Il film: Longlegs, 2024. Regia: Oz Perkins. Cast: Maika Monroe, Nicolas Cage, Alicia Witt e Blair Underwood. Genere: Horror. Durata: 101 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema.
Trama: Una giovane agente dell’FBI viene trascinata in un caso sconvolgente ed inquietante: un serial killer ha sterminato famiglie intere per decenni, ma non sembra mai essersi introdotto fisicamente nelle loro case.
A chi è consigliato? Agli amanti degli horror molto particolari e delle storie di serial killer come Seven e Il silenzio degli innocenti.
Per mesi non si è parlato d’altro, sia prima che dopo la sua uscita negli Stati Uniti. Annunciato con una geniale campagna di marketing e accompagnato dalla definizione di “film horror più spaventato dell’anno”, Longlegs ha scatenato gli amanti del genere horror che non vedevano l’ora di vedere Nicholas Cage nel ruolo di un folle Serial Killer dal look che definire inquietante è decisamente dire poco.
Ora che finalmente lo abbiamo visto la prima cosa che ci viene da dire è che il film diretto da Oz Perkins, Longlegs, è davvero unico. La sensazione che ci ha lasciato addosso usciti dalla sala è di aver assistito a qualcosa di nuovo, di assolutamente inaspettato. Non è un’opera perfetta (i difetti ci sono e ne parleremo), ma è a suo modo così tanto ambiziosa e fuori dagli schemi da risultare davvero affascinante, sconvolgente. E, da amanti dell’horror quali siamo, quando un film ci rimane in testa per ore, per giorni, dopo la prima visione, ci lascia con domande a cui non abbiamo dato risposta e con addosso una sensazione di persistente inquietudine, il suo regista ha davvero fatto qualcosa di giusto. A prescindere da qualsiasi difetto che possiamo aver trovato nel film, tutto finisce in secondo piano di fronte al fatto di aver finalmente visto qualcosa che ci ha stupito.
Un killer terrificante
Al centro di questa storia abbiamo Lee Harker (Maika Monroe), una giovane agente dell’FBI che scopre di avere una marcata intuizione quando si tratta di serial killer, quasi paranormale. È questo suo dono a portala a lavorare al caso di Longlegs, un killer che semina vittime da decenni senza aver mai lasciato prova di aver commesso direttamente i delitti. Ci spieghiamo meglio: si tratta di famiglie intere che vengono sterminate da uno dei loro membri (solitamente il padre), persone che non sono in alcun modo legate tra loro e non si conoscono. Nelle case, però, vengono sempre trovati degli inquietanti biglietti scritti in codice, che ancora nessuno è stato in grado di decifrare, scritti sempre dalla stessa persona e firmati Longlegs. Gli eventi sono quindi legati l’uno all’altro, ma come è possibile che Longlegs sia capace di costringere qualcuno a sterminare crudelmente tutte le persone che ama?
Lee scopre fin da subito di sentire una connessione particolare con il caso, e si rende conto con facilità come tutti i casi siano collegati tra loro e lo schema che il killer ha adottato. A rendere il tutto ancor più inquietante per la giovane agente c’è poi il fatto che Longlegs sembra conoscerla ed essere in qualche modo legato ad alcuni eventi del suo passato…
Quando lei ed il suo superiore Carter (Blair Underwood) scopriranno in una vecchia scena del delitto una stranissima bambola dall’aspetto inquietantemente realistico, è certo che dietro agli omicide non si nasconde un uomo normale, ma deve per forza essere guidato da qualcosa di sovrannaturale…
Cage vs Monroe
La storia ruota interamente attorno alla Lee Harker di Maika Monroe e al terribile Longlegs di Nicolas Cage. Partendo da quest’ultimo, l’attore ci regala una delle sue interpretazioni più sopra le righe di sempre (e trattandosi di Nicolas Cage basterebbe questo per farvi intuire il tenore della sua recitazione). Così eccessiva che a tratti risulta volutamente ridicola e si affida alla sensibilità dello spettatore per essere compresa nelle sue intenzioni: quello che vogliamo dire è che non è un’interpretazione per tutti, c’è chi la troverà talmente grottesca da scatenare una risata, chi invece al contrario ne resterà assolutamente sconvolto e turbato. Noi apparteniamo senza dubbio alla seconda categoria, durante la visione non potevamo infatti che immaginarci a tu per tu con l’assurdo personaggio di Cage e, ve lo assicuriamo, al di fuori dell’accogliente contesto di una sala cinematografica, niente di lui ci avrebbe fatto ridere. L’attore, nel dare una personalità unica al proprio personaggio, viene aiutato da un pesante trucco prostetico che ne distorce i lineamenti, regalandogli probabilmente ancor più libertà interpretativa.
