del film sembra trarre spunto dal clima di isteria collettiva noto come Satanic Panic, diffusosi negli Stati Uniti tra gli anni ’80 e ’90, periodo in cui il timore per presunti culti satanici era al centro di casi di cronaca e dibattiti pubblici. Alcuni elementi, come la propensione del killer a lasciare messaggi in codice che sfidano la comprensione degli investigatori, ricordano figure sinistre come il Killer dello Zodiaco, noto per i suoi crittogrammi.
Oz Perkins ha negato di aver tratto ispirazione da fatti di cronaca nera, spiegando in un’intervista a GamesRadar che evita sempre di prendere spunto da vicende reali, ritenendole troppo disturbanti:
“Non posso guardare true crime. Non mi piacciono. Non mi fanno stare bene. Non voglio sapere. Tutto questo è completamente romanzato e inventato. È parte del divertimento per me. È come dire: ‘Ah, è così che parlerebbero gli agenti dell’FBI. Ah, probabilmente è così che entrerebbero in una stanza. Non lo so, forse è una cosa del genere’. È ciò che me lo fa vivere in modo più leggero, onestamente. Non sono interessato a quello che fanno questi psicopatici. Per me, è un altro tipo di poesia, ed è tutto pura fantasia.”
Tuttavia, ha svelato che il film è, in parte, anche un omaggio alla sua famiglia e al suo difficile passato. Figlio dell’attore Anthony Perkins e di Berry Berenson, Osgood è stato segnato da eventi personali tragici: suo padre, noto per il ruolo di Norman Bates in Psycho di Alfred Hitchcock, mantenne segreta la diagnosi di AIDS negli ultimi anni della sua vita, con la moglie Berry che protesse il marito e i figli da questa realtà. Berry perse la vita negli attacchi dell’11 settembre, e Perkins ha deciso di inserire in Longlegs elementi che ricordano l’eredità segreta della sua famiglia e il legame tra madre e figlia. A questo proposito, il regista ha confessato a IndieWire come spesso cerchi di integrare nelle sue opere cinematografiche esperienze personali legate alla propria famiglia, specialmente ai suoi genitori:
“Mio padre era un uomo gay che viveva nascosto, e nel mondo in cui vivevamo non era accettabile. E non lo è ancora, per quanto sia assurdo. Mia madre aveva preso la decisione che questa non sarebbe stata la verità per la nostra famiglia. Volevo che Gretel & Hansel trattasse più di questo tema, ma non ci sono riuscito perché non era la mia sceneggiatura e per altri cento motivi. [Quando] mi sono messo al lavoro su Longlegs, questa era la verità di fondo: una madre può mentire, e può mentire per amore.”
Effettivamente, anche se Longlegs non è basato su un caso di cronaca nera, guardando il film si può intendere come tragga ispirazione da una storia altrettanto potente e toccante: quella di una famiglia che porta in sé i segreti e le contraddizioni di un’epoca complessa, tematica che il regista ha declinato in modi differenti nei precedenti lungometraggi February – L’innocenza del male e Gretel e Hansel . La scelta di Perkins di esplorare temi come l’occulto, il mentire per amore e dinamiche familiari è profondamente influenzata dal suo passato e dalle complessità emotive di chi ha vissuto e mantenuto segreti per proteggere i propri cari.