Il film: Bad Boys: Ride or Die, 2024. Regia: Adil El Arbi, Bilall Fallah. Cast: Will Smith, Martin Lawrence, Vanessa Hudgens, Alexander Ludwig, Paola Núñez, Eric Dane, Ioan Gruffudd, Jacob Scipio, Rhea Seehorn, Tiffany Haddish, Joe Pantoliano.
Genere: azione, thriller. Durata: 115 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in lingua originale.
Trama: Mike Lowrey e Marcus Burnett vengono messi alla prova come non mai quando il loro defunto superiore viene accusato di corruzione.
Sono passati quasi trent’anni dal primo Bad Boys, il film che segnò l’esordio nel lungometraggio di Michael Baye diede inizio alla trasformazione di Will Smith in star di Hollywood (all’epoca dovette accontentarsi di essere il secondo nome in ordine di apparizione nei titoli di testa, dietro il leggermente più famoso Martin Lawrence). Un franchise che dopo una lunga pausa (dal 2003 al 2020) è tornata in pista con un terzo capitolo, senza Bay (presente però in un cameo) e con una rinnovata energia vitale unita a un occhio inedito per il fattore umano, un po’ sacrificato nei due ipertrofici film precedenti. A quattro anni da quel successo, uno degli ultimi campioni d’incasso prima della pandemia globale, ecco di nuovo in azione i due “cattivi ragazzi” della polizia di Miami, di cui parliamo nella nostra recensione di Bad Boys: Ride or Die.
Invecchiare, che fatica
Mike Lowrey e Marcus Burnett non ne vogliono sapere della pensione, e vanno avanti come se niente fosse. Poi, al matrimonio del collega, Marcus ha un infarto, e se da un lato è risentito perché parenti e amici gli controllano la dieta, dall’altro ha scoperto un nuovo lato filosofico della propria personalità. L’ipotetico meritato riposo è di breve durata, poiché i due ricevono un messaggio postumo del loro superiore, il capitano Howard, ora accusato di essere stato in combutta con i narcotrafficanti sudamericani: in realtà lui stava indagando sulle vere talpe del cartello all’interno delle forze dell’ordine, ed è stato eliminato perché sapeva troppo. E, giusto per complicare le cose, anche Mike e Marcus vengono incastrati, e sono costretti a fuggire per trovare le prove che li scagioneranno definitivamente. Tra i loro pochi alleati, uno improbabile: l’ex-sicario, e figlio illegittimo di Mike, Armando Aretas.
“You are my bad boys”
Il film, come il precedente, gioca sul contrasto sempre più marcato tra i due attori principali: laddove Martin Lawrence ha serenamente accettato l’invecchiamento, nella vita e sullo schermo, Will Smith si comporta ancora come se fosse un venticinquenne sulla cresta dell’onda, e non una star in declino per come è cambiato l’ecosistema hollywoodiano, ora dominato dai franchise e non dagli attori che partecipano ad essi. Con loro alcuni dei volti noti degli episodi precedenti (su tutti lo strepitoso Joe Pantoliano, il cui ritorno come Howard dall’aldilà dovrebbe essere obbligatorio per eventuali film futuri), mentre la principale nuova recluta nei panni dell’antagonista di turno è Eric Dane, che si diverte ad accantonare l’immagine da sciupafemmine legata ad anni di Grey’s Anatomy. Come nel terzo film, c’è un cameo per Michael Bay, con una maggiore componente autoironica a questo giro.
Le strade violente di Miami
La riconferma più importante è il ritorno in cabina di regia del duo belga costituito da Adil El Arbi e Bilall Fallah, che in precedenza avevano saputo coniugare in modo ottimale il gusto per l’action, coadiuvati da una fotografia che catturava perfettamente le sfumature roventi della Florida, e il tocco umano che rendeva più drammatiche le vicende dei due poliziotti. L’equilibrio è preservato in questa sede, con un istinto ancora più spiccato per l’eccesso integrato in maniera coerente nel racconto (arrivati al quarto film, era inevitabile che si tirassero in ballo degli alligatori per una delle scene più importanti), pigiando sull’acceleratore in direzione di un tramonto mozzafiato che però in teoria non coincide con quello dei personaggi o del franchise: citando quello che a rigor di logica era più giusto come titolo per questo episodio e invece è stato “bruciato” per quello precedente, questi sono bad boys for life.
La recensione in breve
I "cattivi ragazzi" tornano con un nuovo film carico d'azione, emozione e malinconia, una bella riflessione sulla rilevanza delle vecchie leve in un mondo pronto a lasciarsele alle spalle.
Pro
- Will Smith e Martin Lawrence continuano a funzionare alla grande insieme
- Le scene d'azione migliorano di film in film
- L'espediente per far tornare Joe Pantoliano è simpatico
Contro
- I personaggi nuovi funzionano a intermittenza
- Voto CinemaSerieTV