La perfetta controparte al mostruoso Nicholas Cage è la giovane agente di Monroe, ma che allo stesso modo spicca nell’ambiente che la circonda per la sua “anomalità”. Lee è silenziosa, perennemente a disagio, a volte respingente, coraggiosa e timorosa al tempo stesso. Monroe da vita al suo personaggio con una recitazione sempre in sottrazione, rendendo i suoi movimenti quasi meccanici, il suo modo di parlare lento, costantemente dubbioso, trattenuto. L’attrice, che tanto quanto Cage è particolarmente magnetica ed è dotata di un’ottima presenza scenica, è capace di evidenziare ancor di più con la “stranezza” del suo personaggio l’angosciante situazione in cui ci troviamo, le atmosfere si fanno ancor più opprimenti e oscure, ancor più profondamente terrificanti.
La regia di Oz Perkins
La regia di Oz Perkins è capace di costruire una tensione costante, che permea il film dall’inizio fino alla fine. L’autore utilizza continuamente la camera fissa per schiacciare i personaggi i scena, per trasmettere allo spettatore quel senso di opprimente inquietudine che prova la protagonista. Lee è spesso al centro della scena, circondata da stanze vuote da cui da un momento all’altro potrebbe spuntare qualcosa, angoli oscuri in cui potrebbero nascondersi orrori indicibili, ma che preferiscono non farsi vedere e restare immaginati, evocati, e così in qualche modo ancor più spaventosi.
Troppe cose da dire, poco tempo
Come dicevamo, però, Longlegs non è un film privo di difetti, arrivati in fondo alla visione ci si accorge di quanto il racconto sia ricchissimo di elementi, di tematiche, di spunti, che non vengono approfonditi quanto avrebbero meritato. Quando la natura sovrannaturale di quello che sta accadendo diventa evidente lo spettatore vorrebbe sapere di più, vorrebbe capire meglio ciò che sta accadendo sullo schermo, ma tutto rimane enigmatico, ambiguo, per questo insoddisfacente. È se l’autore avesse avuto troppo da dire ma poco tempo per farlo, il finale, per quanto davvero impressionante, non colpisce forse quanto dovrebbe perchè precedentemente non se ne sono costruite le fondamenta nel migliore dei modi.
Detto questo, però, certi difetti passano in secondo piano di fronte al senso di stupore (e di perenne inquietudine) che Longlegs è stato capace di trasmetterci. Capita raramente ormai che un film dell’orrore sia così “diverso”, “originale”, e questo è più che sufficiente per farcelo apprezzare. Non vediamo l’ora a questo punto di vedere che cosa riuscirà a fare Oz Perkins con il suo prossimo film, The Monkey, tratto da uno dei racconti di Stephen King più inquietanti di sempre e se sarà capace di regalargli la stessa inquietante unicità che ha reso Longlegs per noi così speciale.
La recensione in breve
Longlegs è un horror davvero unico, non privo di difetti, ma vi rimarrà in testa per ore, per giorni, dopo il termine della visione.
Pro
- Le interpretazioni dei protagonisti
- L'originalità della storia
- Le atmosfere incredibilmente inquietanti
Contro
- Il finale è un po' affrettato
- Sembra ci sia troppo da dire in troppo poco tempo
- Voto CinemaSerieTV.it