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Home » Film » Oscar 2023: i favoriti nelle categorie principali (lista aggiornata)

Oscar 2023: i favoriti nelle categorie principali (lista aggiornata)

I nostri pronostici sui candidati favoriti agli Oscar 2023 nelle categorie più importanti: chi vincerà la statuetta il prossimo marzo?
Simone FabrizianiDi Simone Fabriziani9 Febbraio 202321 min lettura
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Le statuette degli Oscar
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Con l’arrivo della fine dell’anno si fa sempre più viva la necessità di parlare di premi, riconoscimenti e candidature di fine anno. Come da tradizione, la ventata di festival estivi e autunnali ha portato con sé moltissimi lungometraggi e interpretazioni attoriali che si sono distinte nei mesi per la loro eccezionalità e per l’aver convinto unanimemente pubblico e critica internazionale. Sembra quindi ovvio che molti di questi film e di queste performance le rivedremo probabilmente nominate agli Oscar 2023, le cui candidature sono ufficialmente attese per martedì 24 gennaio del prossimo anno.

In attesa dunque di scoprire chi saranno i maggiori contender agli Academy Awards del prossimo anno, vi forniamo i nostri pronostici e i favoriti agli Oscar 2023 nelle categorie principali (film, regia, attore e attrice protagonista, attore e attrice non protagonista), che aggiorneremo di volta in volta con il passare delle settimane, fino ad accompagnarvi alla magica notte degli Oscar, che nel 2023 si terrà domenica 12 marzo.

Miglior film

Everything Everywhere All At Once

Novembre: I festival estivi e autunnali ci hanno regalato un’annata cinematografica miracolosamente in equilibrio tra grande cinema d’autore e blockbuster applauditi in forma unanime da pubblico e critica; un mix vincente che potrebbe rendere la prossima edizione degli Oscar veramente memorabile. Se Cannes ci ha regalato, in zona premi, titoli come Top Gun: Maverick ed Elvis, Venezia ha commosso e fatto riflettere con Gli spiriti dell’isola e The Whale, mentre il festival di Toronto ha trionfato con The Fabelmans di Spielberg, anche se a fare forse la sorpresa nella categoria principale potrebbe essere il folle Everything Everywhere All At Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, o addirittura il corale e tutto al femminile Women Talking di Sarah Polley. Tutto questo sempre in attesa di scoprire se il Babylon di Damien Chazelle sarà all’altezza delle aspettative.

Dicembre: L’arrivo dell’ultimo mese dell’anno porta sempre con sé l’ondata attesa di premi della critica statunitense, delle candidature ai Golden Globe alle nomination ai Critics’ Choice. Per quanto riguarda i primi, dominano le candidature della Hollywood Foreign Press Associtation titoli come Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh (ben 8 menzioni) e Everything Everywhere All At Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert con  6 nomination. Ai Critics’ Choice Awards invece, sono ben 14 le candidature ottenute dalla commedia sci-fi dei Daniels con protagonisti Michelle Yeoh e Jamie Lee Curtis; sarà il segno premonitore di un inevitabile dominio del lungometraggio da record di A24 alle prossime candidature agli Oscar 2023? Nel frattempo, The Fabelmans perde molta della sua potenza di papabile frontrunner dopo il pessimo risultato al box-office americano e la moria di premi ricevuti dai circoli regionali della critica Usa, Babylon di Damien Chazelle rischia la candidatura dopo le reazioni divisive della critica nordamericana, mentre salgono vertiginosamente la classifica titoli come Tàr di Todd Field (fresco delle vittorie come miglior film presso la critica di New York e Los Angeles), Top Gun: Maverick con il suo inaspettato trionfo con la National Board of Review, e Avatar: La via dell’acqua di James Cameron, acclamato unanimemente dalla stampa Usa e dal pubblico che lo sta incensando con incassi da capogiro. Attenzione al caso cinematografico indiano RRR di S.S. Rajamouli, che ha ricevuto una candidatura chiave a miglior film ai Critics’ Choice Awards, così come due nomination ai Golden Globe.

