Direttamente dal Magna Graecia Film Festival, Richard Gere ha commentato la notizia di un ipotetico sequel di Pretty Woman. L’attore ha negato la possibilità che il film possa ricevere un sequel che, artisticamente, non avrebbe avuto il benché minimo senso. Nella stessa occasione, Gere ha parlato del suo futuro lavorativo, della guerra in Ucraina e di altre questioni.
Protagonista di un talk con il pubblico e di una cerimonia durante la quale gli è stato conferito il Magna Graecia Award, Richard Gere ha dichiarato a proposito di Pretty Woman: “Quel film di quanto tempo fa è? Circa 32 anni fa… Sono passati tanti anni e fondamentalmente nessuno di noi era così ansioso e desideroso di realizzare un sequel o un remake. Ogni tanto Garry Marshall, regista e sceneggiatore, veniva da me e Julia a dire: ‘Vediamo un po’, che ne pensate se a un certo punto il personaggio maschile decidesse di candidarsi a una carica politica ma nel frattempo vi siete sposati?’. E altre cose del genere… Però, poi, diciamo che la storia o comunque la sceneggiatura non è mai stata sviluppata ulteriormente. Quindi la risposta è no. Bisogna anche capire in realtà come vengono realizzati i film. Il film ebbe successo, ma non pensavamo che sarebbe diventato quello che poi è diventato. Pensavamo fosse un piccolo film e non un film che creasse una forma di identificazione da parte di tutti coloro che lo vedevano. Si è trattato di qualcosa di magico, una magia come una polvere di stelle. Inaspettata, come innamorarsi. Non è che uno decide di innamorarsi… Succede, un po’ quello come al cinema. Non ci sono mai state idee di un remake o di un sequel, capisco che c’è da un certo punto di vista l’impulso a livello di business di realizzare qualcosa che è stato un successo ma artisticamente non aveva senso”.
In occasione della kermesse calabrese è stato proiettato Ufficiale e gentiluomo, uno dei film più iconici interpretati da Richard Gere. L’attore si è espresso anche relativamente alla guerra in Ucraina, dichiarando: “In termini assoluti sono un pacifista e un non violento, ma nel mondo relativo in cui viviamo è necessario comunque proteggersi e aiutare chi si trova in difficoltà, come nel caso dell’Ucraina. L’essere umano d’altronde è disfunzionale e le uniche organizzazioni che cercano di far applicare lo stato di diritto attualmente sono la Nato e l’Unione Europea. La Cina persegue un piano di potere a lungo termine. Si vede da come si è comportata con il Tibet e con la Mongolia. Comunque l’unanimità con cui è stata aiutata l’Ucraina fa ben sperare in un comportamento più responsabile nel futuro da parte di tutti. In questo senso Putin è stato spiazzato perché non si aspettava una risposta così omogenea contro la sua invasione”.
Infine, un commento sul suo futuro e sui potenziale impegni lavorativi: “Adesso voglio dare priorità ai miei figli. Non ho mai pensato di fare il regista. I film sono un lavoro collettivo, voglio dire che il regista non è così intoccabile come si crede. Ora a parte qualche film che non avrei voluto fare, a me è andata bene. E poi ho quattro figli e ho sempre pensato che avrei dovuto prendermi cura di loro e non sparire per un anno e mezzo come capita a un regista. Per quanto riguarda il piccolo schermo, sono un dinosauro. D’altronde non mi ricordo neppure quando sono stato l’ultima volta al cinema. E questo a causa del Covid, ma non solo. Certo, le serie tv aiutano il cinema indipendente e questa è una cosa buona, ma quello che manca e che ha solo la sala è il senso di comunità”.