Com’è possibile partire da un’attrazione all’interno di un parco giochi e trasformarla in un franchise cinematografico? La formula esatta di questo successo potrebbe essere misteriosa e perfino casuale. Sta di fatto, però, che la Disney è riuscita ad individuarla ed applicarla con la saga Pirati dei Caraibi.
Prodotta da Jerry Bruckheimer ed ispirata proprio all’attrazione Pirates of the Caribbean, una delle presenze classiche all’interno dei parchi Walt Disney, questa serie di film deve molto all’individuazione del personaggio di Jack Sparrow. Interpretato da Johnny Deep. Cialtrone e dall’atteggiamento sempre poco eroico, rappresenta il perfetto antieroe dotato d’ironia e capace di dare leggerezza a tutto il progetto.
Sua perfetta antitesi, invece, è il giovane Will Turner che, grazie anche all’interpretazione di Orlando Bloom, rappresenta l’incarnazione dell’uomo che lotta per l’onore e per amore. Di chi? Ovviamente di una ragazza che non incarna i modelli di debolezza e fragilità dell’epoca. Piuttosto la giovane Elizabeth Swann fa sfoggio d’intelligenza, senso dell’avventura e una naturale propensione per i guai. Una donna moderna, dunque, che si ritrova perfettamente nel volto di Keira Knightley.
Questi tre personaggi, dunque, sono gli elementi portanti di una storia che è riuscita a svilupparsi attraverso più film, facendo affezionare il pubblico a tutta la vicenda. Ma da quale capitolo iniziare per una visione piacevole? Il consiglio è di seguire comunque il naturale susseguirsi delle pellicole. Per questo motivo, dunque, riordiniamo i film della saga Pirati dei Caraibi in ordine cronologico.
1. Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna (2003)
Tutto ha avuto inizio durante i primi anni del duemila. In quel momento, infatti, la Disney ha cominciato a riflettere sull’opportunità di trasformare Pirati dei Caraibi, una delle sue storiche attrazioni risalente addirittura agli anni sessanta, in un film. Un esperimento che, almeno dal punto di vista della sceneggiatura, viene affidato a Ted Elliot e Terry Rossio, per poi essere messo nelle mani del regista Gore Verbinski.
All’inizio, però, non si pensava certo alla realizzazione di una saga. Per questo motivo il film è stato concepito come un elemento unico che, in caso di successo, avrebbe dato il via ad una lunga produzione di capitoli successivi. Alla sua uscita in sala, però, Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna riesce a dissipare qualsiasi tipo di dubbio. Non solo conquista il pubblico ma riesce anche ad ottenere l’approvazione della critica. A colpire sono gli effetti speciali e la colonna sonora, diventata ormai riconoscibile. Oltre, ovviamente, all’interpretazione del cast. In modo particolare convince Johnny Deep che, ancora una volta, dimostra di trovarsi a suo agio nel vestire una maschera o un personaggio fortemente caratterizzato.
La vicenda porta il pubblico direttamente nel 1728 nel cuore dei Caraibi. Qui, una giovane Elizabetth Swan, figlia del governatore e promessa sposa del Commodoro Norrington, si sente letteralmente soffocare all’interno della sua vita fatta di doveri e di una femminilità sempre sottomessa. Due elementi che poco si addicono ad un temperamento ribelle come il suo. Oltre a questo, poi, sembra nutrire una naturale propensione per il giovane Will Turner, il fabbro della cittadina che conosce fin da quando è bambina.
Tutto, dunque, sembra svolgersi in modo preordinato fino a quando nelle loro esistenze non fa la sua rocambolesca entrata il pirata Jack Sparrow. Considerato il nemico numero uno dalla marina di Sua Maestà. A rendere l’avventura ancora più interessante, poi, è un misterioso medaglione che Elizabeth indossa da quando è bambina. Lo stesso che attrae l’attenzione dell’equipaggio della Perla Nera ai comandi di Capitan Barbossa e causa il rapimento della ragazza.
Per salvarla da un destino poco rassicurante nelle mani di un equipaggio di pirati, dunque, Will accetta di venire a patti con Sparrow. Ma gli interessi dell’uomo sono sempre poco onorevoli e con un chiaro risvolto egoistico. Due elementi che innestano un’avventura veramente inaspettata tra navi e pirati fantasmi.
2. Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma (2006)
Tre anni dopo il primo capitolo, arriva in sala anche Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma. In questo caso, però, l’accoglienza della critica è decisamente più tiepida. Il pubblico, invece, decreta il successo economico, dimostrando di essere stato irrimediabilmente conquistato dal progetto. Per dare maggior risalto al nuovo capitolo, comunque, la Disney ha deciso di organizzare un’anteprima proprio all’interno del parco Disneyland in California. Per l’occasione, poi, è stata riaperta al pubblico anche l’altrettanto famosa attrazione d’ispirazione per il progetto.
