Il film: Blood Vessel, 2023. Regia: Moses Inwang. Cast: David Ezekiel, Adaobi Dibor, Alex Budin, Jide Kene Achufusi, Levi Chikere, Obinna Okenwa and Sylvester Ekanem. Genere: Horror, Thriller. Durata: 118 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Un gruppo di sei persone, riunite per caso, cerca rifugio da una città devastata dall’inquinamento da petrolio. A loro insaputa, intraprendono un pericoloso viaggio a bordo di una misteriosa nave, ignari dei pericoli imminenti che li attendono.
Tra le proposte più interessanti che Netflix ha presentato questa settimana c’è anche Blood Vessel, un thriller/horror di produzione nigeriana, che si immerge nelle profondità dell’esperienza umana esplorando temi come la disperazione, l’amicizia, la lealtà e la sopravvivenza. Sebbene non ci troviamo di fronte a un film che rivoluziona il genere, Blood Vessel potrebbe regalare un’esperienza emotivamente coinvolgente e conquistare l’approvazione di una buona fetta di pubblico. Purtroppo, la trama risulta a tratti prolungata e gli effetti visivi alquanto incerti, ma il film riesce comunque a distinguersi per il suo approccio centrato sul legame umano e l’esplorazione di temi universali. Approfondiamo questo e altri aspetti nella nostra recensione di Blood Vessel.
Blood Vessel, la trama: salvare la propria terra
Gli abitanti di Nembe, soprattutto i giovani, combattono contro la compagnia petrolifera Axis che ha contaminato la loro casa inquinandone le terre e avvelenandone le acque. In questa lotta, Boma e Degbe uccidono accidentalmente un soldato e si ritrovano in fuga. Nel frattempo, una coppia, Oyin e Abbey, sta scappando dal padre di Oyin, che non approva il loro matrimonio, e i fratelli Olotu e Tekena stanno partendo per l’estero. Il destino fa così incontrare questi sei personaggi, che si nascondono su una nave che sta lasciando Nembe dopo aver pagato un marinaio a bordo. Il gruppo non sa chi sia il proprietario della nave né quale minaccia rappresenti. Quando il loro amico marinaio viene invitato a tornare a casa e loro rimangono soli, la fame e la febbre li fanno uscire dal loro nascondiglio e li mettono di fronte al pericolo che li attende.
La trama si concentra dunque su questo gruppo di personaggi casualmente riuniti, determinati a sfuggire a una città afflitta dall’inquinamento da petrolio. Il loro cammino li porta a diventare clandestini su una misteriosa nave, trasformando la loro ricerca di una vita migliore in una battaglia per la sopravvivenza. La trama mette alla prova i legami di amicizia, esplora il tradimento, il sentimento d’amore, la vulnerabilità, il trascorrere del tempo e l’influenza del caso nella vita di ciascun protagonista.
Un thriller intrappolato
Il contesto socio-politico che permea questo dramma-thriller e il sentimento di cameratismo tra sei individui intrappolati in una situazione estremamente difficile conferiscono un coinvolgente fascino a questa pellicola dalle due ore di durata. I confini angusti della nave in cui si trovano imprigionati questi sei personaggi si rivelano l’ambientazione ideale per un thriller di tale portata: qui la tensione cresce inesorabilmente, alimentata dalla sensazione di oppressione derivante dalla reclusione e dal terrore che i passeggeri vengano scoperti. Inoltre, le storie popolari e i riferimenti folkloristici risultano un aggiunta perfetta per creare un’atmosfera da film horror, in maniera analoga a un film senegalese presentato in concorso al Festival di Cannes 2023, Banel & Adama, a cui abbiamo dedicato una recensione.
L’inizio del film regala autentiche emozioni e brividi; tuttavia, con una durata di 120 minuti, la pellicola risulta eccessivamente prolungata e intrappolata in stereotipi che ne limitano l’impatto. Sebbene la situazione di blocco in mare sia inizialmente traumatizzante, il protrarsi eccessivo della trama sembra andare contro il proprio interesse: in particolare, durante la scena dell’inseguimento tra il gatto e il topo, ci si aspetta che i combattimenti e le sequenze d’azione siano realistici e ben eseguiti. Purtroppo, questo non è il caso di Blood Vessel, dove la qualità scadente della CGI toglie emozione, diventando purtroppo quasi comica.
Azione poco incisiva, ma il cast compensa con l’emozione
Nella fase conclusiva del film, si assiste a numerose scene d’azione, in particolare di sparatorie, che mancano di realismo e vanno a compromettere la credibilità dell’intera situazione. Neanche le sequenze di combattimento ravvicinato brillano particolarmente, senza il vigore e la convinzione necessaria: maggiore attenzione alle coreografie delle scene d’azione avrebbe certamente giovato, dato che purtroppo il film non riesce a trasmettere la tensione e l’emozione necessarie per rendere coinvolgenti questi momenti di scontro e sorpresa.
Nonostante alcuni scivoloni dal punto di vista della gestione del fattore action e della suspense, Blood Vessel riesce a compensare con l’elemento emotivo. Con il poco tempo a disposizione per conoscere i personaggi, immersi come sono in una situazione ad alta tensione, questi riescono a risultare tutto sommato accessibili allo spettatore, il che favorisce sicuramente empatia. Pertanto, quando si trovano in situazioni critiche, si spera che comprendano la gravità della minaccia e affrontino il problema con la dovuta serietà. Ci sono momenti di autentica emozione che colpiscono profondamente e il finale, in particolare, risulta coinvolgente e toccante.
La recensione in breve
Con qualche scivolone nella gestione del tempo e nella messa in scena dell'azione, Blood Vessel perde un po' del mordente insito nella sua premessa da thriller. Un cast convincente riesce comunque a garantire la giusta dose di intrattenimento per il pubblico di Netflix.
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Voto CinemaSerieTv