Nella prima versione di Profondo Rosso era prevista una scena che poi è stata tagliata dalla corposa sceneggiatura. Lo ha rivelato il regista del film, Dario Argento, spiegando che si trattava di una sequenza in cui il protagonista, Mark Daly (David Hemmings) incontrava l’assassino dopo l’omicidio di Helga Ullmann (Macha Meril), in casa della sensitiva, in una stanza organizzata come camera ardente, tra candele accese e al cospetto del cadavere.
Nella sua autobiografia Paura, Dario ha spiegato che inizialmente la sceneggiatura di Profondo Rosso era davvero lunga e se avesse girato tutte le scene inizialmente previste, ne sarebbe venuto fuori un film di tre ore, inconcepibile per quei tempi. Il regista però ha voluto condividere una scena tagliata dalla versione definitiva del copione, e l’ha descritta così:
“Si svolge nella casa della medium, dopo l’omicidio e i rilievi della polizia. In fondo al corridoio che Marc ha attraversato nel vano tentativo di soccorrere Helga, in una stanza che fino a quel momento lo spettatore non ha mai visto è stata allestita la camera ardente. Il pianista decide di rendere omaggio alla vicina di casa, ed entra per la seconda volta nel suo appartamento. Stranamente non c’è nessuno, lui percorre il corridoio in tutta fretta – mi piaceva l’idea di creare una simmetria con la scena-chiave, dando al pubblico un’ulteriore possibilità di risolvere l’enigma – e raggiunge la camera ardente. Il corpo della Ullmann è disteso su un catafalco, ci sono dei lunghi ceri che illuminano fiocamente l’ambiente circostante. Per il resto, la stanza è in penombra.”
“Marc osserva il cadavere con sguardo serio, commosso. Le accarezza i capelli, poi fa un goffo segno della croce, torse mormora tra sé una preghiera. Ad un certo punto, convinto di aver sentito un rumore volta la testa di scatto, e la macchina da presa fa un movimento rapido tutt’intorno a lui. Sembra un’allucinazione, ma ormai Marc è inquieto. Per precauzione si nasconde in una pozza d’ombra, addossandosi al muro fino a diventare invisibile. Il rumore si ripete, e stavolta lo sente in maniera inequivocabile anche lo spettatore: sono dei passi in avvicinamento. Mark trattiene il respiro, e resta in attesa: è l’assassino ed è venuto a cercarlo perché lui è l’unico testimone. Ad un certo punto vediamo questa figura che entra, esamina tutta la stanza, getta un’occhiata al cadavere, si gira e si riallontana. Marc esita ancora qualche secondo, ma quando si decide a uscire dal suo angolo ormai l’assassino è sparito.”

Dario Argento ha anche spiegato che questa è una delle poche scene che ricorda della prima versione del copione di Profondo Rosso.
“Quelle pagine purtroppo le ho perse, o forse, per la mia solita mania di non conservare mai niente le ho addirittura buttate. Peccato, perché alcune idee erano buone e avrei potuto riutilizzarle in un altro film.”
Nello stesso capitolo dedicato al suo film, uno dei migliori film horror degli anni ’70, Argento ha spiegato che da sempre si ritrova a combattere con gente che vorrebbe fargli tagliare delle scene, tra produttori e collaboratori, oltre alla censura ovviamente. Una delle scene che molti gli sconsigliarono di girare, fu quella del pupazzo meccanico, oggi considerata una delle più cult. Persino il padre del regista, che era tra i produttori, fu tra coloro che insistettero perché lasciasse perdere questa scena giudicata troppo strana e irreale. Ricordiamo che Profondo Rosso è disponibile in streaming.