Il film: 10 giorni con Babbo Natale, 2020. Regia: Alessandro Genovesi. Genere: Commedia. Cast: Fabio De Luigi, Valentina Lodovini, Diego Abatantuono. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Prime Video.
Trama: La famiglia “tutta matta” di 10 giorni senza mamma è alle prese con nuovi problemi sulla divisione dei ruoli e con un’avventura che la porterà in viaggio verso la Lapponia a bordo di un vecchio camper per un Natale da trascorrere appassionatamente insieme. Gli imprevisti lungo il percorso e un esilarante incontro-scontro con un sedicente Babbo Natale renderanno il viaggio indimenticabile.
Babbo Natale esiste, parla milanese, ogni tanto ha problemi di memoria e ha avuto una storia d’amore bicentenaria con la Regina dei Ghiacci. Parte da questa premessa 10 giorni con Babbo Natale di Alessandro Genovesi, sequel di 10 giorni senza mamma, un film intriso di spirito natalizio, con tanto di elfi e paesaggi innevati, che di certo non sfigura al cospetto di produzioni simili. Al netto di qualche passaggio a vuoto. Ve ne parleremo nella nostra la recensione di 10 giorni con Babbo Natale.
La trama: tutti insieme, inevitabilmente
Giulia e Carlo Rovelli hanno riorganizzato a fatica la loro famiglia dopo le dimissioni dell’uomo, diventato ufficialmente un casalingo, e il nuovo impiego della donna, tornata a fare l’avvocata in una prestigiosa azienda. I due figli grandi, Camilla e Tito sono in una fase delicata della loro vita. La ragazza è un’ambientalista à la Greta Thurnberg, mentre il fratellino, traviato da un compagno di classe piuttosto rude, è diventato uno xenofobo estremista. Solo l’irresistibile piccola di casa Bianca riesce a mantenere un candore invincibile nei confronti della vita.
Se Carlo è alla ricerca disperata di un lavoro, Giulia sta per avere una promozione. Unico problema: la sua prossima destinazione sarà Stoccolma. Dopo una furibonda lite con la moglie, Carlo decide allora di accompagnare la consorte in Svezia, in modo da passare tutti assieme il Natale. Nel tortuoso percorso verso la Scandinavia la famiglia Rovelli si imbatte, letteralmente, in un uomo che dichiara di essere Babbo Natale (anche se parla milanese stretto). Decideranno quindi di accompagnarlo a Rovaniemi. Ma le cose non saranno semplici.
Parenti serpenti
A un certo punto, sullo scalcagnato camper di Giulio sembra davvero di essere sulla celebre arca di Noè della canzone per bambini. Solo che al posto degli elefanti e dei famigerati liocorni ci sono Albano e Romina, che accompagnano le gesta dei Rovelli con le loro canzoni più belle, Greta Thurnberg e Benito Mussolini (gli alter ego di Camilla e Tito). Questa eterogeneità è la forza di una pellicola che si regge in larga parte su un cast affiatato e ben rodato (il mezzo punto in più è tutto merito suo).
Fedele al motto “squadra che vince non si cambia” in 10 giorni con Babbo Natale ritroviamo Alessandro Genovesi alla regia e alla sceneggiatura, scritta assieme a Giovanni Bognetti, con Fabio De Luigi (ormai lanciatissimo nella commedia formato famiglia come dimostra il prossimo Tre di troppo) coautore del soggetto. Al suo fianco la brava Valentina Lodovini e i tre pargoli, Angelica Elli, Matteo Castellucci e la dolcissima Bianca Usai. Tocco finale, il sempreverde Diego Abatantuono, Babbo Natale sui generis.
Tutto cambia
Già in Mani di fata di Steno si parlava di una famiglia in cui i ruoli centrali erano del tutto ribaltati, con il papà ingegnere (Renato Pozzetto) a fare il casalingo e la mamma (Eleonora Giorgi) lanciatissima come professionista della moda. 39 anni dopo i problemi sono gli stessi. Se il cambio della guardia indebolisce l’autorevolezza del pater familias, al contrario rafforza e maschilizza la donna. Il risultato di questo rimescolamento si ripercuote sui figli, desiderosi di attenzioni spesso e volentieri mal ripagate. Tito è sonnambulo e di destra (ma l’amore lo trasformerà), Camilla è costantemente arrabbiata con il mondo.
Natale con i tuoi
Il merito del film è di aver innestato una trama fiabesca, tipica della commedia natalizia, in un divertente (e ben concepito) film familiare, caratterizzato da un realismo vero e non di facciata, che poi è stato il fattore vincente del precedente 10 giorni senza mamma. Il difficile equilibrio tra vita di coppia, “gestione” dei figli e delle legittime aspirazioni professionali dei genitori, viene rappresentato con grande arguzia, senza fare sconti. E in certi momenti riesce anche a emozionare. La storia non ha ovviamente colpi di scena avvincenti, destinata, com’è logico che sia, a un piacevole happy ending. Tuttavia questo non diminuisce il valore di un film piccolo, ma godibile.
Un film ottimista o bugiardo?
È la domanda alla base di ogni buona commedia: lo spirito intrinsecamente ottimista di una storia a lieto fine finisce per sembrare posticcio? Diciamo che Alessandro Genovesi sa fare bene il suo mestiere e il rischio non viene mai corso. Merito di un Babbo Natale stralunato e dolce, un personaggio ben tratteggiato, e dell’indubbia capacità delle e degli interpreti principali di rendere divertenti anche i passaggi più faticosi, meno originali e lievemente fastidiosi dello script.
Per esempio la riflessione atavica sulla madre (unico?) asse portante della famiglia. Possibile che non si possa andare oltre la classica rappresentazione della donna come angelo del focolare e che debba essere sempre lei a mollare la presa per il bene di tutti? E perché mai un padre che si occupa dei figli deve essere definito mammo? Abbiamo la sensazione che il problema sia culturale e sociale ancor prima che artistico e forse dovremo aspettare ancora un po’ per vederlo risolto nella maniera più soddisfacente. In fondo, Stoccolma sarebbe stata una bellissima location per il terzo capitolo delle avventure della famiglia Rovelli.
La recensione in breve
Divertente commedia natalizia formato famiglia, 10 giorni con Babbo Natale si lascia vedere senza eccessive preoccupazioni. Sostenuto da un cast all'altezza della situazione, la cui alchimia è parte del successo del film. Al netto di qualche passaggio scontato.
-
Voto CinemaSerieTV