Il film: Ambulance, 2022. Regia: Michael Bay. Cast: Jake Gyllenhaal, Yahya Abdul-Mateen II, Eiza González, Garret Dillahunt, Keir O’Donnell, Jackson White.
Genere: thriller. Durata: 136 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema.
Trama: Due rapinatori si ritrovano a dover sequestrare un’ambulanza, con a bordo un uomo ferito e un paramedico che sta cercando di salvargli la vita.
Michael Bay che pensa in piccolo? Sì, ogni tanto succede, come nel caso di questo remake di un thriller danese, che il cineasta ha accettato di girare per poter portare a termine un progetto che non fosse eccessivamente compromesso a livello pratico da esigenze protocollari anti-Covid, e di cui parliamo nella nostra recensione di Ambulance.
La trama: corsa contro il tempo
Will Sharp, veterano della guerra in Afghanistan, ha bisogno di soldi per un intervento chirurgico che potrebbe salvare la vita di sua moglie, e nonostante le obiezioni di lei si rivolge al fratello adottivo Danny, noto criminale. Questi gli propone un colpo che vale 32 milioni di dollari, una semplice rapina in banca. Solo che il poliziotto Zach Parker, entrato nell’edificio per chiedere di uscire a un’impiegata, intuisce l’inghippo e affronta la banda, ritrovandosi con una pallottola in corpo. Will e Danny, unici sopravvissuti alla sparatoria con un’unità speciale della polizia di Los Angeles, scappano a bordo di un’ambulanza, con il paramedico Cam Thompson che si occupa di Zach. Con le forze dell’ordine alle calcagna, l’improbabile quartetto deve capire come procedere, anche perché Danny, a differenza di Will, non esiterebbe a uccidere entrambi gli ostaggi…
Il cast: pochi ma buoni
I due fratelli sono Jake Gyllenhaal, che per l’occasione abbraccia nuovamente il lato oscuro della sua personalità recitativa, e Yahya Abdul-Mateen II, attore in ascesa dopo il successo di Aquaman e Candyman (e la serie televisiva Watchmen). Cam è Eiza González, attrice messicana vista in Baby Driver e Alita: Battle Angel, mentre il malcapitato Zach ha le fattezze di Jackson White, che si è fatto notare nel 2019 nella miniserie HBO Mrs. Fletcher. A dare la caccia ai rapinatori, nei panni del capitano della polizia, c’è il grande caratterista Garret Dillahunt, e il suo collega dell’FBI ha il volto di Keir O’Donnell, attore americano di origine australiana che ha attirato l’attenzione soprattutto per una parte ricorrente nella quinta stagione di Ray Donovan.
Le dimensioni non contano
Come abbiamo accennato in apertura, Ambulance è il remake di un film danese del 2005 (dove il corrispettivo di Danny era interpretato da Thomas Bo Larsen, uno dei più apprezzati attori scandinavi), un progetto che Michael Bay aveva precedentemente rifiutato salvo poi ripensarci quando, nel 2020, ha contattato la Universal per proporre un progetto più piccolo, che si potesse girare con budget e calendario ridotto in tempi di pandemia. Si è ritrovato così a girare per appena 38 giorni e con un budget di 40 milioni di dollari, la quarta volta nella sua carriera che i costi di produzione erano sotto le tre cifre (il precedente 6 Underground, roboante lungometraggio action realizzato per Netflix, è costato 150 milioni). Un approccio (relativamente) minimalista, per un progetto claustrofobico quasi interamente ambientato all’interno dell’ambulanza una volta che scatta quella parte di trama, e con l’uso dei droni per diverse immagini che si concentrano sulle vedute della città di Los Angeles.
Avventura losangelina
La città, la cui abbreviazione L.A. viene sottolineata quando appare il titolo del film, è praticamente un personaggio a pari merito con le figure umane, con le strade che sono parte integrante dell’arco narrativo (anche se è legittimo interrogarsi sulla correttezza geografica, dopo la sequenza d’apertura di 6 Underground ambientata a Firenze ma palesemente girata anche a Siena, senza alcun vero tentativo di mascherare l’inganno). Il quinto protagonista insieme ai quattro occupanti dell’ambulanza, incarnazione ideale della tensione che continua a crescere man mano che il conflitto psicologico si intensifica, inusuale esempio di film di Bay dove il fattore umano non si fa sottomettere dall’ipertrofia ipercinetica del regista. E anche se per lui era soprattutto una distrazione in attesa di poter lavorare a un altro progetto più ambizioso, è il tipo di pellicola che simboleggia idealmente una promessa che Bay pensava di aver fatto nel 2011, per poi rimangiarsela nel 2014: l’era dei Transformers è finita.
La recensione in breve
Michael Bay ridimensiona le proprie ambizioni e firma un thriller tesissimo con (relativamente) pochi mezzi, trasformando Los Angeles nel teatro della tensione psicologica tra due fratelli.
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Voto CinemaSerieTV