Il film diretto da Steffen Geypens e disponibile per lo streaming sulla piattaforma Netflix ha come protagonista Matthias, un influencer appena trasferitosi con la moglie Liv e il figlio neonato nell’antica magione di famiglia. Proprio la casa in cui l’uomo, durante l’infanzia, aveva vissuto da solo con il padre Pol – risiedente in una struttura per anziani poco distante – , dopo che la madre si era suicidata lasciandosi affogare nel laghetto in giardino. Come abbiamo già visto nella nostra recensione di Noise, la nuova vita di Matthias e Liv nella dimora di famiglia si dimostra, fin da subito, tutt’altro che facile; soprattutto quando il primo inizia a indagare su un oscuro segreto che, molti anni prima, aveva coinvolto la fabbrica di proprietà del padre. L’ossessiva ricerca della verità, la privazione del sonno e la crescente paranoia, infatti, trascinano Matthias in un baratro di follia dal quale non sarà facile riemergere. Ma cosa si nasconde davvero dentro i documenti che l’uomo esamina giorno e notte? E qual è la verità dietro al suicidio della madre tanti anni prima?
Se avete terminato la visione del film, saprete già rispondere a queste domande; ma, la trama confusionaria e frammentaria che caratterizza il lavoro di Geypens probabilmente vi avrà lasciato con non pochi dubbi. Nella nostra spiegazione del finale di Noise proviamo a far chiarezza sugli aspetti più nebulosi del film.
Cosa spinge Matthias ad indagare?
Passeggiando verso la casa di riposo nella quale l’anziano padre risiede, Matthias e Pol si imbattono in quel che resta dell’azienda chimica Soubaylo di cui proprio il padre, in passato, era un pezzo grosso. Davanti alla fabbrica abbandonata, Pol si perde in un discorso, più rivolto a se stesso che al figlio, tanto confuso quanto misterioso:
Alcuni riuscirono a scappare da quella parte ma l’acqua usciva davvero troppo in fretta. Abbiamo salvato dei documenti ma…se solo tu sapessi quanti soldi c’erano in ballo. Erano stati avvertiti tante volte ma non hanno ascoltato, e quando poi è successo sono riuscito a ripulire ogni cosa. Quello che è successo è più grave di quanto si creda; penso che sia ora che tutti lo vengano a sapere.
Inizialmente solo per accontentare i suoi follower, curiosi di saperne di più a riguardo, Matthias inizia ad indagare sull’incidente avvenuto alla Soubaylo e sulle sue conseguenze, tenute nascoste per così tanti anni. Ma basta poco affinché l’uomo rimanga invischiato in questa ricerca ossessiva che sembra diventare la sua unica ragione di vita. Mentre Matthias rinviene articoli e documenti riguardo alla catastrofe avvenuta nella fabbrica chimica e si convince che molte più persone siano morte rispetto ai numeri ufficiali, l’uomo inizia a perdere il senno, sviluppando paranoie e sempre più frequenti allucinazioni. Come quando, durante la notte, immagina che le assi del pavimento del suo seminterrato si alzino e si abbassino con ritmo cadenzato, quasi come se stessero respirando. I segreti si trovano sotto terra, chiaramente, ma sono reali o sono solo frutto della mente di Matthias? Nonostante tutto ciò, l’uomo continua ad indagare, spinto dal profondo desiderio di riscattarsi agli occhi del padre e di dimostrare il proprio valore.
Cosa è successo in passato?
Preoccupata per la salute mentale di Matthias, Liv fa visita al suocero alla casa di riposo, in modo da fare chiarezza su ciò che sta accadendo. Qui la donna scopre dei documenti che rivelano che Michelle, la madre di Matthias morta suicida, aveva diversi problemi di salute mentale, tra cui ansia, insonnia, paranoia e depressione postpartum; cosa più importante, alcuni di questi vengono descritti come ereditari. Da ciò possiamo quindi dedurre che anche lo stesso Matthias ne sia affetto.
Torniamo poi alla primissima scena del film- quella del suicidio della madre – questa volta, però, dal punto di vista di Pol. Vediamo l’uomo correre dietro alla moglie, ormai immersa completamente nel laghetto, e riuscire a salvare solo il piccolo Matthias, che solo adesso scopriamo essere stato insieme a lei. Sentiamo poi Pol sussurrare “Avrei dovuto salvarti per prima“, e da questa semplice affermazione intuiamo il sentimento di inadeguatezza che prova Matthias nei confronti del padre.
Come finisce Noise?
La scena ritorna poi su Matthias, intento a scavare una buca nello stesso identico punto in cui aveva visto le assi del seminterrato “respirare”: è infatti convinto che i corpi delle vittime dell’incidente si trovino lì sotto. Nemmeno la rottura di un tubo dell’acqua, che inizia ad allagare tutto, lo distoglie dal suo intento. Proprio in quel momento torna a casa Liv che tenta in tutti i modi di tirar fuori il marito da quell’enorme buca d’acqua (che tanto ricorda il laghetto del giardino) nella quale sta annegando. Ma lui, respingendola, le dice di smetterla di ostacolarlo, che “li sta salvando tutti” riferendosi a dei corpi galleggianti che, probabilmente, esistono solo nella sua immaginazione. A risolvere la situazione arriva il padre – anche se non è chiaro il motivo per cui si trovi lì – che, utilizzando il suo bastone, salva Matthias dall’acqua, esattamente come aveva fatto quando era solo un neonato. Ricreando la medesima esperienza del passato, possiamo intuire che l’uomo, in questo modo, sarà finalmente in grado di andare oltre al suo trauma infantile.
Nella scena finale di Noise, Liv viene svegliata dal pianto del bambino e, guardando verso il lato del letto del marito, vediamo sul comodino dei flaconi di medicinali. Questo dettaglio suggerisce allo spettatore che, adesso, Matthias è in cura per i disturbi mentali che gli hanno provocato paranoie e allucinazioni. Quando poi si alza, Liv trova l’uomo che fissa lo stagno del giardino, si avvicina a lui e sorride.
Esisteva veramente un complotto?
L’esistenza o meno di una cospirazione relativa a quelle che erano state le conseguenze dell’incidente alla fabbrica chimica è un dettaglio che non viene sviscerato. Capiamo sicuramente che la maggior parte delle cose, come il ritrovamento di un cadavere nell’ex stabilimento, erano solamente il frutto delle psicosi di Matthias; come le parole iniziali pronunciate dal padre potrebbero tranquillamente essere considerate il vaneggiare di una persona affetta da demenza. Una riposta definitiva, però, non esiste, in quanto non ci viene suggerita dal film.