Il film: 65: Fuga dalla Terra, 2023. Regia: Scott Beck, Bryan Woods. Cast: Adam Driver, Ariana Greenblatt. Genere: Avventura, fantascienza. Durata: 93 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: Mills, un esploratore spaziale proveniente dal pianeta Somaris, compie un atterraggio di emergenza sulla Terra di 65 milioni di anni fa. Assieme all’altra giovane superstite Koa, dovrà trovare un modo per tornare a casa.
Immaginiamo 65: Fuga dalla Terra come il sogno proibito di un ragazzino degli anni Novanta. Da una parte ci sono i dinosauri, effetto “Wow!” che Jurassic Park ha sdoganato come eccellente riferimento di cultura popolare. Dall’altro una fantascienza minima ed essenziale, il cui unico scopo che è chiamata ad assolvere è il giustificare perché siamo qui, ora, nel bel mezzo dei giganti rettili del Cretaceo. Come stiamo per vedere nella nostra recensione di 65: Fuga dalla Terra, qualcosa però è andato abbastanza storto.
La trama di 65: Fuga dalla Terra
Mills (un Adam Driver a cui il film dedica anima e corpo) guida una nave di esplorazione spaziale proveniente dal pianeta Somaris. Sta effettuando il viaggio di ritorno verso casa dopo aver condotto un gruppo di ricerca in giro per la galassia per ben più di due anni. Non vede la sua famiglia da molto tempo, dalla quale si è allontanato per poter guadagnare abbastanza al fine di curare la malattia degenerativa di sua figlia.
Durante il passaggio vicino all’orbita di uno sconosciuto pianeta, la nave di Mills viene investita da un anomalo fascio di asteroidi. Colpita e danneggiata, precipita su quella che scopriremo essere la Terra di 65 milioni di anni fa, nel cuore del periodo Cretaceo. Mills sembra essere l’unico sopravvissuto in questo ambiente ostile e popolato da creature feroci e pericolose, i dinosauri, ma poco dopo scoprirà che si è salvata anche Koa (Ariana Greenblatt), bambina con la quale dovrà condividere il difficoltoso cammino per tornare su Somaris.
Voleva essere Lo squalo…
Le premesse di 65: Fuga dalla Terra hanno tanto dell’incredibile, e forse anche dello spicciolo tanto sono abbozzate e in riferimento a uno specifico target di pubblico, da essere da sé praticamente vincenti. Quello che sulla carta faceva poi ben sperare era che il film fosse prodotto, scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods, le menti dietro i due ottimi A Quiet Place. Le carte in regola per l’high concept movie di turno c’erano tutte, ovvero per un qualcosa di riassumibile senza troppi fronzoli, con una frase – uomo dal futuro precipita sulla Terra dei dinosauri. L’obiettivo è di fare poco ma farlo bene, se poi con una delle più importanti star della sua generazione come volto protagonista meglio ancora.
Le cose, a quanto pare, non hanno funzionato bene. Anzi, forse non hanno funzionato affatto. Perché se da una parte 65: Fuga dalla Terra prova a prelevare timidissimi tentativi di costruzione dell’avventura e della suspense da Lo squalo, il primo high concept movie della storia del cinema, giocando sul c’è non-c’è dell’atteso e immancabile T-rex, per il resto, beh, ci si ritrova con troppo sentimento e troppo poco dinosauro.
…è un infelice manualetto del sentimento
65: Fuga dalla Terra tenta di lavorare su uno degli archetipi narrativi più rodati, quello del padre putativo e di una genitorialità surrogata dettata dalla situazione. Mills è lontano da casa da tanto tempo, dove ha lasciato una figlia malata che le manca. Koa era in viaggio con i suoi genitori, probabilmente non sopravvissuti all’atterraggio di emergenza. Vien da sé che questi due personaggi siano chiamati a interagire, scoprirsi e fidarsi l’un dell’altro per uscire vivi dal pasticciaccio brutto in cui si sono ritrovati.
Il fatto è che tra Driver e Greenblatt non c’è proprio chimica, complice pure l’infelice scelta di aver reso l’iniziale incomunicabilità tra i due un vero e proprio dato di fatto, considerando che Koa parla una lingua diversa da quella di Mills. Cosa che non contribuisce a dare solidità a un rapporto tagliato probabilmente con l’accetta non solo sul copione, ma anche in una fase di montaggio (Josh Schaeffer) che rende a dir poco stranianti certi siparietti padre-figlia.
Poco dinosauro, poco brivido
A risentirne è l’economia di un film in cui non si avverte mai per davvero il brivido della posta in gioco, cioè il timore di lasciarci la pelle su questo pianeta giurassico. E nonostante il titolo italiano di 65: Fuga dalla Terra vada in qualche modo a voler rievocare 1997: Fuga da New York, quindi con il senso di una pericolosissima prigione a cielo aperto dalla quale fuggire al più presto (c’è anche un countdown prima del patatrac finale! Ricordate quegli asteroidi che hanno colpito la nave?), la progressione in avanti pare più volte piantarsi in terra come un macigno.
65: Fuga dalla Terra fatica proprio a rispondere al compito per il quale un film del genere è pensato ed esiste. Dovrebbe tirare dritto come un treno sudando, sanguinando, sfuggendo, saltando e sparando invece si inerpica nella povertà di momenti alla olio cuore gestiti non male, malissimo, privando in maniera ingiustificata e quasi crudele gli spettatori delle uniche cose che cercavano da queste parti: dinosauri e pistole laser.
La recensione in breve
Doveva essere il sogno proibito di chi da sempre sogna il micidiale incontro tra fantascienza e dinosauri, invece 65: Fuga dalla Terra è solamente un manualetto d'avventura sbiadito con troppo sentimento ficcato a forza nel mezzo.
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