Il film: Cenere, 2024. Regia: Erdem Tepegöz. Genere: romantico, thriller. Cast: Funda Eryiğit, Alperen Duymaz, Mehmet Günsür. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo visto: Netflix.Trama: Una donna ritrova la voglia di vivere dopo aver letto un libro che risveglia in lei emozioni che non provava da tempo. Facendole cambiare idea sulla sua famiglia e su ciò che vuole dalla vita.
Cenere è un prodotto ibrido e riesce a essere interessante proprio grazie a questa duplice natura. Da un lato c’è il melò pop intriso di sensualità ed erotismo. Dall’altro il thrilling con impercettibili venature horror. Come vedremo in questa recensione di Cenere, il film diretto da Erdem Tepegöz, disponibile su Netflix dal 9 febbraio, dunque, si distacca lievemente dalla nuova onda di produzioni televisive turche, molte delle quali affollano i piccoli schermi di casa nostra con un successo a volte immotivato. Questo però non vuol dire che si tratti di un’opera innovativa, soddisfacente o anche solo compiuta. Questa storia d’amore e morte, infatti, lascia più di qualche dubbio come vedremo nella nostra recensione di Cenere.
Tra sogno e realtà
Gökçe è una bellissima donna di Istanbul, sposa del ricco editore Kenan, madre di una bambina e orgogliosa titolare di un negozio di moda. La sua vita è l’immagine della perfezione. Se si eccettua per un solo particolare. Il suo sguardo spento nasconde più della tristezza. Quella che vive è vera e propria insoddisfazione. La sera del party per i suoi dieci anni di matrimonio, però, qualcosa cambia. La donna trova tra i manoscritti destinati al marito un libro destinato a stravolgerle la vita.
Si intitola Cenere e racconta la storia di un amore impossibile tra R. e M., narrato dal punto di vista di R. Gökçe si lascia travolgere da quelle pagine appassionate e spinta da una non meglio identificata intuizione si convince che sia tutto vero. Decide così di andare nei luoghi citati nel romanzo, per scoprire l’identità dell’uomo. Si imbatte così in un misterioso falegname, Metin Ali, che l’attrae in maniera inconscia. Dopo una breve frequentazione i due diventano amanti, ma Gökçe non ha idea di essere finita in un gigantesco incubo. Tanti sono i segreti che Metin Ali nasconde alla nuova amata.
Labirinto d’amore
Chi è M. e perché Gökçe lo trova irresistibile? Perché quella donna che avrebbe tutto per essere felice è disposta a credere a una finzione pur di non vivere la sua reale esistenza? Ruota attorno a questi due interrogativi il senso di questo film turco, costruito a uso e consumo di un pubblico che ama le storie enigmatiche. E che soprattutto gradisce essere portato per mano nei meandri di una trama con tranello. Non possiamo rivelarvi il colpo di scena finale di Cenere, perché vi toglieremmo gran parte del piacere della visione. Ma possiamo sicuramente sottolineare il fatto che pur ben assestato, arriva molto molto tardi. Talmente tardi da portare direttamente alla chiusura del film, con una spiegazione davvero sbrigativa e insufficiente.
Quelle donne disperate
Un elemento interessante di Cenere è il focus su un personaggio femminile che rimanda alle eroine classiche dei grandi romanzi dell’800. Il nome che viene ripetuto più spesso è quello di Anna Karenina e in effetti la Gökçe ha più di un punto di contatto con la creatura di Lev Tolstoj. Entrambe benestanti e apparentemente felici nei loro matrimoni, coltivano però un’inquietudine che credono di risolvere nel rapporto con un altro uomo. Si tratta di somiglianze superficiali perché in Cenere, come vedremo nel prossimo paragrafo, il dolore di Gökçe non ha quella potenza che ritroviamo tra le pagine del romanzo del 1877. Anzi. C’è la sensazione costante che la protagonista del film sia in balia di un’entità sconosciuta che la priva di qualsiasi identità.
Una donna allo specchio
Cenere si regge su un meccanismo di scatole cinesi in cui la protagonista (una spaesata Funda Eryiğit) proietta sé stessa in un mondo altro per sfuggire alla piattezza di una vita senza amore. Tuttavia, il gioco di rimandi tra il suo presente e la storia che legge, che pian piano si impossessa di lei e si rivela più inquietante del previsto, è troppo didascalico per risultare davvero coinvolgente. In più di un momento sembra di trovarci davanti alla storia di una donna annoiata in cerca di facili emozioni. Non è così, ovviamente, ma il fatto che emerga in gran parte questo aspetto non contribuisce a renderci partecipi.
Cenere insomma viene venduto come dramma romantico a forti tinte erotiche, ma c’è di più. Questo di più, però, non è stato gestito in maniera intelligente, approdando a una storia un po’ insipida. Tutto sommato il film di Erdem Tepegöz è un prodotto godibile, sostenuto da una regia molto ricercata (a volte fin troppo sofisticata). Peccato però che a parte un cast bellissimo da vedere e un twist sufficientemente intelligente, ci sia poco altro.