Il film: City Hunter, 2024. Regia: Yuichi Sato. Cast: Ryohei Suzuki, Misato Morita, Masanobu Ando, Asuka Hanamura, Ayame Misaki, Moemi Katayama, Tetta Sugimoto, Takaya Sakoda, Fumino Kimura, Isao Hashizume. Genere: azione, commedia. Durata: 104 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Ryo Saeba indaga sulla morte del suo socio in affari, con l’aiuto della di lui sorella.
A chi è consigliato? Agli appassionati del manga originale e delle commedie action.
Tra i franchise più longevi della cultura popolare giapponese c’è anche quello di City Hunter, manga dato alle stampe tra il 1985 e il 1991 e poi adattato in varie forme sullo schermo. Oltre all’inevitabile anime, infatti, sono stati realizzati ben tre film live action, ciascuno di nazionalità diversa: quello del 1993 è targato Hong Kong, con protagonista nientemeno che Jackie Chan (ed esistono altri due film che usano i nomi dei personaggi ma alterano la premessa, e viceversa), mentre quello del 2019 batte bandiera francese e si basa sulla traduzione locale della serie animata, con il personaggio principale Ryo Saeba ribattezzato Nicky Larson. E ora, grazie a Netflix, la storia è tornata nel suo natio Giappone, per un’avventura di cui parliamo in questa recensione di City Hunter.
In nome del fratello
![Una scena di City Hunter](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/city-hunter_2.jpg)
Tokyo, ai giorni nostri. Ryo Saeba lavora come investigatore privato e accetta casi di vario genere legati alla malavita della capitale nipponica, casi che gli vengono proposti tramite la sigla “XYZ” su una lavagna nella stazione ferroviaria di Shinjuku. Ad aiutarlo c’è il partner Hideyuki Makimura, il quale però è un po’ esasperato dal comportamento del collega, un libidinoso patentato che si fa spesso distrarre durante le indagini. Un giorno, Hideyuki viene ucciso da dei gangster, e Ryo si ritrova a lavorare con la sorella del partner, Kaori. Una collaborazione non facile, poiché lei è anche meno tollerante del fratello per quanto riguarda la mentalità inguinale del detective. Ma in un modo o nell’altro riusciranno ad andare d’accordo…
La strana coppia
![Una scena di City Hunter](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/city-hunter_3.jpg)
È la seconda collaborazione con Netflix per l’attrice Misato Morita (Kaori), già nota a chi segue gli Originals in lingua giapponese grazie alla serie The Naked Director, sulla vita del regista porno Toru Muranishi. Qui il tono è decisamente più scanzonato, e lei si interfaccia in modo efficace con l’interprete di Ryo, tale Ryohei Suzuki, già conosciuto in patria per essere stato il protagonista di un altro folle live action basato su un manga di successo: Hentai Kamen, la storia di un improbabile supereroe che indossa mutandine usate al posto della classica maschera. Insieme si divertono a portare sullo schermo la stessa atmosfera stravagante e a tratti surreale del manga, comprensiva del martello gigante con cui Kaori a volte colpisce Ryo quando i suoi pensieri si fanno troppo perversi.
Stare al passo (o meno)
![Una scena di City Hunter](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/city-hunter_4.jpg)
Quello che ha spesso creato problemi a chi cerca di rifare gli anime in live action fuori dal Giappone è la difficoltà di replicare il tono molto caricato ed energico dell’originale, rispetto al quale il remake con attori in carne e ossa tende a impallidire. Ed è il medesimo fattore che mette a nudo il principale difetto di questo City Hunter che, seppur girato in patria, non riesce mai veramente a restituire in pieno quello spirito folle che nella versione cartacea e animata è parte integrante dell’intera operazione. Nella fattispecie, quell’energia stralunata si riflette perfettamente nelle interpretazioni dei due attori principali, che sembrano effettivamente usciti da un prodotto d’animazione e si gettano a capofitto nella mischia, ma il regista Yuichi Sato fatica a stargli dietro, limitandosi a creare un’estetica aumentata senza riempirla di quel qualcosa in più che farebbe di questa operazione un film degno di nota anziché una parata di cosplayer (tutti completamente in parte) che sembra destinata solamente ad arricchire senza particolari ambizioni il catalogo di Netflix.
La recensione in breve
Gli attori stanno al gioco, ma il resto del film non riesce sempre a stare dietro alla loro energia che sembra uscita dritta dall'anime di riferimento.
Pro
- L'estetica richiama quella del materiale di base
- I due interpreti principali sono in sintonia con le intenzioni del progetto
Contro
- Il ritmo e l'energia del film non stanno al passo con le interpretazioni
-
Voto CinemaSerieTV