Il film: Asterix & Obelix – Il regno di mezzo (Astérix et Obélix: L’empire du milieu), 2023. Regia: Guillaume Canet. Cast: Guillaume Canet, Gilles Lellouche, Jonathan Cohen, Vincent Cassel, Marion Cotillard, Julie Chen, Leanna Chea, José Garcia, Ramzy Bédia, Pierre Richard, Angèle, Philippe Katerine, Zlatan Ibrahimovic.
Genere: commedia, avventura. Durata: 111 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, doppiato in italiano.
Trama: Asterix e Obelix devono aiutare la figlia dell’imperatrice cinese, presa di mira da un pretendente e da Giulio Cesare.
Dopo quasi undici anni, le avventure di Asterix e Obelix ritornano sul grande schermo in live-action, con un quinto lungometraggio che reinventa tutto e ha la particolarità di essere il primo adattamento in assoluto del celebre fumetto francese a uscire dopo la morte del co-creatore Albert Uderzo, scomparso nel marzo del 2020 (René Goscinny è venuto a mancare già nel 1977). Il disegnatore ha comunque fatto in tempo ad approvare il soggetto del nuovo film, il primo della serie con attori in carne e ossa a non basarsi su nessuno degli albi (in effetti c’è stato il processo inverso, con l’adattamento illustrato che esce in contemporanea con il debutto in sala del film). E di questo film, affidato alle cure del regista Guillaume Canet, parliamo nella nostra recensione di Asterix & Obelix – Il regno di mezzo.
La trama: una nuova destinazione
Gli irriducibili guerrieri gallici continuano a opporre resistenza agli invasori romani, ma la routine quotidiana comincia a pesare su Asterix, il quale si interroga sulla possibilità di cambiare dieta (lui e Obelix mangiano quasi esclusivamente cinghiali) e forse anche rinunciare alla pozione magica (“Non sappiamo cosa c’è dentro”, dice il protagonista con fare ammiccante nei primi minuti del film). Poi, all’improvviso, si presenta l’opportunità di una nuova avventura: accompagnare a casa la figlia dell’imperatrice cinese, fuggita dopo che uno dei suoi pretendenti ha deciso di prendersi il potere con la forza, aiutato dalle legioni di Cesare. E così inizia il viaggio verso un territorio sconosciuto e inesplorato, un viaggio che metterà alla prova le nuove filosofie di Asterix, e la sua amicizia con Obelix…
Il cast: tutti nuovi
Per la prima volta, e con l’esplicita approvazione del diretto interessato, non è Gérard Depardieu a interpretare Obelix, e al suo posto c’è Gilles Lellouche, molto apprezzato in Francia e dotato dell’aura comica giusta per il personaggio. Al suo fianco, nel ruolo di Asterix, c’è il regista Guillaume Canet, la cui compagna Marion Cotillard è stata reclutata – e un po’ sprecata – nei panni di Cleopatra. Ironia della sorte, Giulio Cesare ha il volto di Vincent Cassel, ex-marito di Monica Bellucci che fu la regina d’Egitto nel 2002 (e l’antagonista di quel film, Gérard Darmon, è il narratore di questo lungometraggio in francese). Jonathan Cohen, noto comico transalpino, si unisce al gruppo nella parte del fenicio Maidiremais (mentre Ramzy Bédia è suo zio Grandimais, noto comprimario nei fumetti), improbabile compagno di viaggio di Julie Chen e Leanna Chea (rispettivamente la principessa e la sua guardia del corpo). Notevole anche la scelta di affidare alcuni ruoli a personalità che non sono per forza associate al mondo della recitazione, come la cantante Angèle (che in precedenza ha soprattutto doppiato in francese un paio di personaggi in film d’animazione americani) che appare nel ruolo di Falbalà, la donna amata da Obelix.
Canet maledettó!
C’è sempre stato un che di inadattabile nel mondo di Asterix per quanto riguarda i film con attori in carne e ossa, al netto dell’apprezzamento generale per il Missione Cleopatra di Alain Chabat (tra i pochi detrattori, ironia della sorte, ci fu Albert Uderzo, mai del tutto soddisfatto da questi lungometraggi). Un mondo troppo stilizzato, più compatibile con l’animazione, come spesso capita con i fumetti francesi dall’impronta più umoristica (Lucky Luke, Spirou, Tintin e via dicendo), e quindi da gestire con cautela nel tentativo di portarlo sullo schermo. Da quel punto di vista, come già aveva cercato di fare il capostipite con Christian Clavier e Gérard Depardieu nel 1999, uscirsene con un’idea originale sarebbe una strada percorribile, senza la necessità di capire come adattare uno degli albi storici, ma la confusione regna sovrana in un copione che, mal supportato da un regista che non è abituato ad ambizioni simili (e non è particolarmente in sintonia con il ruolo di Asterix), cerca di essere classico e moderno al tempo stesso ma funziona solo a intermittenza con sparute gag dotate di sostanza (e la trovata carina, nel doppiaggio italiano, di far parlare i legionari in romanesco).
L’importanza dell’Antivirus
Fra le trovate veramente riuscite ve n’è una in particolare, capace di funzionare anche nella versione italiana perché il diretto interessato si è doppiato da solo: Zlatan Ibrahimovic, reclutato per la parte, breve ma esilarante, di Caius Antivirus, il grande campione all’interno del corpo legionario, uno che viene introdotto con cori da stadio e ha movenze da calciatore nel suo approccio al nemico. L’unico performer, in tutto il film, che ha capito esattamente in che tipo di progetto era coinvolto, e si è regolato di conseguenza regalandoci un romano con l’accento svedese che ruba la scena a tutti, lasciando a bocca asciutta anche veterani di un certo peso come Cassel e Lellouche, che fanno del loro meglio ma non possono competere con un non-attore che, proprio perché assolutamente fuori luogo, funziona alla grande.
La recensione in breve
Guillaume Canet cerca di reinventare le avventure di Asterix, ma rimane la sensazione generale che il live-action non sia la formula più adatta per il personaggio di Goscinny e Uderzo sul grande schermo.
-
Voto CinemaSerieTV