Quattro buone giornate è un intenso film drammatico tratto dalla storia vera della ex tossicodipendente Amanda Wendler e di sua madre Libby Alexander e del loro faticoso percorso verso il recupero della ragazza. La loro storia, raccontata in un articolo del The Washington Post, si concentra nell’arco di due settimane cruciali durante le quali Amanda deve assolutamente restare sobria per prepararsi all’assunzione di un farmaco, il naltrexone, che potrebbe aiutarla. Ad interpretare le due protagoniste sono Glenn Close e Mila Kunis.
Diretto da Rodrigo Garcia, Quattro buone giornate, è un film che si basa su un articolo pubblicato dal The Washington Post nel 2016. Nel pezzo in questione, firmato da Eli Saslow si raccontava la storia di Amanda, una ragazza trentenne, residente a Farmington Hills, nel Michigan, tossicodipendente sin dall’adolescenza, che torna a vivere a casa di sua madre Libby nel tentativo di restare sobria per almeno due settimane. Uno step necessario per poter assumere il naltrexone, un farmaco che blocca gli effetti degli oppiacei sul cervello per almeno un mese, ma deve essere assunto senza che vi sia alcuna traccia di oppioidi nell’organismo, altrimenti scatena effetti collaterali pericolosi.
L’articolo spiega anche che Amanda al liceo era stata una bella ragazza e aveva lavorato anche come modella, ma adesso ha le braccia segnate dalle iniezioni e il dentista di recente le ha tolto 28 denti. Ha due figli piccoli che vivono col padre, non ha un lavoro, non ha un diploma, ha pochi effetti personali in un sacco della spazzatura perché ha venduto tutte le sue cose per pagarsi l’eroina. Sua madre le ha ricavato un posto letto in garage e nonostante negli anni abbia subito innumerevoli furti da parte di sua figlia, continua a sperare che un giorno Amanda possa ristabilirsi. L’articolo spiega che Libby, in presenza di Amanda, controlla sempre che portafoglio, soldi e chiavi della macchina siano al loro posto. In passato, con la complicità di un amico, sua figlia era arrivata a rubare una chitarra di valore del compagno di Libby, ragione per la quale la donna aveva dovuto installare un allarme.
Amanda era entrata nel tunnel della droga all’età di 15 anni, quando un medico le aveva prescritto 120 compresse di Vicodin per trattare un piccolo infortunio. Le pillole riuscivano a spazzare via il dolore fisico e anche la rabbia che Amanda provava ancora per il divorzio dei suoi genitori, oltre alla depressione, all’ADHD e alle insicurezze. Di lì a poco, la ragazza lasciò la scuola e divenne dipendente dai farmaci. Successivamente, quando ormai era arrivata ad assumere 15 pillole al giorno, Amanda fu introdotta all’eroina da un ex fidanzato, aprendo così un nuovo capitolo nella sua dipendenza, che l’avrebbe trascinata ancora più in basso.
Come scrive Fox News, nel 2021, Amanda Wendler aveva spiegato che oggi è sobria e che disintossicarsi è possibile, anche se il percorso è difficile.
“Il recupero è possibile, io stessa posso dimostrarlo. Sono stata in comunità diverse per venti volte, ma… con la terapia e gli incontri, disintossicarsi è possibile. La mia vita è bellissima oggi”
Sia Amanda che sua madre Libby hanno collaborato attivamente con Rodrigo Garcia e con l’autore dell’articolo Eli Saslow, per la realizzazione del film. Ad esempio, Amanda ha accompagnato il regista nei luoghi che lei frequentava quando era tossicodipendente.
Al quotidiano Detroit Free Press, Libby Alexander si era detta assolutamente colpita dall’interpretazione di Glenn Close, nella quale si era ritrovata in pieno, anche nelle espressioni e nella gestualità. La donna ha ammesso che rivivere il difficile percorso affrontato con Amanda, attraverso l’articolo del Washington Post e il film, è stato intenso, ma entrambe si sono augurate che Quattro buone giornate possa servire ad aiutare le persone che vivono la stessa situazione, anche perché il problema della tossicodipendenza non viene affrontato apertamente ed è molto nascosto:
“Quando ho parlato con la mia famiglia della tossicodipendenza di mia figlia, ho scoperto che sette dei miei cugini di primo grado stavano affrontando lo stesso problema. E nessuno di noi lo sapeva, perché non è qualcosa di cui la gente parla volentieri”
Se il tema di Quattro buone giornate vi interessa, non perdetevi la nostra classifica sui migliori film sulla tossicodipendenza.