Il film: Causeway, 2022. Regia: Lila Neugebauer. Cast: Jennifer Lawrence, Bryan Tyree Henry, Samira Wiley, Stephen McHinley Henderson, Jayne Houdyshell. Genere: Drammatico. Durata: 92 minuti. Dove l’abbiamo visto: Alla Festa del Cinema di Roma.
Trama: Una giovane soldatessa in stanza con le sue truppe in Afghanistan rimane ferita riportando una lesione cerebrale che le causerà un delicato ricovero e una lentissima riabilitazione motoria e psicologica. Al suo rientro a casa le difficoltà a tornare ad adattarsi alla vita quotidiana di tutti i giorni e ai rapporti con le persone sembreranno insormontabili. Fino all’incontro con un meccanico gentile.
Presentato in anteprima italiana alla 17° Festa del Cinema di Roma, Causeway è il primo lungometraggio cinematografico diretto da Lila Neugebauer, già autrice dietro la macchina da presa di episodi televisivi di serie come Maid e Room 104. Scritto a sei mani da Elizabeth Sanders, Luke Goebel e Ottessa Moshfegh, Causeway è il delicato e commovente racconto di due misfits della società americana contemporanea il cui incontro casuale cambierà la vita di entrambi in maniera tenera e inaspettata.
Nella nostra recensione di Causeway, ci addentreremo nel film di Lila Neugebauer spiegando come questa delicata sceneggiatura originale racconti in maniera più profonda di quello che non appaia in superficie lo stato attuale dell’America di provincia, tra echi di guerre mai cessate e ferite del corpo e dell’anima mai guarite. In cerca di una salvezza che arriverà nella maniera più sorprendente.
La trama: di ritorno dalla guerra in Afghanistan
Lynsey (Jennifer Lawrence) torna a casa dopo essere stata vittima di un’importante lesione cerebrale causata da una bomba mentre era in stanza in Afghanistan. Il suo rientro però, non sarà dei migliori, tra una durissima riabilitazione motoria e psicologica e la sua voglia di riadattarsi alla vita di tutti i giorni; un inaspettato incontro con il meccanico James Aucoin (Brian Tyree Henry), però, le cambierà lentamente la vita in meglio grazie al tenero rapporto di fiducia che si instaurerà tra di loro.
Da queste intense premesse nasce Causeway, primo lungometraggio diretto dalla regista americana e ritorno del premio Oscar Jennifer Lawrence al cinema indie, che più di dieci anni fa le aveva dato il successo inaspettato. Qui l’interprete si cimenta in uno dei ruoli più complessi della sua pur variegata carriera, alle prese con una giovane soldatessa costretta a dover imparare a vivere di nuovo sullo sfondo di un’America di provincia opaca e indifferente al dolore dei suoi protagonisti.
Le ferite del cuore
L’esordio al cinema della Neugebauer è un lungometraggio dal carattere fortemente asciutto, prosciugato di ogni emozione palesata, tutto costruito intelligentemente sui frequenti ed efficaci primi e primissimi piani sui due protagonisti. In particolare, a raccontare meglio la storia della riabilitazione del corpo e dell’anima di Lynsey, ci pensa il volto di Jennifer Lawrence; scavato e senza mai un filo di trucco, quello della giovane soldatessa di ritorno a casa dopo il trauma subito è la perfetta mappa geografica delle ferite del cuore che si porta dentro la donna ben oltre la sua fatale stanza in Afghanistan. In fondo, è la stessa cosa che è accaduta al meccanico James, costretto a camminare con una protesi di ultima generazione dopo aver perso la gamba a causa di un terribile incidente stradale dagli esiti terrificanti.
Forse è proprio qui che il Causeway di Lila Neugebauer affonda il colpo più mortale ed efficace, sapendo raccontare con grande senso dell’umanità e dell’empatia l’incontro inaspettato di due anime in cerca di una guarigione del corpo ma soprattutto dell’anima. Una coppia di veri e propri “scarti della società”, che paiono non voler e non poter appartenere a nessun luogo, a nessuna persona, intrappolati come sono nelle loro prigioni della mente e del cuore.
“Se c’è qualcuno a farti compagnia, vuol dire che non sei da buttare”
Come afferma il James di Tyree Henry a un certo punto del tenero film della Neugebauer, “se c’è qualcuno a farti compagnia, vuol dire che non sei proprio da buttare.” Una riflessione profonda su cui paiono reggersi tutte le fondamenta della sceneggiatura originale di Causeway, divisa tra empatico compatimento dei suoi due protagonisti e ambiziosa variazione sul tema dell’appartenenza. Un’appartenenza al mondo, quest’ultima, che si sublima spesso nel film grazie alla costante presenza delle piscine, qui luoghi del cuore dove Lynsey e James sembrano riuscire a liberarsi di ogni loro pesantezza del corpo e della mente, pozzi mistici dove l’acqua si tramuta in liquido amniotico dove ritornare dopo essere venuti al mondo, rifugi sicuri a cui sapere di appartenere senza sentirsi più soli. Per poter poi rinascere di nuovo.
La recensione in breve
Il primo film da regista di Lila Neugebauer è il doloroso e delicato racconto di due scarti della società che si incontrano causalemente per imparare nel tempo a rimarginare le ferite del proprio passato, sia fisiche che psicologiche. Un ottimo esordio alla regia cinematografica sorretto da due intensi Jennifer Lawrence e Brian Tyree Henry.
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