Il titolo del film Pulp Fiction è un omaggio al termine pulp, che designa un genere letterario in grado di proporre vicende dai contenuti forti, con abbondanza di crimini violenti, efferatezze e situazioni macabre e che, tendenzialmente, viene ritenuto parente stretto dell’hard boiled, del poliziesco tout court e persino dell’horror.
Nato nei primi anni Venti negli Stati Uniti d’America con storie pubblicate a puntate su riviste (quelle che venivano chiamate Pulp Magazine) con copertine sfavillanti ma su carta di infima qualità (non rifilata, di polpa di legno – da qui deriva il termine pulp), il genere raggiunse il suo apice negli anni Trenta.
Il genere pulp ha dato vita a vicende avventurose, narrazioni sontuose, a uno stile saturo di aggettivi e avverbi, spesso ridondante. Le riviste storiche per il genere pulp furono Weird Tales e The Strand. Oggi, uno dei maggiori esponenti dello stile pulp contemporaneo è Chuck Palahniuk, autore di titoli quali Fight Club, Invisible Monsters e Soffocare.
Erroneamente oggi si tende a indicare con il termine pulp tutte quelle pellicole che propongono contenuti forti e che abbondano di crimini violenti ed efferatezze, in particolar modo dopo l’uscita nel 1994 del film Pulp Fiction di Quentin Tarantino. In realtà, però, il pulp è un fenomeno meramente letterario – che ha avuto una sua corrispondenza anche in Italia con il gruppo dei Cannibali (autori dell’antologia Gioventù cannibale). Grazie all’attività letteraria dei cannibali, e al successo di Pulp Fiction, il genere ha raggiunto una sua notorietà anche nel Belpaese.
Al cinema, invece, piuttosto che di pulp, si parla di exploitation, ovvero una categoria che cerca di sfruttare tematiche che vanno di moda o dal forte impatto emotivo e fisico – quali, ad esempio, il sesso e la violenza.
Ricordiamo che Pulp fiction di Quentin Tarantino è in streaming.