Il film: Borderlands, 2024. Diretto da: Eli Roth. Genere: Fantascienza, Azione. Cast: Cate Blanchett, Jamie Lee Curtis, Kevin Hart, Jack Black, Edgar Ramirez. Durata: 101 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa ed in lingua originale con sottotitoli.
Trama: Lilith, una fuorilegge senza scrupoli, torna controvoglia sul suo pianeta natale, Pandora, per cercare la figlia scomparsa di Atlas, l’uomo più potente dell’universo. Per la sua missione si allea con Roland, ex mercenario; Tiny Tina, demolitrice adolescente; Krieg, il protettore di Tina, lo scienziato Tannis e il robot Claptrap.
A chi è consigliato? A tutti i videogamer incalliti che hanno amato la serie di videogiochi del 2009 e che la hanno divorata sulla propria Playstation o XBox, a chi è alla ricerca di uno sci-fi colorato, cartoonesco e scanzonato, a chi non riesce proprio a perdersi nemmeno un film con protagonista Cate Blanchett.
In principio fu il primo di una (lunghissima) serie di videogame di discreto successo divenuti negli anni oggetto di culto tra i gamer più incalliti: arrivato sulla piazza del mercato digitale e fisico nel 2009, Borderlands era il primo capitolo di una saga fortunata di videogame creata dalla Gearbox Software poi pubblicato da 2K Games con inaspettato clamore. Trama e struttura narrativa semplici ed ammiccanti, personaggi archetipici semplici da giocare di facille immedesimazione, tono tra il cartoonesco e la costante ironia. Il tutto sapientemente mescolato con scenari da sci-fi post-apocalittico alla Mad Max e svolte narrative tra avventura alla Indiana Jones e sapore epico tra le stelle debitore del successo di Guerre Stellari.
L’adattamento cinematografico in arrivo nelle nostre sale da mercoledì 7 agosto con Eagle Pictures, però, non ha lo stesso smalto della saga di videgame che dal 2009 sono seguiti al fortunatissimo capostipite. Nella nostra recensione di Borderlands vi spiegheremo perché il nuovo lungometraggio di Eli Roth sia un cocente fallimento cinematografico in molti dei suoi comparti; un triste esempio di fantascienza per grande schermo ormai datata e fuori tempo massimo rispetto alle tendenze narratologiche e di linguaggio del cinema di genere attuale.
Di cosa parla Borderlands?
Lilith (Cate Blanchett), una famigerata cacciatrice di taglie dal passato misterioso, è costretta a tornare, a malincuore, su Pandora, il suo pianeta natale che è il più caotico della galassia. La sua missione è trovare la figlia scomparsa di Atlas (Edgar Ramírez), il più potente figlio di una buona donna dell’universo. Lilith stringerà un’alleanza con un’improbabile squadra di reietti: Roland (Kevin Hart), un mercenario esperto, Tiny Tina (Ariana Greenblatt), una adolescente amante degli esplosivi e il suo muscoloso protettore Krieg (Florian Munteanu), Tannis (Jamie Lee Curtis), una scienziata pazza che ne ha viste di tutti i colori e Claptrap (Jack Black), un robottino logorroico e saccente. Insieme, questi strampalati eroi dovranno sconfiggere una specie aliena e pericolosi banditi e scopriranno uno dei segreti più incredibili di Pandora. Il destino dell’universo potrebbe essere nelle loro mani, ma alla fine combatteranno per qualcosa di più grande: la loro amicizia.
Tratto dal celeberrimo videogame sul mercato dal 2009, Borderlands è il nuovo film diretto da Eli Roth da una sceneggiatura adattata curata dallo stesso regista statunitense assieme a Joe Crombie. Roth, che negli anni si è fatto le ossa (ed una solidissima reputazione) con il cinema di genere orrorifico, passa alla fantascienza scanzonata con un prodotto battente bandiera Lionsgate che però poco ha a che vedere con gli stilemi e le ossessioni contenutistiche e visuali dell’autore di cult movie di genere quali Cabin Fever, Hostel e The Green Inferno. In Borderlands, Eli Roth sceglie il popcorn movie tornando a collaborare per una seconda volta con la due volte premio Oscar Cate Blanchett dai tempi del children fantasy Il mistero della casa del tempo, del 2018. Il risultato è altalenante.
Dal videogame al grande schermo
Se il videogioco ideato da Gearbox Software è divenuto negli anni oggetto di culto e modello inestimabile per tutti i gamer incalliti di ieri e di oggi, il suo adattamento per il grande schermo non gli rende affatto giustizia. Borderlands ebbe successo perché metteva sul tavolo delle sue possibilità ludiche un racconto semplice ed al contempo appassionante mescolato sapientemente con personaggi altamente giocabili e di facilissima immedesimazione; il tutto contrappuntato da una sanissima dose di leggerezza, azione ed ironia. Non è difatti un caso che inizialmente il film distribuito da Lionsgate negli Usa (da noi batte bandiera Eagle Pictures) avrebbe dovuto essere scritto anche da Craig Mazin, che attualmente con The Last of Us per HBO ha portato sul piccolo schermo la miglior trasposizione da videogame mai realizzata al cinema o per la serialità contemporanea.
