Giovedì 23 gennaio sono state annunciate le candidature agli Oscar 2025, i più prestigiosi premi del cinema americano assegnati ogni anno, come da tradizione, dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Un’annata, la novantasettesima per i premi cinematografici più famosi al mondo, ricca di sorprese e di tante, tantissime conferme. Le nomination di quest’anno ci permettono ancora una volta di profilare un’Academy in repentino cambiamento interno, tra passaggi transgenerazionali, maggiore equità di genere all’interno dei membri votanti, e un’attenzione sempre più particolare ai professionisti dietro e davanti la macchina da presa al di fuori del territorio statunitense.
Che siano europei, latinoamericano o asiatici, molti di questi sono gli attuali membri dell’accademia cinematografica americana che sono entrati a far parte della giuria legittimamente meritevole di votazione; e le conseguenze della loro gradita presenza si sono fatte sentire più e più volte nelle precedenti edizioni. Quest’anno, non è affatto da meno, a partire dalle 13 nomination da record ad Emilia Pèrez, co-produzione franco-messicana scritta e diretta da Jacques Audiard già in pole position per le statuette principali. Di seguito, un commento strutturato alle candidature più attese dell’anno.
Emilia Pèrez da record storico
Iniziamo con i record: Emilia Pèrez, co-produzione franco-messicana scritta e diretta da Jacques Audiard ha ricevuto ben 13 nomination, un numero altissimo che catapulta il film presentato a Cannes lo scorso anno non soltanto nel pantheon dei film più nominati dall’Academy (il tetto, per ora, è 14 ed è detenuto da Eva contro Eva, Titanic e La La Land), ma è anche la pellicola non in lingua inglese più candidata in assoluto negli annali degli Oscar. Un segnale fortissimo di internazionalità dell’organizzazione losangelina che batte in termini puramente numerici le 10 menzioni precedenti di Roma di Alfonso Cuaròn e La tigre e il dragone di Ang Lee.
Già vincitore a Cannes 2024 del Premio della Giuria e del riconoscimento ex-aequo per le quattro interpreti femminili, Emilia Pèrez ha già conquistato 5 European Film Awards, 4 Golden Globe e 10 nomination ai Bafta. Che il musical atipico di Audiard sia veramente il primissimo favorito alla statuetta principale? Il suo podio in realtà potrebbe essere insidiato da altri titoli molto ben posizionati, anche se con meno candidature totali.
Sorpresa Brasile
Ma il grande cinema non in lingua inglese agli Oscar 2025 non è soltanto il musical latinoamericano con Karla Sofìa Gascòn, Zoe Saldana e Selena Gomez. A fare la più grande sorpresa nel corso dell’annuncio delle candidature è stato il film Io sono ancora qui, diretto dal brasiliano Walter Salles; che, dopo essere stato presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e aver vinto il premio alla sceneggiatura, aveva ottenuto 2 candidature ai Golden Globe, vincendo nello stupore di tutti il premio alla miglior attrice drammatica, assegnato ad una incredula e commossa Fernanda Torres.
Sicuramente, la visibilità post-Golden Globe ha giocato un ruolo fondamentale nel posizionare Fernanda Torres e il suo film sul podio delle priorità dei membri votanti dell’Academy, ma nessuno si sarebbe aspettato che Io sono ancora qui avrebbe ottenuto tre candidature “pesanti”: sebbene quella al miglior film internazionale fosse già annunciata, le menzioni al miglior film e alla miglior attrice protagonista sono state molto più che inaspettate. Un’ulteriore riprova del fatto che l’Academy è in progressiva trasformazione dal suo interno, sempre più aperta a produzioni ed interpretazioni fuori dalla bolla dell’industria prettamente hollywoodiana e statunitense.
Gli snobbati
Però, la 97° edizione degli Oscar, come da sua altrettanto spiacevole tradizione, si porta con sé la scia delle polemiche riguardanti titoli e performance totalmente snobbate. E quindi, fuori dalle cinquine degli interpreti Daniel Craig per il Queer di Luca Guadagnino, attrici del calibro di Nicole Kidman ed Angelina Jolie non ce la fanno e “saltano” la candidatura rispettivamente per Babygirl e Maria, mentre tra i performer di supporto si notano le assenze di Denzel Washington (Il Gladiatore II), Selena Gomez (Emilia Pèrez) e Margaret Qualley (The Substance).
Non va meglio nelle categorie considerate “tecniche”, dove è possibile notare un Dune: Parte 2 che raccoglie molto meno di quello che ci si sarebbe potuto attendere o che avrebbe meritato (delle sue 5 nomination totali, un po’ pochine, mancano le menzioni ai costumi, al trucco, al montaggio ad esempio), mentre sembra una battuta di cattivo gusto l’assenza di Beetlejuice Beetlejuice diretto da Tim Burton nella sacrosanta categoria del miglior trucco ed acconciatura. Senza contare, che molta dell’Italia che avrebbe potuto e dovuto essere candidata ai 97° Oscar, nemmeno ce l’ha fatta.
E l’Italia?
E proprio sul fronte italiano ci sono state svariate delusioni. A partire dalla totale assenza di candidature per Challengers di Luca Guadagnino, che non ottiene alcuna delle menzioni che avrebbe potuto raccogliere (erano particolarmente prevedibili quelle al montaggio, alla colonna sonora e alla canzone originale); snobbato anche il costumista Massimo Cantini Parrini per il Maria di Pablo Larraìn nella rispettiva categoria. Ma forse a bruciare di più è stata l’assenza di Vermiglio di Maura Delpero nella cinquina per il miglior film internazionale, laddove il lungometraggio già vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultimo Festival di Venezia aveva invece ottenuto la nomination dei Golden Globe.
Unica rappresentante per l’Italia è invece Isabella Rossellini, candidata come miglior attrice non protagonista per Conclave di Edward Berger; prima nomination di carriera per la figlia di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, e la sola interprete femminile di lingua italiana ad aver ricevuto la menzione dell’Academy dai tempi di Sofia Loren per Matrimonio all’italiana, nel lontano 1966. Precedentemente a quell’anno sia Loren che Anna Magnani avevano tuttavia ricevuto la statuetta, rispettivamente per La ciociara e La rosa tatuata. Appuntamento quindi a domenica 2 marzo per la cerimonia di premiazione degli Oscar 2025, quando scopriremo quali saranno i lungometraggi e le interpretazioni che saliranno sul podio più brillante e prestigioso di Hollywood.