Gennaio: Le prime cerimonie televisive e i loro risultati hanno confermato quanto questa stagione dei premi si stia sempre più rivelando come inaspettata e piena di sorprese. Al momento, in attesa dell’annuncio delle candidature ai 95° Oscar attese per martedì 24 gennaio, sono ben tre i lungometraggi che potrebbero contendersi la statuetta più ambita: Everything Everywhere All At Once (Critics’ Choice Award al miglior film), Gli spiriti dell’isola (miglior film commedia/musicale ai Golden Globe) e The Fabelmans (miglior film drammatico ai Golden Globe). Uno scenario temporaneamente frastagliato che potrebbe tramutarsi in caos statistico se ai premi dei sindacati (le cosiddette “guilds”) un titolo come Top Gun: Maverick sarà in grado di fare una rimonta incredibile ed accaparrarsi i riconoscimenti non solo tecnici ma anche quello del sindacato produttori, in virtù della sua straordinaria performance al botteghino internazionale lo scorso anno. Un’ipotetica corsa a quattro che si rivelerebbe tra le più appassionanti degli ultimi anni.

Febbraio: Quante cose sono cambiate dagli ultimi pronostici di categoria del mese passato! Adesso abbiamo una visione molto più chiara della corsa all’Oscar per il miglior film grazie ai risultati dei Directors Guild Awards, dei Bafta, dei Producers Guild Awards ed infine dei SAG. Un quartetto fondamentale per misurare la temperatura della gara per la statuetta principale dell’Academy, che pare proprio andrà con probabilità statistica a Everything Everywhere All At Once, che porta a casa i riconoscimenti ai DGA, ai PGA e ai SAG (qui ne vince ben quattro). La preferenza dei sindacati di Hollywood sembra del tutto incontrovertibile, tanto che l’unico lungometraggio che potrebbe dargli del filo da torcere è al momento Niente di nuovo sul fronte occidentale. Il film tedesco targato Netflix vince a sorpresa 7 Bafta tra cui miglior film e regia, battendo nelle stesse categorie titoli come Everything Everywhere ma anche Gli spiriti dell’isola, che partiva favorito giocando in casa. A questo punto, a scanso di sorprese imperscrutabili a fine corsa, la pellicola di Martin McDonagh potrebbe arrivare addirittura terza alla fine della gara. Desaparecidos Top Gun: Maverick (che perde ai Producers Guld Awards) e The Fabelmans, che dalla vittoria ai Golden Globe non si è ripreso più.
Marzo: Marzo 2023, fine corsa per i lungometraggi in lizza per l’Oscar al miglior film. Nella notte tra domenica 12 e lunedì 13 marzo si celebrerà infine la cerimonia di premiazione dei 95° Academy Awards, un’edizione dominata dalle 11 candidature per Everything Everywhere All At Once, che con le sue vittorie significative presso i sindacati dei registi, produttori, attori e sceneggiatori si prepara a fare l’en plein di statuette, compresa quella al Best Picture. Qualcuno potrà mai batterlo? Una chance potrebbe averla il war movie tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale, che ai Bafta si è portato a casa 7 statuette battendo nella stessa categoria il film dei Daniels e Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh, che pure giocava in vantaggio casalingo lì. Con le sole vittorie ai Golden Globe del film con Colin Farrell e Brendan Gleeson e di The Fabelmans di Steven Spielberg, pare che la strada per la medaglia d’oro ad Everything Everywhere sia inevitabile. Almeno fino all’apertura della busta.

  1. Everything Everywhere All At Once (Daniel Kwan, Daniel Scheinert)
  2. Niente di nuovo sul fronte occidentale (Edward Berger)
  3. Gli spiriti dell’isola (Martin McDonagh)
  4. The Fabelmans (Steven Spielberg)
  5. Top Gun: Maverick (Joseph Kosinski)
  6. Elvis (Baz Luhrmann)
  7. Tàr (Todd Field)
  8. Women Talking (Sarah Polley)
  9. Avatar: La via dell’acqua (James Cameron)
  10. Triangle of Sadness (Ruben Ostlund)

Miglior regia

I Daniels

Novembre: I titoli più forti che potrebbero rientrare nella categoria del miglior film agli Oscar 2023 sono tutti capitanati da grandi registi e autori dietro la macchina da presa. Certo, la strada per gli Oscar è ancora lunga da qui a marzo, eppure Steven Spielberg già ci sembra favoritissimo (sulla carta) nella categoria della miglior regia per il suo intimo e semi-autobiografico The Fabelmans. Chi potrebbe insidiarlo? Forse Damien Chazelle punta alla seconda statuetta per il suo Babylon? Oppure saranno i folli Daniels per Everything Everywhere All At Once?

