Il film: Code 8: Parte II, 2023. Regia: Jeff Chan. Cast: Robbie Amell, Stephen Amell, Alex Mallari Jr. Genere: Fantascienza, azione. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Sono trascorsi cinque anni da quando Connor ha perso sua madre e ha deciso di pagare per i crimini commessi. Da quel momento i suoi rapporti con Garrett sono stati completamente chiusi. Almeno questo è ciò che Connor crede. Da quando è uscito di prigione, infatti, ha deciso di adottare un basso profilo sperando di rimanere fuori dai guai. D’altronde il suo lavoro di custode di una scuola non sembra offrire molte occasioni pericolose. Quello che non sa, però, è che gli eventi possono piombare addosso quando meno li si aspetta.
Il successo di un film si deve da tanti e diversi elementi, non ultimo anche un’inaspettata e poco gradita pandemia globale. Questo, nello specifico, è stato il caso dello sci-fi Code 8 che, approfittando della chiusura delle sale, ha vissuto una stagione particolarmente fortunata grazie allo streaming di Netflix. Così, entrato di diritto nella top 10 in quella lunga , spiacevole ed anomala stagione cinematografica, ha inconsapevolmente costruito le basi per la produzione del secondo capitolo, Code: Parte II.
Diretto da Jeff Chan, questo sequel non ha alcun modo di essere senza la presenza di Connor Reed, personaggio ambivalente e diviso tra il fare ciò che è giusto e ciò che è necessario, interpretato già da Robbie Amell. Rispetto al primo film, comunque, in questo caso la produzione è riuscita a proporre un film particolare che, come vedremo nella nostra recensione di Code 8: Parte II, si muove all’interno di atmosfere di un neo noir contaminato da elementi punk rock. Il tutto per andare a riproporre un’ambientazione fantascientifica particolarmente grintosa e ben definita.
Trama: Ricominciare dalla fine
La narrazione riprende esattamente cinque anni dopo gli eventi che hanno visto Connor assumersi le sue responsabilità dopo la morte della madre andando in prigione. In tutto questo tempo, però, l’opinione pubblica ha iniziato a chiedersi se esiste un modo per andare ad arginare e modificare l’uso della forza bruta da parte della polizia. Soprattutto nei confronti di chi nasce con delle abilità speciali. Persone che vengono aiutati da Garrett con i profitti non propriamente puliti del traffico di droga di Psyke.
La situazione, dunque, sembra essere ancora più confusa e complicata rispetto a quella affrontata da Connor anni prima. Il ragazzo, però, è deciso a tenere un profilo basso e, una volta uscito di prigione, inizia a lavorare come custode in una scuola. I suoi progetti, però, vengono completamente sconvolti quando si trova a dover difendere una ragazza che tenta di aver giustizia per la morte del fratello. Una fine avvenuta, ovviamente, per mano di poliziotti corrotti gestiti dal sergente King.
Il nome della ragazza è Pav e ben presto Connor si rende conto di quanto la sua vita sia seriamente in pericolo per aver assistito al tentativo d’insabbiare il tutto. Per questo motivo, dunque, sembra avere assoluta necessità della protezione di Garrett e, soprattutto, della sua banda dotata di poteri speciali. A questo punto ai tre non rimane altra scelta che sopravvivere all’assalto di King e del dipartimento di polizia mentre cercavano prove che possono smascherare King e il programma K9.
Un action sociale e politico
Alcuni generi cinematografici si prestano più di altri od evidenziare delle tematiche che poco hanno aderenza con le sue forme narrative. Uno di questo, sicuramente, è quello fantascientifico che, basandosi sulla costruzione di una realtà alternativa, può sviluppare infinite forme ed altrettanti numerosi percorsi. Non stupisce, dunque, che il regista Jeff Chan e gli sceneggiatori e Chris Pare, Sherren Lee e Jesse LaVercombe abbiano deciso di andare a servirsi di un sci-fi distopico per evidenziare elementi particolarmente attuali come la corruzione delle istituzioni e, soprattutto, l’attivismo comunitario per affrontare tutte le attività illegali.
Nello specifico, però, in questo sequel viene compiuto un passo avanti rispetto a Code 8. Le persone con poteri, infatti, non sembrano accettare più il loro doppio ruolo di vittima e carnefice imposto loro dalla società e dal potere di una polizia corrotta. Piuttosto prendono consapevolezza che è arrivato il momento di lottare per i loro diritti. Una tematica, quella della scoperta e della coscienza sociale, che non rappresenta certo una novità ma che riesce a trovare la sua collocazione all’interno di una narrazione ibrida dove il fantascientifico si lega al noir. Unica pecca, rispetto al primo capitolo è l’assenza dell’elemento adrenalinico. La corsa contro il tempo, infatti, viene completamente messa da parte preferendo un’evoluzione della vicenda basata più sui rapporti e sulla rappresentazione del mondo circostante.
Il potere come imperfezione sociale
Gli X-Men sono gli “imperfetti” per eccellenza. Almeno per la società in cui tentano disperatamente d’inserirsi e che, invece, li rifiuta. Un aspetto che ha evidentemente influenzato Jeff Chan e il mondo di Code 8. Anzi, i personaggi di Robbie e Stephen Amell vanno a rappresentare proprio il sistema castale che colloca le persone con poteri all’ultimo livello di una società repressiva gestita da un sistema più alto. Anche in questo caso, poi, ci sono due figure maschili che pensano di sapere perfettamente quale sia la via migliore da intraprendere per il futuro dei loro simili.
Rispetto al mondo degli X-men, però, qui ci si trova al centro di un universo crudo nel suo minimalismo. Un elemento, questo, che permette di costruire introno alla spettatore tutto un mondo fantascientifico, coinvolgendolo e non lasciandolo mai ai margini della narrazione. Un elemento possibile anche grazie all’identificazione e al legame emotivo costruito con il personaggio di Connor. Anche se, in questo caso, i suoi tormenti hanno uno scopo più “alto” e meno concentrato sulla sua personale vicenda. Rispetto al primo film, infatti, Code 8: Parte II consegna un antieroe definito che, alla fine di tutto, ha finalmente imparato a conoscere ed accettare se stesso per quello che è esattamente.
Jeff Chan ha realizzato un sequel particolare che si muove all'interno di atmosfere di un neo noir contaminato da elementi punk rock. Il tutto per andare a riproporre un'ambientazione fantascientifica particolarmente grintosa e ben definita dove l'aspetto umano e l'evoluzione personale prende spesso il sopravvento sull'action più puro.
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