Nel 1977 Giuseppe Bertolucci girò il suo primo film, che avrebbe lanciato anche il talento irriverente di Roberto Benigni, ovviamente si trattava di Berlinguer ti voglio bene, un titolo destinato a creare non poco scandalo. A rendere questa pellicola poco gradita allo scarso pubblico che riuscì a vederla in forma integrale, infatti, è stata soprattutto la celebre sequenza di bestemmie di oltre due minuti.
Qui Mario Cioni, il protagonista del film, impreca contro il mondo intero senza cercare più una soluzione effettiva alla sua rabbia e alla tristezza che ormai caratterizza la sua piccola vita. A questo, poi, si aggiungono termini e riferimenti alla sfera sessuale che pervadono gran parte del film. La scena del monologo di Mario Cioni in Berlinguer ti voglio bene, da questo punto di vista è esemplare.
Per questo motivo, dunque, Berlinguer ti voglio bene non è mai stato proiettato in forma integrale ma sempre censurato, sopratutto di quei famigerati minuti inaccettabili per la sensibilità culturale di gran parte del pubblico.
Finti o veri pudori a parte, però, la pellicola non era mai stata pensata per tener conto atmosfere delicate o più diffuse. Lo scopo di Bertolucci e Benigni, infatti, era raccontare una certa provincia, la cui unica speranza è proprio l’arrivo di una rivoluzione. Anche se non estrema e distruttiva. A questo, però, si aggiunge anche il senso di abbandono provato da chi è immerse in questa situazione. Per questo motivo, dunque, al Cioni non rimane che ragionare tutto il giorno con Berlinguer nei campi. Gli stessi dove non riesce più a farci crescere niente.
Ma come ha reagito, al tempo, il Partito Comunista a questo film e al suo linguaggio? Nonostante le eventuali aspettative, la pellicola è stata accolta freddamente. Pur apprezzando il riferimento al segretario di partito nel titolo, infatti, in molti sono rimasti scettici riguardo il tono comico utilizzato. Secondo loro, infatti, andava ad indebolire il discorso politico.
“Le logiche ironiche del film indeboliscono l’ideologia e la lotta piuttosto che rafforzare in tutti noi la voglia di migliorarsi tutti insieme! Non s’è mai visto un tale coacervo di bestemmie e improperi che a noi, in quanto atei, ci importano poco, ma si pensa all’immagine dei comunisti che si dà fuori”