Se la presentazione viene fatta su suolo americano, altrettanto non si può dire per le riprese. Queste, infatti, sono realizzate tra il Messico, la Dominicana e le Bahamas. Già da questo, dunque, si dovrebbe intuire lo sforzo economico della produzione. In tutto, infatti, il film è costato 225 000 000 di dollari. Un particolare che lo ha trasformato velocemente in uno dei progetti più costosi della storia del cinema.
Non tutti sanno, inoltre, che un elemento essenziale per la buona realizzazione del film è stato l’effetto sorpresa. In almeno due scene, infatti, il regista Verbinski ha scelto di prendere letteralmente in contropiede il suo cast. La prima è quella del bacio tra Jack Sparrow ed Elizabeth cui assiste un attonito e alquanto sorpreso Will. Due emozioni che sono tanto visibili quanto reali sul volto di Orlando Bloom.
L’attore, infatti, era assolutamente all’oscuro di questo particolare, visto che non era stato evidenziato sul copione. La seconda e, probabilmente la più importante dal punto di vista narrativo, è il ritorno in scena di Geoffrey Rush nei panni di Barbossa, dato per morto al termine del primo capitolo. Per rendere più genuina possibile la sorpresa, dunque, al cast non era stata rivelata la sua presenza.
Dal punto di vista narrativo, invece, questo secondo capitolo inizia con il matrimonio interrotto di Elizabeth e Will. I due, infatti, vengono arrestati per aver aiutato Jack Sparrow a fuggire alla giustizia. Turner, però, è liberato per recuperare la bussola del pirata, famosa per indicare la direzione di ciò che viene desiderato di più da chi la impugna. In questo modo, dunque, Will pensa di riuscire a riscattare la vita e la libertà di Elizabeth. Dal canto suo, però, la ragazza non è certo tipo da rimanere ad aspettare.
Questa, infatti, evade grazie all’intervento del padre e s’imbarca sotto mentite spoglie su di un mercantile diretto a Tortuga. Jack Sparrow, invece, dopo essere fuggito da una prigione, è costretto a mettersi alla ricerca del forziere fantasma. Solo in questo modo sarà in grado d’ingannare la morte e non cedere la sua anima a Davy Jones, ripagando in questo modo un debito eterno. Inutile dire che le strade dei tre sono destinate a riunirsi.
3. Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo (2007)
Il terzo capitolo della saga de I Pirati dei Caraibi è stato girato praticamente in concomitanza con il secondo. E con questo condivide anche la sorte nelle sale. Alla sua uscita un anno dopo La maledizione del forziere fantasma, infatti, diventa subito campione d’incassi. La critica, invece, continua ad avere un atteggiamento tiepido.
A colpire, in questo caso, però, sono soprattutto gli effetti speciali. Tanto da ottenere anche una candidatura agli Oscar. Fin da Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna questo aspetto puramente tecnico ha rappresentato un fiore all’occhiello della produzione. Questi, infatti, sono stati realizzati dalla Industrial Light & Magic, società fondata da George Lucas.
Impegnativa, poi, è anche la realizzazione della scena dello scontro tra la Perla Nera e l’Olandese Volante. In questo caso, infatti, 600 addetti lavorano per la costruzione del set. Le riprese, invece, hanno richiesto ben tre mesi di lavoro grazie alla tecnologia del blue screen.
Tra le curiosità che hanno caratterizzato questo film, inoltre, spicca anche la presenza inaspettata di una rock star. Si tratta di Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones. Il suo inconfondibile look, infatti, ha ispirato quello dello stesso Sparrow. La sua presenza era stata già prevista nel secondo capitolo, poi rimandata a causa dei suoi impegni musicali. In questo caso, comunque, si è concesso il piacere di un cameo nei panni di Capitan Edward Teague, padre di Jack e custode del Codice dei Pirati.
Ma dove conduce questa terza avventura? Will ed Elizabeth sembrano essere definitivamente votati alla causa piratesca. Per questo motivo salpano per Singapore. Qui devono incontrare Sao Feng. Il fine è ottenere delle carte nautiche necessarie per arrivare allo scrigno del malvagio Davy Jones. Al suo interno, infatti, sono intrappolati Jack Sparrow e la Perla Nera. Ad aiutarli in questa nuova missione, poi, ci sono anche Hector Barbossa, Joshamee Gibbs e Tia Dalma. Da parte sua, però, Will promette a Sao Feng di cedergli Jack chiedendo in cambio la Perla Nera. In questo modo potrebbe salvare suo padre Sputafuoco dall’Olandese Volante.
4. Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare (2011)
Il quarto film è, senza dubbio, il più autonomo visto che si tratta di una sorta di spin-off dedicato esclusivamente al personaggio di Jack Sparrow e alla sua ricerca della Fonte della Giovinezza. In questo senso, dunque, segna anche il tentativo di una nuova era narrativa all’interno di questo franchise. Una direzione che, però, non sembra aver portato le stesse soddisfazioni dei film precedenti.