Dicembre: Dopo le candidature attese ai Golden Globe e ai Critics’ Choice Awards, Steven Spielberg rimane ancora saldamente in pole position per la statuetta alla miglior regia, anche se al momento in cui scriviamo ha ottenuto solamente il premio di categoria per The Fabelmans presso la National Board of Review; un po’ pochino per colui che avrebbe potuto fare piazza pulita dei circoli della critica Usa, adesso dominata dalla presenza della folle coppia formata da Daniel Scheinert e Daniel Kwan per Everything Everywhere All At Once, dall’indiano S.S. Rajamouli per RRR (vincitore della regia ai New York Film Critics Awards) e da Todd Field per Tàr. Senza dimenticare l’ottima performance ed accoglienza generale dei film diretti rispettivamente da Martin McDonagh e James Cameron.

Gennaio: Se prima sembrava che Steven Spielberg avesse l’Oscar alla miglior regia in tasca, le cose sono drasticamente cambiate. Il regista di The Fabelmans ha sì ottenuto la statuetta del Golden Globe, ma nella stessa categoria è stato battuto ai Critics’ Choice Award da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, folli autori dietro il successo di Everything Everywhere All At Once. E non solo. Alle candidature ai Bafta, Spielberg è stato addirittura snobbato nelle categorie maggiori (film e regia, tra le altre), lasciando quindi spazio ai Daniels o potenzialmente ad altri cineasti per poter concorrere alla statuetta inglese. L’unica speranza per il regista americano è di vincere il prestigioso Directors Guild Award, il riconoscimento massimo del sindacato registi. E anche in quell’ipotesi, sarebbe sfida aperta tra Steven Spielberg e i Daniels; sempre che il Bafta non venga vinto da un terzo regista (Martin McDonagh per Gli spiriti dell’isola? Il tedesco Edward Berger per il candidatissimo Niente di nuovo sul fronte occidentale?).
Febbraio: I risultati dei Directors Guild Awards parlano chiaro: Daniel Kwan e Daniel Scheinert sono i favoriti statistici per l’Oscar alla regia, corroborando il premio di categoria che avevano ricevuto ai Critics’ Choice Awards settimane prima. Ai Bafta però, nonostante fossero in gara, sono stati battuti dal tedesco Edward Berger per Niente di nuovo sul fronte occidentale, che però non è candidato all’Oscar. Questo “vuoto” lascia dunque spazio a due ipotesi: i Daniels sono semplicemente imbattibili oppure c’è quindi possibilità per un’alternativa? Nonostante tutto, Steven Spielberg per The Fabelmans ha pur sempre con sé il Golden Globe alla regia; che sia lui il voto di rispetto ed ammirazione che metterà d’accordo la maggior parte dei membri dell’Academy?
Marzo: Dopo gli scossoni dei Bafta, nulla è cambiato nella categoria della miglior regia: Edward Berger ha ottenuto il riconoscimento dei premi britannici (ma agli Oscar non è candidato), mentre i Daniels si sono accaparrati il Critics’ Choice Award e il DGA per Everything Everywhere All At Once; Spielberg invece, si deve accontentare di un Golden Globe. Di regola quindi, l’Oscar alla miglior regia dovrebbe andare senza indugio al folle duo del film favorito al maggior numero di statuette; chance diminuite seppur non del tutto improbabili quelle del regista di The Fabelmans, che forse potrebbe contare su alcuni voti “sulla fiducia” e sul rispetto verso il regista da parte dei membri più anziani dell’Academy e da parte dei “dissidenti” del film dei Daniels.

