Il film: 2012, 2009. Regia di: Roland Emmerich. Cast: John Cusack, Amanda Peet, Chiwetel Ejiofor, Thandiwe Newton. Genere: TCatastrofico, azione, thriller. Durata: 158 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix
La trama: Nel calendario Maya, l’anno 2012 è segnato come la data della fine del mondo, che sarà accompagnata da varie catastrofi naturali: eruzioni vulcaniche, tifoni, ghiacciai che inondano il pianeta. Quando lo scrittore Jackson Curtis (John Cusack) e i suoi figli tornano a casa, un’intensa attività sismica investe la costa occidentale degli Stati Uniti.
Se Roland Emmerich aveva ancora qualcosa da distruggere dopo Independence Day, Godzilla e The Day After Tomorrow (qui trovate il nostro approfondimento sui migliori film catastrofici da vedere), l’ha fatto saltare in aria in 2012, che non è altro che la somma delle sue parti distrutte, un film su un’apocalisse ecologica predetta dai Maya, in cui città e monumenti vengono demoliti mentre una famiglia disfunzionale vive un dramma intimo nel bel mezzo di quella che potrebbe essere la fine del mondo. Come vedremo in questa recensione di 2012, ogni tentativo di trovare nel film di Roland Emmerich una storia originale, un solido cuscinetto emotivo o una riflessione più o meno seria sulle conseguenze della notizia della fine del mondo, è uno sforzo vano. La pellicola appena aggiunta al catalogo Netflix è firmata da un regista specialista nel mettere in pericolo l’umanità e nello sperimentare effetti digitali per immaginare la distruzione del mondo, ma risulta un disaster movie senza intenzioni profonde, un esercizio di prospettiva volontariamente superficiale.
2012, la trama: una famiglia alla fine del mondo
La trama del film inizia nel 2009 quando un geologo, dopo un viaggio in India, si rende conto che il centro della Terra sta bruciando e che presto il pianeta potrebbe cessare di esistere. In quegli anni, segretamente, i governi del mondo stanno cercando una via d’uscita (per pochi) dall’inevitabile caos che verrà. Passando dalla sfera globale a quella personale, 2012 è incentrato su Jackson Curtis, uno scrittore (John Cusack) separato dalla moglie (Amanda Peet), che si è risposata. Con lei ha due figli, con i quali cerca di relazionarsi, anche se la sua testa sembra sempre essere altrove. Un giorno decide di portarli al Parco Nazionale di Yellowstone, dove nota che stanno accadendo varie cose strane, da importanti operazioni militari a strani fenomeni naturali, fino a un folle profeta radiofonico (interpretato da Woody Harrelson) che continua a predire l’imminente Apocalisse; da quel momento in poi, la costa occidentale dell’America inizia a sgretolarsi, letteralmente, e le crepe nella terra portano al crollo e alla distruzione di Los Angeles. Il tutto, ovviamente, mentre la nostra famiglia del XXI secolo (che a questo punto include l’ex moglie di Jackson con il suo nuovo marito) schiva edifici che cadono, viali che si aprono e autostrade che crollano come in un gioco della Playstation.
Divertimento prolisso
Il film è diviso in tre parti distinte. La prima, in cui si prepara il caos. La seconda, la distruzione vera e propria. La terza, in cui vengono svelati i piani per la “salvezza della specie“. Ed Emmerich combina, come in un gioco di parti mobili, una sconvolgente scena di caos con una scena di narrazione “drammatica“, tanto ovvia quanto banale: se lo spettatore si accontenta di godere degli effetti speciali fini a se stessi, 2012 non deluderà. Al contrario, chi si aspettava un film in cui tutto questo armamentario fosse nelle mani di un regista con una storia da raccontare, avrà sicuramente la sensazione che il tutto sia interminabile con i suoi 158 minuti di durata.
Con 2012, Roland Emmerich si è concesso uno dei suoi hobby preferiti: le catastrofi spettacolari e la loro spiegazione pseudo-archeologica. Il regista non pretende di essere originale: il suo contributo è meramente quantitativo, in quanto ripercorre tutti i cliché dei successi del genere catastrofico: dalla famiglia che cerca di mettersi in salvo ai peccatori che vengono giustamente puniti, passando per l’alternanza di scenari in cui la catastrofe si verifica a quelli in cui si cerca di neutralizzarla, mentre terremoti e vulcani si comportano come voraci tirannosauri che assalgono gli eroi. Tutto è un pretesto per l’esibizione di effetti digitali che, pur essendo indubbiamente spettacolari, dimostrano ancora una volta di sembrare effettivamente irreali.
Una fantasia personale di Emmerich
Il cinema apocalittico ha il suo perché ma, per quanto paradossale possa sembrare, ha raggiunto i suoi maggiori risultati nelle produzioni di serie B. “2012”, che è l’esatto contrario, mette in scena tutte le sue contraddizioni: la data del titolo, al momento della sua uscita, era molto vicina, ma la trama non avrebbe potuto essere più lontana. Nell’anno in questione non piovono meteoriti né finisce la benzina. Non arriva nemmeno il Maligno o qualche extraterrestre dispettoso. Ciò che accade è che l’interno del pianeta si sta cuocendo proprio quando gli Inca lo avevano previsto. I protagonisti, una famiglia disfunzionale in retromarcia, sono come i giornalisti di oggi: hanno la costante sensazione che il mondo che conoscono si stia sgretolando proprio dove mettono i piedi, anche se, per il momento, c’è sempre un fragile pezzo di terra dove poter fare il passo successivo. A piedi, in limousine o in aereo, John Cusack e la sua troupe trascorrono il film in fuga da un epicentro di brividi ed effetti speciali che, perlomeno, tengono vigile lo spettatore. Emmerich fantastica sulla fine dei tempi in modo giocoso, senza alcuna pretesa se non quella di creare il più grande spettacolo del mondo. E in queste aspirazioni non è secondo a nessuno. Il suo film soffre di una durata eccessiva (158 minuti facili da tagliare), di prologhi prolissi e di un terzo atto formulaico. Ma come film catastrofico, non ha rivali nel disegno della tragedia (un’affascinante mutazione della Terra) e nella perfezione, spettacolarità e sensazionalità delle sue sequenze d’azione.
La recensione in breve
Bisogna scegliere di abbandonarsi alla fantasia implausibile di Roland Emmerich per trovare il divertimento in 2012. Un film che potrebbe sorprendere per la sua spettacolarità, ma che perde di mordente sul piano narrativo.
- Voto CinemaSerieTv