In effetti il produttore Jerry Bruckheimer aveva già ampiamente chiarito che Ai confini del mondo rappresentava il terzo ed ultimo capitolo della saga. Nonostante questo, però, il progetto lascia ancora ampio spazio per ampliare diversi temi narrativi. Per questo motivo, dunque, la produzione decide di opzionare i diritti del romanzo Mari Stregati di Tim Powers, dal quale trarre degli elementi di approfondimento per la sceneggiatura.
Altro cambiamento sostanziale, oltre all’assenza di Orlando Bloom e Keira Knightley, è l’abbandono di Gore Verbinski. Il regista infatti, decide di lasciarsi coinvolgere dal progetto di Rango. Al suo posto, dunque, prende le redini di questo quarto capitolo Rob Marshall.
Ai diversi abbandoni corrispondono molte conferme e nuovi arrivi. Tra le prime ci sono, senza alcun dubbio, quella di Johnny Deep, particolarmente attaccato al progetto, e di Geoffrey Rush, che torna nei panni di Barbossa. Tra le new entry, invece, si registra quella di Penelope Cruz. L’attrice, infatti, interpreta la figlia di Barbanera che ha un legame sentimentale con lo stesso Sparrow.
Il personaggio di Angelica, però, costringe anche Jack a condurli verso la Fonte della Giovinezza per rompere una vecchia profezia di morte. Per attingervi c’è bisogno di trovare due calici d’argento ed una lacrima di sirena. E chi, meglio dello stesso Sparrow, può mettersi alla ricerca di tutto questo?
5. Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar (2017)
Ed arriviamo alla conclusione. Almeno fino a questo momento. Per l’occasione la produzione decide di abbandonare il concetto di storia autonoma rispetto alla direzione narrativa della saga. Questo vuol dire che lo sceneggiatore Jeff Nathanson ed i due registi Joachim Rønning e Espen Sandberg riprendono le fila del discorso la dove il terzo capitolo era terminato. Questo implica che Orlando Bloom riprende il suo ruolo di Will Turner ed anche la Knightley accetta di comparire, anche se non sarà certo essenziale ai fini della vicenda.
Tra le nuove entrate, invece c’è Javier Barden. Dopo l’esperienza della Cruz, infatti, assumerà il ruolo del capitano Armando Salazar, il nuovo villain di questo quinto capitolo. Tornando all’intreccio narrativo, dunque, tutto inizia tredici anni dopo le vicende di Ai confini del mondo. Qui il dodicenne Henry Turner sale a bordo dell’Olandese volante per incontrare suo padre Will Turner. Lo scopo è rivelargli l’esistenza del Tridente di Poseidone, grazie al quale potrebbe riuscire a spezzare qualsiasi maledizione del mare liberandolo dalla sua. Nonostante questo, però, Turner pensa che l’oggetto sia impossibile da trovare e, oltretutto, la ricerca comporti troppi rischi.
Dopo questo confronto la storia compie un ulteriore salto temporale. Da quel momento sono trascorsi altri nove anni. Henry è imbarcato a bordo della HMS Monarch, una nave della Royal Navy e, per la prima volta, si trova faccia a faccia con l’equipaggio fantasma della Silent Mary, guidata dal terribile capitano Armando Salazar. Questo decide di uccidere tutti i compagni di Turner lasciando vivo solo lui per poter raccontare agli altri quanto accaduto. Questo, però, gli fa guadagnare solo una condanna a morte per presunto tradimento. Chiuso in prigione incontra la giovane astronoma Carina Smyth, condannata per le sue conoscenze che le sono valse accuse di stregoneria. Oltre a questo, però, sembra che la ragazza sia a conoscenza d’informazioni importanti riguardo il Tridendente di Poseidone.
Ma in tutto questo, che fine ha fatto Jack Sparrow? La fortuna non è stata dalla sua parte. Il pirata, infatti, sembra aver perso il fascino e la credibilità che il suo nome emanava. Così, privo di ricchezze e di un equipaggio, decide di barattare la sua famosa bussola per una bottiglia di rum. Questa, però, finisce nelle mani di Salazar che inizia a progettare lo sterminio di tutti i pirati. Nonostante ciò, però, l’avventura sta per travolgerlo. Henry e Carina, infatti, sono riusciti a fuggire e, insieme a Sparrow, decidono di andare alla ricerca del Tridente. La ragazza, infatti, rivela di conoscere l’esistenza di una mappa capace di portarli direttamente verso l’oggetto del desiderio. Ovviamente questo comporta il confronto finale con Salazar ma, d’altronde, quando gli eventi si complicano Sparrow da il meglio di sé.