  1. Daniel Kwan, Daniel Scheinert, Everything Everywhere All At Once
  2. Steven Spielberg, The Fabelmans
  3. Todd Field, Tàr
  4. Martin McDonagh, Gli spiriti dell’isola
  5. Ruben Ostlund, Triangle of Sadness

Miglior attrice protagonista

Tàr

Novembre: La categoria attoriale femminile è tra le più ricche e competitive degli ultimi anni, almeno sulla carta. A dominare la possibile cinquina per la miglior attrice protagonista al momento è Cate Blanchett in Tàr, ruolo per il quale ha già ottenuto il plauso della critica e la Coppa Volpi a Venezia, ma a insidiarla ci sono delle vere e proprie fuoriclasse. Ad ottenere l’Oscar potrebbe essere infatti Michelle Yeoh in Everything Everywhere All At Once oppure l’intensa e commovente Danielle Deadwyler in Till, tratto da un’agghiacciante storia vera; senza dimenticare Margot Robbie per Babylon, che all’ultimo potrebbe spazzare tutte via in un sol boccone.

Dicembre: I premi della stampa statunitense sembrano essere unanimi: la lotta per l’Oscar alla miglior attrice protagonista sarà tutta tra Cate Blanchett per Tàr (già vincitrice per il ruolo della Coppa Volpi a Venezia) e Michelle Yeoh per Everything Everywhere All At Once. Rimangono a galla performance come quelle di Viola Davis in The Woman King, Michelle Williams in The Fabelmans e Margot Robbie per Babylon (entrambe candidate a Golden Globe e Critics’ Choice), scendono invece le chance di Danielle Deadwyler in Till, ingiustamente snobbata nella sua categoria ai Globe.

Gennaio: Sfida senza esclusione di colpi tra Cate Blanchett e Michelle Yeoh per la statuetta femminile principale. La prima, per lo straordinario e provocatorio Tàr, che ha già ottenuto il Golden Globe Drama e il Critics’ Choice Awards, la seconda è diventata la prima interprete malese a ricevere un Golden Globe attoriale. Qualcosa ci dice che queste due veterane della recitazione si divideranno ancora una volta i premi ai prossimi, fondamentali appuntamenti televisivi: i SAG e i Bafta, per la precisione. Per quanto riguarda le altre contender, guadagna insospettabilmente terreno Ana De Armas per Blonde, film che le ha permesso di ricevere candidature chiave ai SAG e Bafta, mentre la campagna virale su Twitter ed Instagram di moltissimi suoi colleghi e membri dell’Academy potrebbe costare all’outsider Andrea Riseborough una primissima e storica candidatura alla statuetta per il piccolo film low budget To Leslie. Ce la farà a raggiungere il numero necessario per la nomination? E a spese di chi? Nel frattempo, la tanto celebrata Michelle Williams per The Fabelmans viene “zittita” alle candidature degli Screen Actors Guild Awards e della British Academy: troppo confusi nel decidere a quale categoria appartiene il ruolo della Williams? Che sia Lead o Supporting, questo potrebbe essere un giochetto capace di portarle via voti necessari per l’eventuale nomination.
Febbraio: Sfida all’ultimo voto tra Cate Blanchett in Tàr e Michelle Yeoh in Everything Everywhere All At Once. La prima ha collezionato per il suo monumentale ruolo nel film scritto e diretto da Todd Field il Golden Globe, il Critics’ Choice e il Bafta, la seconda invece ha da pochissimo vinto il SAG come miglior attrice protagonista, oltre al Globe Comedy/Musical; saràs sufficiente a spingere l’attrice malese verso il suo primissimo Oscar di carriera? Del resto, il film di cui è protagonista è il favorito statistico agli Academy Awards anche nelle categorie del miglior film e della regia, un vantaggio che potrebbe tornare utile più alla Yeoh che alla Blanchett. Che nonostante tutto, rimane fermamente in gara e che per una manciata di voti potrebbe uscirne vittoriosa con il suo terzo Academy Award di carriera.
Marzo: Con la conferma dei SAG Awards, i maggiori riconoscimenti cinematografici del sindacato attori di Hollywood, abbiamo finalmente una corsa all’ultimo voto nella categoria femminile principale: Michelle Yeoh ottiene il beneplacito dei suoi colleghi con il SAG per Everything Everywhere All At Once, ma Cate Blanchett per Tàr le sta con il fiato sul collo con i seguenti premi ricevuti nel corso della awards season: Golden Globe Drama, Critics’ Choice Award e Bafta. Chi vincerà? Qualcosa ci dice che, alla fine della fiera, potrebbe essere l’attrice malese a spuntarla sulla regina australiana. Per una manciata di voti, letteralmente.

