Il film: Amsterdam, 2022. Regia: David O. Russell. Cast: Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, Robert De Niro, Rami Malek, Anya Taylor-Joy, Taylor Swift. Genere: Commedia, Azione. Durata: 134 minuti. Dove l’abbiamo visto: Alla Festa del Cinema di Roma, in anteprima stampa in lingua originale.
Trama: Nella New York degli anni ’30 tre amici, un medico legale, un’infermiera e un avvocato distrettuale, sono testimoni involontari di un omicidio, diventando così allo stesso tempo degli indagati. Per cercare di scagionarsi dell’ingiusta accusa sveleranno loro malgrado uno dei più grandi complotti nella Storia moderna degli Stati Uniti d’America.
Presentato in anteprima italiana alla 17° Festa del Cinema di Roma e in uscita nelle nostre sale da giovedì 27 ottobre con 20th Century Studios, Amsterdam è il nuovo, ambizioso film scritto e diretto da David O. Russell, atteso ritorno dietro la macchina da presa per il cineasta dopo ben sette anni di pausa dai tempi del Joy con Jennifer Lawrence. A dare lustro alla sua nuova pellicola, un cast di prim’ordine anche nelle brevi comparse: non vi bastano Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, Rami Malek, Anya Taylor-Joy, Robert De Niro, Mike Myers, Michael Shannon e Taylor Swift?
Purtroppo, la risposta è più dura di quello che sembri all’apparenza, perché il parterre di nomi che O. Russell ha assemblato per il suo ritorno in pompa magna in cabina di regia non riesce a risollevare un polpettone cinematografico dove nulla pare funzionare come avrebbe dovuto. Nella nostra recensione di Amsterdam vi spiegheremo cosa è andato probabilmente storto nella realizzazione di quello che era tra i lungometraggi più attesi dell’anno, e che invece si è rivelato una cocente delusione.
La trama: tutto inizia con un cadavere
Siamo nella New York degli anni ’30 quando il medico Burt Berendsen (Christian Bale) accetta di rendersi disponibile per fare un’autopsia su un cadavere più importante di quanto non appaia a prima vista. Accettando questo delicato incarico dal suo amico fraterno ed avvocato Harold Woodman (John David Washington), il medico rimarrà invischiato in una trama di cospirazioni e segreti politici molto più grandi lui, tanto che in coppia al suo amico Harold verrà addirittura additato come responsabile dell’improvvisa e violenta morte della figlia dell’uomo deceduto. I due, per scagionarsi dall’accusa di omicidio e scoprire chi li sta incastrando, dovranno chiedere aiuto alla ex-infermiera Valerie Voze (Margot Robbie), con cui Harold aveva un conto sentimentale in sospeso fin da molti anni prima, ad Amsterdam.
Erano sette anni che il regista e sceneggiatore David O. Russell non tornava al cinema con un suo film (l’ultimo fu il discusso e poco riuscito Joy con Jennifer Lawrence nel 2015); stavolta decide di fare ritorno sul grande schermo con un ambizioso progetto che riunisce idealmente molti dei suoi attori “feticcio” (su tutti, Christian Bale e Robert De Niro) e che mette in scena un roboante omaggio ai caper film americani. La ricostruzione dei luoghi, delle scenografie e dei costumi di quel fascinoso e violento decennio è precisa ed immacolata, eppure non tutto sembra tornare nel nuovo film di O. Russell. Cosa è accaduto al talentuoso regista di cult come The Fighter, Il lato positivo e American Hustle?
Tre amici in fuga
Amsterdam funziona egregiamente quando si mostra al suo pubblico cinematografico come dispendiosa e dinamica ode ai lungometraggi di stampo criminale, celebrando ed esaltando l’atmosfera eccitante e pericolosa degli anni ’30 soprattutto grazie al notevole lavoro di direzione della fotografia del tre volte premio Oscar Emmanuel Lubezki. Qui il talentuoso DOP messicano mette in atto un interessante lavoro sull’illuminazione dei volti dei suoi protagonisti: dalle ferite di guerra e le cicatrici dei personaggi interpretati da Bale e Washington fino alla pelle di porcellana delle diafane e bellissime Margot Robbie e Anya Taylor-Joy, Amsterdam è un film che sa farsi interessante geografia psicologia dei suoi protagonisti attraverso l’attenzione quasi morbosa ai loro volti.
Primi e primissimi piani, giochi improvvisi di luce chiaroscurale, trucco ed acconciature ad hoc ed efficaci, tutto il film di David O. Russell sembra più interessarsi alle facce e ai motivi interiori dei suoi innumerevoli e variopinti personaggi che all’affascinante setting del secolo scorso. In fin dei conti, Amsterdam altro non è che una rocambolesca fuga di tre amici fraterni da un’accusa di omicidio dai risvolti imprevedibili e grotteschi, e proprio perché le premesse era così promettenti che è un vero peccato che il cineasta americano non sia riuscito a bilanciare molti dei toni, dei linguaggi e delle ambizioni del suo nuovo film.
Avremo sempre Amsterdam?
Perché a conti fatti, la sensazione è che la scelta dell’intero cast, protagonista e di supporto, sia più una scusa per mettere in scena una rimpatriata leggera e senza impegno di vecchi e nuovi amici davanti la macchina da presa, teatranti che compiono il loro lavoro con onestà e senza entusiasmo in un impianto claudicante, quello messo in scena da O. Russell, in linea di massima sostanzialmente vuoto e fine a se stesso.
E non ci sarebbe nulla di male in questo se non fosse che Amsterdam vorrebbe puntare dritto alla conquista dei cuori e delle emozioni viscerali della sua potenziale audience nei panni di un accattivante film di (fanta)storia ricco di ammirevoli attori e colpi di scena, dimenticandosi però che il grande cinema non si fa con una sola sfilza di pomposi nomi di richiamo su un manifesto fuori dalla sala cinematografica, né con una scrittura zoppa e poco convincente, che altro non fa che soffocare talento e buone idee in un mare di referenzialità francamente esasperante.
Un omaggio posticcio ai caper movie
In definitiva, Amsterdam assembla un cast di prim’ordine svogliato e sprecato per dar vita ad un ambizioso film in costume che vorrebbe essere dinamico ed avvincente ma che a pacco confezionato si presenta agli spettatori cinematografici come un simpatico omaggio ai caper film americani e a certi fumetti di fantastoria privo però di mordente e vero interesse. Uno spreco inaccettabile.
La recensione in breve
Amsterdam, il nuovo film scritto e diretto da David O. Russell, vede il ritorno dell'autore americano in cabina di regia dal 2015, quando aveva portato al cinema il suo Joy. Qui il regista parodizza gli elementi tipici del caper movie americano assemblando un cast di prim'ordine sprecato e senza verve artistica, per un film che vorrebbe essere dinamico ed avvincente ma che fallisce nella sua ambizione. Un vero peccato.
- Voto CinemaSerieTV