Il film: American Assassin, 2017. Regia: Michael Cuesta. Cast: Dylan O’Brien, Michael Keaton, Sansa Lathan, Shiva Negar, Taylor Kitsch. Genere: Action, thriller. Durata: 111 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix
Trama: quando lo studente Mitch Rapp subisce una tragica perdita durate un attacco terroristico, la sua ostinata sete di vendetta cattura l’interesse della Cia.
Correva l’anno 2008 quando la casa di produzione CBS films acquistava i diritti della serie di romanzi con protagonista Mitch Rapp, un immaginario agente dell’anti terrorismo coinvolto, prima ufficiosamente e poi ufficialmente, dalla CIA per contrastare minacce di attentati terroristici contro gli Stati Uniti. Nel 2017 è uscito nelle sale American Assassin, l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro prequel del franchise scritto nel 2010 da Vincent Flyn, diretto da Michael Cuesta, affermato regista televisivo di episodi di serie tv come Dexter e Elementary.
Come vedremo in questa recensione di American Assassin, disponibile su Netflix dall’1 dicembre, il film interpretato da Dylan O’ Brien e MIchael Keaton aveva tutte le premesse per presentarsi come un action-thriller dotato di interessanti sottotesti socio-politici sul terrorismo nel mondo occidentale, ma la cui adrenalinica messa in scena finisce per nascondere una storia già vista e rivista.
La trama: non prenderla sul personale
MItch Rapp è un promettente studente universitario in vacanza a Ibiza con la sua ragazza. Poco dopo che quest’ultima accetta la sua proposta di matrimonio, i bagnanti della spiaggia su cui si trovano vengono colti di sorpresa da un nucleo terroristico che apre incessantemente il fuoco, finendo per uccidere diverse persone, tra cui la giovane fidanzata del protagonista. La CIA decide, dunque, di sfruttare la sua sete di vendetta contro il fondamentalismo iraniano responsabile del suo lutto per reclutarlo in un’operazione che ha come obiettivo quello di indagare sulla fabbricazione di un’ordigno atomico da parte di estremismi islamici che rischierebbe di scatenare un nuovo conflitto mondiale.
Mitch viene coinvolto in un’unità operativa segreta, il cui capo è Stan Hurley, un patriottico veterano della Guerra del Golfo che provvederà ad addestrarlo, costringendolo ad abbandonare il suo tormento per la perdita della ragazza e abbracciare una preparazione che lo conduca a diventare un professionista freddo e infallibile. Una macchina da guerra priva di qualsiasi emozione. Ma il suo desiderio di vendetta è troppo forte.
Occasione mancata
![Una scena di American Assassini](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2023/12/Preview_vid_AMERICAN_ASSASSIN.jpg)
Basterebbe leggere la trama per immaginare American Assassin come un interessante action movie di spionaggio capace di affrontare questioni coraggiose ed estremamente attuali, come la previsione di possibili scenari politici in relazione agli accordi tra le potenze nucleari, la presenza di un terrorismo minaccioso nel mondo occidentale, e la critica ad un sistema militare americano reo di generare morte e follia e permeato da un patriottismo tossico e dilagante. Tutti temi che il film accenna, ma senza focalizzarsi su una reale possibilità di offrire spunti di riflessione. Il risultato finale appare ai nostri occhi, quindi, decisamente più modesto di quello che ci si poteva aspettare. Per non dire quasi dimenticabile.
American Assassin si adagia su un modo di raccontare che intercetta i principali cliché dell’action, attraversati da un pilota automatico che rende ogni risvolto di trama scontato, prevedibile e senza emozioni. Il tutto si riduce ad un mero spargimento di sangue e a un’adrenalinica messa in scena che nasconde un’esiguità di sceneggiatura che segue un canovaccio già trito e ritrito: la vendetta come unico spirito guida, lo scontro tra la giovane recluta e la vecchia leva valorosa intrisa di un amor di patria ottuso e bieco. I buoni che fanno i buoni e i cattivi che fanno i cattivi.
Suggestive locations per un cast sprecato
E’ evidente che gli interpreti di spicco come Dylan O’Brien (attore rivelazione del franchise di Maze Runner) e soprattutto Michael Keaton (premio oscar per Birdman nel 2014) si limitino solamente a fare il proprio compitino, poiché intrappolati in un copione che non permette loro di donare particolare intensità ai personaggi. Purtroppo, non basta nemmeno l’interesse a vedere Roma come principale location del progetto a sollevare un film che procede in maniera meccanica, tra sparatorie e un montaggio serratissimo che rincorre una storia priva di un qualsivoglia approfondimento psicologico sui soggetti. Rimane, però, curiosa l’intenzione di dare eco al quartiere “serpentone” di Corviale, da tempo il simbolo del degrado della periferia sud-ovest della capitale.
Conclusioni
American Assassin è un film che nasconde dietro il suo montaggio adrenalinico un canovaccio già visto e rivisto. La trama si adagia su un modo di raccontare che intercetta i principali clichè dell'action, attraversati da un pilota automatico che rende ogni risvolto narrativo scontato e prevedibile.
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