  1. Michelle Yeoh, Everything Everywhere All At Once
  2. Cate Blanchett, Tàr
  3. Andrea Riseborough, To Leslie
  4. Michelle Williams, The Fabelmans
  5. Ana de Armas, Blonde

Miglior attore protagonista

The Whale

Novembre: Difficile remare contro la straordinaria performance mimetica e vocale di Austin Butler nei panni della leggenda musicale Elvis Presley del film di Baz Luhrmann; eppure, se c’è qualcuno che può fermare il treno Butler, quello potrebbe essere l’intenso e irriconoscibile Brendan Fraser in The Whale; per il ruolo di un professore d’inglese recluso e obeso, l’attore canadese ha ricevuto lodi commosse a Venezia: sarà lui l’alternativa alla leggenda del rock? Colin Farrell e Bill Nighy, invece, puntano alla loro prima candidature all’Oscar di carriera, anche se la statuetta sembra un obiettivo un po’ più complesso.

Dicembre: Colin Farrell sta facendo decisamente la parte del leone ai premi della critica regionale statunitense; il suo già acclamatissimo ruolo ne Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh (già premiato con la Coppa Volpi all’ultima Mostra di Venezia) sta vincendo a destra e a manca, lasciando agli altri contender maschili solamente le briciole. Dopo di lui, si piazza il sempre solido Austin Butler in Elvis, Brendan Fraser in The Whale e il britannico Bill Nighy per Living. Salgono le chance di una nuova candidatura all’Oscar per Tom Cruise in Top Gun: Maverick dopo l’ottima performance del film ai premi della stampa Usa.
Dicembre: Colin Farrell sta facendo decisamente la parte del leone ai premi della critica regionale statunitense; il suo già acclamatissimo ruolo in Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh (già premiato con la Coppa Volpi all’ultima Mostra di Venezia) sta vincendo a destra e a manca, lasciando agli altri contender maschili solamente le briciole. Dopo di lui, si piazza il sempre solido Austin Butler in Elvis, Brendan Fraser in The Whale e il britannico Bill Nighy per Living. Salgono le chance di una nuova candidatura all’Oscar per Tom Cruise in Top Gun: Maverick dopo l’ottima performance del film ai premi della stampa Usa.

Gennaio: Austin Butler, Colin Farrell e Brendan Fraser. Sono loro che fanno parte di questa temporanea triade di contender agguerritissimi per la statuetta maschile protagonista. Sì perché il primo ha vinto da poco il Golden Globe grazie al suo mimetico ruolo in Elvis, il secondo si è “accontentato” del Globe Comedy/Musical per Gli spiriti dell’isola, mentre il terzo ha vinto un po’ a sorpresa il Critics’ Choice Award per The Whale, battendo entrambi. Una lotta a tre che potrebbe risolversi con i prossimi risultati dei SAG e dei Bafta, sempre che il sindacato attori non scelga un interprete differente da quello che farà la British Academy; in quel caso, allora, sarà suspense sul nome che incenserà l’Academy fino al momento dell’apertura della busta.
Febbraio: Anche in questa categoria abbiamo una gara appassionante. Se Austin Butler per l’Elvis di Baz Luhrmann si è portato a casa il Golden Globe Drama, ed il Bafta, a tallonarlo da molto vicino ci ha pensato Brendan Fraser. Il protagonista di The Whale ha difatti ottenuto il Critics’ Choice e il SAG, generando una possibile sfida per una manciata di preferenze per la statuetta al miglior attore protagonista. Sul podio, al terzo posto, Colin Farrell per Gli spiriti dell’isola, con un Globe Comedy/Musical che poca differenza dovrebbe fare ai sensi della sfida maschile dell’anno. Certo è che Elvis ha ricevuto da parte dell’Academy ben 8 nomination inclusa quella al miglior film, posizione che dovrebbe favorire le chance di Butler, alla fine della corsa.
Marzo: Anche in questo caso, i SAG Awards si sono rivelati oltremodo propiziatori per la categoria maschile protagonista; a vincere questo importante riconoscimento, un po’ a sorpresa, è stato Brendan Fraser per The Whale, che in combo con il precedente Critics’ Choice vinto un mese prima, si accinge a dare battaglia ad Austin Butler in Elvis, che dalla sua ha comunque un Golden Globe Drama e un Bafta. Terzo classificato, forse, un distante Colin Farrell per Gli spiriti dell’isola, che con il solo Globe Comedy non dovrebbe riservare alcuna sorpresa. Tra Fraser e Butler però, tendiamo verso una vittoria sul filo di lana per lo straordinario interprete dell’Elvis di Baz Luhrmann che, nonostante tutto, ha dalla sua ben 8 candidature all’Oscar, tra cui quella significativa al miglior film.