Il progetto iniziale co-firmato da Mazin è naufragato negli anni, fino a quando il regista, sceneggiatore ed attore Eli Roth non è salito a bordo del progetto in veste di autore a tutto tondo, firmandone la regia e lo script assieme a Joe Crombie. Certo, con Borderlands pare che il cineasta statunitense si sia altamente divertito nel trasporre sul grande schermo tutta la sua viscerale passione per il videogioco in vendita dal 2009, venendo a patti una volta per tutte con la sua anima più nerd e geek. A mancare però in questo lungometraggio è una visione cinematografica inedita, unitaria e distinguibile.
In Borderlands, non funziona (quasi) nulla
Perché a guardarlo bene, nel Borderlands di Eli Roth non funziona (quasi) nulla. E forse è anche e soprattutto colpa dei reshoot che ci sono stati a gennaio 2023 e che hanno visto subentrare in cabina di regia non più Roth (che nel frattempo era impegnato sul set del suo ultimissimo horror in ordine cronologico dal titolo Thanksgiving) bensì Tim Miller, autore dietro la macchina da presa del primo Deadpool e di Terminator: Destino Oscuro. A suo tempo, furono sfatate voci di corridoio secondo le quali Eli Roth fosse infine stato licenziato in corner da Lionsgate perché insoddisfatti dalla sua visione cinematografica del videogioco di Gearbox Software, ma ora invece, a film completato e pronto a debuttare nelle sale di tutto il mondo, la sensazione che Lionsgate fosse parzialmente contrariata dal risultato preliminare di Roth si fa sempre più concreta.
I reshoot dello scorso anno operati dal più “mediano” Tim Miller potrebbero effettivamente aver indorato maggiormente la pellicola blockbuster plasmandola alla più recenti tendenze del cinema di intrattenimento per tutte le età. Per tale motivo Borderlands, a conti fatti, si disvela al suo pubblico cinematografico di riferimento più come una trasposizione generica e derivativa, che non omaggio rispettoso e coerente con le ambizioni e le forme narrativo-visuali del videogame del 2009. Privo di ganci accattivanti, di un cast che sia veramente azzeccato, di sequenze d’azione memorabili e di genuini momenti di ironia, Borderlands è a tutti gli effetti una versiona più opaca e dimenticabile della creazione di successo della Gearbox Software.
Meno male che c’è Cate Blanchett!
Che è poi un vero peccato, perché il lavoro vocale del sempre vulcanico Jack Black nei “panni” del robottino Claptrap è esilarante e adeguato agli obiettivi del film scritto e diretto da Eli Roth, mentre la fascinosa Lilith interpretata da una disimpegnata Cate Blanchett dimostra ancora una volta al cinema contemporaneo quanto l’attrice australiana sia maestra indiscussa davanti la macchina da presa nei ruoli e nei progetti più disparati. Non pervenuti perché fuori fuoco a causa di uno script bulimico e senza pietà, Kevin Hart ed il premio Oscar Jamie Lee Curtis, sacrificata ad un ruolo di contorno privo di alcun vero mordente.
Insomma, Borderlands è un fallimento cocente in (quasi) ogni aspetto lo si voglia guardare: come adattamento cinematografico del videogame del 2009 affidato alle mani registiche di Eli Roth, risulta infine un prodotto compassato, privo di dinamicità, svogliato e poco divertente; la pellicola in arrivo nelle sale italiane a partire da mercoledì 7 agosto è al massimo la prova che il premio Oscar Cate Blanchett può fare veramente qualunque cosa davanti la macchina da presa. Ma di certo non può e non deve bastare.
La recensione in breve
L'adattamento cinematografico del videogame del 2009 affidato alle mani registiche di Eli Roth è un fallimento cocente in (quasi) ogni aspetto lo si voglia guardare: compassato, privo di dinamicità, svogliato e poco divertente, Borderlands è al massimo la prova che il premio Oscar Cate Blanchett può fare veramente qualunque cosa davanti la macchina da presa. Ma di certo non basta.
Pro
- Il mood cartoonesco e colorato del film
- Cate Blanchett, che può ogni cosa davanti la macchina da presa
Contro
- Il restante cast, inclusa Jamie Lee Curtis, svogliato e non pervenuto
- La mano registica di Eli Roth è praticamente assente
- Vorrebbe essere divertente e scanzonato, alla fine è solo noioso
- Voto CinemaSerieTV