Il film: A Thousand and One, 2023. Regia: A.V Rockwell. Cast: Teyana Taylor, Josiah Cross, Will Catlett, Aaron Kingsley Adetole.
Genere: drammatico. Durata: 117 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in lingua originale.
Trama: Appena uscita di galera, Inez decide di tornare ad avere un legame con il figlio Terry, a qualunque costo.
Dopo l’esordio in pompa magna al Sundance, dove ha vinto il riconoscimento principale del concorso per film di finzione americani, è approdato in anteprima italiana al Festival di Taormina per poi uscire subito dopo nelle sale nostrane, in attesa di frequentare altri eventi prestigiosi in giro per il mondo (già in calendario la kermesse di Karlovy Vary, in Repubblica Ceca). Un percorso di tutto rispetto per un esordio come quello di A.V. Rockwell, al primo lungometraggio dopo alcuni corti che hanno frequentato festival nordamericani come Toronto e Tribeca. Ed è del suo primo lungo che parliamo in questa nostra recensione di A Thousand and One.
La trama: madre e figlio
Inez de la Paz è appena uscita dal carcere, e mentre cammina per la strada si imbatte in Terry, il figlio che è andato in affido mentre lei era dentro. Il primo contatto è freddo, ma qualche tempo dopo i due si rivedono quando il bambino viene ricoverato in ospedale dopo aver cercato di scappare dalla casa dove vive. Questa volta c’è una maggiore intesa, e Inez decide di portare Terry a vivere con lei, cosa che il bimbo accetta. Negli anni successivi i due sono costantemente all’erta, costretti a vivere sotto falso nome, e la complicità di un tempo comincia a vacillare quando Terry, ormai diciassettenne, vuole un po’ più d’indipendenza e interazione con un mondo al quale ha sempre dovuto mentire.
Il cast: cantante attrice
A dominare il tutto, con una bravura da capogiro, è la cantante Teyana Taylor, che dopo l’esordio davanti alla macchina da presa nel 2021 ne Il principe cerca figlio esibisce il talento da protagonista drammatica che aspettava di fuoriuscire. La sua energia recitativa nutre l’intero film, con il supporto prezioso della duplice performance di Aaron Kingsley Adetole (bambino) e Josiah Cross (adolescente) nel ruolo di Terry, la cui evoluzione fisica e psicologica è un ingrediente importante soprattutto nella seconda parte, quando la tensione raggiunge livelli inediti e l’affiatamento tra gli attori diventa ancora più vitale per l’esito drammaturgico del racconto.
Vent’anni a New York
Non si tratta solo di un tenero, straziante ritratto del rapporto tra madre e figlio, ma anche di un’esplorazione di ciò che New York City è diventata nel corso degli anni Novanta e i primi Duemila (il contesto storico è dato soprattutto dai notiziari, che evocano prima la figura di Rudy Giuliani, il “sindaco d’America” che aiutò la città a superare il trauma dell’attentato al World Trade Center, e poi l’elezione di Michael Bloomberg, primo cittadino della Grande Mela dal 2002 al 2013).
Dai marciapiedi di Harlem si passa alla trasformazione della città intera, l’enorme microcosmo all’interno del quale Inez e Terry cercano di restare uguali a prima e invisibili, senza dare nell’occhio, mentre il più noto agglomerato urbano degli Stati Uniti si fa sempre più vistosamente moderno, presagio di un’età adulta alla quale il giovane coprotagonista vorrebbe accedere. Il sogno emancipatorio di Terry è ambizioso e doloroso, come la mutazione di una New York vibrante e vitale che nella figura di A.V. Rockwell ha trovato una nuova esegeta delle sue qualità cinematografiche, sulla falsariga di Scorsese, Spike Lee e Woody Allen.
La recensione in breve
A.V. Rockwell esordisce nel lungometraggio con un potente racconto di amore materno che si interseca con un ritratto vibrante di due decenni di trasformazione per la città di New York.
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Voto CinemaSerieTV