  1. Austin Butler, Elvis
  2. Brendan Fraser, The Whale
  3. Colin Farrell, Gli spiriti dell’isola
  4. Paul Mescal, Aftersun
  5. Bill Nighy, Living

Miglior attrice non protagonista

Kerry Condon

Novembre: E per quanto riguarda le migliori attrici non protagoniste? Da sempre un po’ più bistrattata rispetto alla categoria “sorella” delle colleghe protagoniste, quest’anno sembra non voler fornire una favorita della prima ora; per capire chi è effettivamente in pole position dovremo attendere i primi resoconti dei premi della critica Usa a dicembre e poi le nomination importanti ai Golden Globe e ai SAG, per esempio. Ma al momento ci sembrano molto ben piazzate le due interpreti di Women Talking Jessie Buckley e Claire Foy, senza dimenticare che Jamie Lee Curtis punta alla sua prima candidatura di carriera per Everything Everywhere All At Once. Ecco le principali contender di supporto:

Dicembre: Rispetto ai nostri pronostici di novembre, ci sono stati grandi sconvolgimenti nella categoria della miglior attrice non protagonista. Le interpreti femminili di Women Talking vengono snobbate alle candidature ai Golden Globe e non ricevono (ad oggi) menzioni o premi di categoria ai riconoscimenti della critica regionale Usa, mentre salgono le preferenze e le possibilità da Oscar di interpreti come Kerry Condon in Gli spiriti dell’isola e Jamie Lee Curtis in Everything Everywhere All At Once. Senza dimenticare interpreti come Janelle Monaé in Glass Onion, la filippina Dolly De Leon in Triangle of Sadness (vincitrice a Los Angeles) e l’inattesa Keke Palmer in Nope di Jordan Peele, che ha ottenuto il premio femminile presso il circolo della critica di New York.

Gennaio: A marzo, l’Academy potrebbe entrare nuovamente nella storia con il primo Oscar assegnato ad un interprete di un film Marvel Studios. Dopo il Golden Globe e il Critics’ Choice assegnati a Angela Bassett per Black Panther: Wakanda Forever, la statuetta per la migliore interprete femminile di supporto ha finalmente trovato la sua prima favorita. Ma fate attenzione: la partita potrebbe non essere ancora terminata, perché l’irlandese Kerry Condon potrebbe ancora far sentire la sua voce ai Bafta, giocando un po’ in casa e dando del filo da torcere alla Regina Ramonda del sequel Disney.

Febbraio: E chi l’avrebbe mai detto che la corsa all’Oscar per la miglior attrice non protagonista sarebbe stata la più emozionante ed imprevedibile? Dopo i risultati dei Bafta e dei SAG, la gara è sostanzialmente a tre: Angela Bassett per Black Panther: Wakanda Forever (Golden Globe + Critics’ Choice), Kerry Condon (Bafta) e Jamie Lee Curtis (SAG). Chi la spunterà? Qualcosa ci dice che a privilegiarne da questo scenario fratturato potrebbero essere l’attrice irlandese de Gli spiriti dell’isola; oppure la veterana Curtis con un premio che sa di celebrazione di carriera? Eppure, la stessa narrativa della statuetta alla filmografia non dovrebbe funzionare anche per la Bassett, tra la attrici afro-americane più prolifiche di sempre ancora senza Oscar? Anche in questo caso, una semplice manciata di voti potrebbe stabilire il nome della vincitrice.
Marzo: Ma tra tutte le categorie artistiche dei 95° Oscar, quella più imprevedibile è riservata alle attrici di supporto. Se Angela Bassett per Black Panther: Wakanda Forever era partita in quarta con Golden Globe e Critics’ Choice Award, ai Bafta l’ha spuntata in casa Kerry Condon per Gli spiriti dell’isola, mentre ai SAG, un po’ a sorpresa, ce la fa Jamie Lee Curtis per Everything Everywhere All At Once. Quale delle tre interpreti femminili è più amata dall’Academy? Quale di queste tre fa parte del film più forte? Vincerà la narrazione delle grandi veterane ancora senza statuetta (Bassett o Curtis), oppure prevarrà un sentimento più euro-centrico ed internazionale con l’irlandese Condon? Allo stato attuale delle cose, tutte e tre potrebbero ottenere realisticamente l’Oscar per uno o due voti di vantaggio rispetto alle altre. Buona fortuna a chi indovinerà la scelta finale dell’Academy contenuta nella busta.

  1. Kerry Condon, Gli spiriti dell’isola
  2. Jamie Lee Curtis, Everything Everywhere All At Once
  3. Angela Bassett, Black Panther: Wakanda Forever
  4. Stephanie Hsu, Everything Everywhere All At Once
  5. Hong Chau, The Whale

Miglior attore non protagonista

Ke Huy Quan
Novembre: La categoria dei migliori interpreti maschili di supporto sulla carta è altrettanto ricca, tanto che l’eventuale cinquina potrebbe essere occupata da interpreti asiatici alla ribalta, veterani del grande e piccolo schermo, superstar e nuove leve della recitazione. Una cinquina dominata da nomi variegatissimi e molto stimolanti, come ad esempio il redivivo Ke Huy Quan di Everything Everywhere All At Once, il sottile Brendan Gleeson in Gli spiriti dell’isola, ma anche Brad Pitt in Babylon, oppure gli interpreti maschili del delicato e commovente The Fabelmans.

Dicembre: Praticamente impossibile scommettere contro le chance del redivivo Ke Huy Quan, che per Everything Everywhere All At Once sta letteralmente dominando i premi regionali della critica americana; lo seguono, seppur con distanza, Brendan Gleeson e Barry Keoghan in Gli spiriti dell’isola, Paul Dano e Judd Hirsch in The Fabelmans, ma anche Brad Pitt in Babylon ed un ritrovato Eddie Redmayne nel film Netflix The Good Nurse.

Gennaio: Golden Globe, Critics’ Choice, candidature ai Bafta e ai SAG e una valanga di premi della critica regionale Usa. Piuttosto difficile formulare un pronostico contro Ke Huy Quan come miglior attore non protagonista per Everything Everywhere All At Once. Gli unici che potrebbero fermare la possibile piazza pulita dell’interprete vietnamita sono Brendan Gleeson e Barry Keoghan per Gli spiriti dell’isola; se però entrambi verranno candidati nella stessa cinquina potrebbero cancellarsi voti l’un l’altro, favorendo ancor di più la posizione privilegiata dell’ex-bambino prodigio degli anni ’80.
Febbraio: Se Ke Huy Quan per Everything Everywhere All At Once parte come favorito statistico con il Golden Globe, il Critics’ Choice e il SAG ottenuto, non sottovaluteremmo però le possibilità da Oscar di Barry Keoghan, che per Gli spiriti dell’isola ha vinto inaspettatamente un meritato Bafta. Certo, Everything Everywhere All At Once è un film generalmente molto più forte rispetto a quello di McDonagh nella corsa alle statuette, ma se i membri dell’Academy dovessero far ricadere la loro scelta su un nome alternativo a quello di Quan, potrebbe essere quello dell’ottimo Keoghan, a conti fatti.
Marzo: Non ci dovrebbero essere sorprese significative invece nella categoria del miglior attore non protagonista. Dopo le vittorie schiacciati ai Golden Globe, Critics’ Choice e SAG, Ke Huy Quan si accinge a fare la storia dell’Academy con Everything Everywhere All At Once, anche se qualcosa ci dice che l’alternativa più valida a Quan potrebbe essere l’irlandese Barry Keoghan de Gli spiriti dell’isola, che nonostante tutto ha battuto l’attore di origine vietnamita ai Bafta. Ruscirà Keoghan in un insperato upset durante la notte degli Oscar? Improbabile, ma non del tutto impossibile.

  1. Ke Huy Quan, Everything Everywhere All At Once
  2. Barry Keoghan, Gli spiriti dell’isola
  3. Brendan Gleeson, Gli spiriti dell’isola
  4. Judd Hirsch, The Fabelmans
  5. Bryan Tyree Henry, Causeway
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