Il film: Codice: cacciatore, 2024. Regia: Mandla Dube. Cast: Connie Chiume, Bonko Khoza, Nicole Fortuin, Connie Ferguson. Genere: Thriller, Azione. Durata: 105 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: L’Intelligence presidenziale (PIA) insegue furiosamente Zuko Khumalo per l’immensa distesa dell’Africa meridionale, mentre sfreccia su una motocicletta rubata per procurarsi informazioni in grado di distruggere il governo. Il PIA pensa che la cattura sia facile, in fondo Zuko è un semplice operaio, ma non conoscono il suo passato. E questo gli costerà caro.
A chi è consigliato: a tutti gli appassionati dell’action.
Mandla Dube è probabilmente uno dei pochi registi in circolazione capaci di raccontare il Sudafrica attraverso il genere, spaziando tra l’action e il thriller politico, e soprattutto intercettando un modo di fare cinema dal forte respiro internazionale. Proprio per questo lo abbiamo conosciuto su Netflix nel 2016 con Kalushi, la storia di un venditore ambulante divenuto uno dei simboli della lotta contro l’Apartheid, e nel 2022 con L’assedio si Silverton, sempre focalizzato su argomenti delicati quali il razzismo e l’indipendenza.
Nel 2024 Dube ha nuovamente stretto il sodalizio con la piattaforma dalla N rossa, realizzando Codice: cacciatore (in originale Heart of the Hunter), basato sull’omonimo romanzo scritto nel 2003 del giornalista Deon Mayer, e ambientato a Città del Capo durante i decenni successivi alla liberazione di Nelson Mandela. Scopriamo nella nostra recensione di Codice: Cacciatore se l’ultima fatica del noto cineasta sudafricano si è rivelata un degno adattamento di uno dei best seller degli anni 2000.
La trama: Corruzione e complotti
Codice: cacciatore è un vero e proprio viaggio alla scoperta dello stato sudafricano, immerso in una corruzione imperante che si snoda facilmente all’interno delle sedi istituzionali. Il protagonista è Zuko Khumalo, un ex assassino ora ritiratosi per condure una vita normale e tranquilla. Un giorno, una sua conoscenza di nome Johnny, un vecchio politico ora sprofondato in una condizione sociale sciagurata, gli chiede di indagare su alcune azioni cospirative compiute dal candidato presidenziale Daza Mitma. Una volta emersi questi intrighi politici, nulla impedirebbe al governo del Sudafrica di cadere. L’intelligence presidenziale farà di tutto per essere sulle tracce di Zuko, senza sapere però il suo passato da killer brutale.
Una premessa non nuova
Basterebbe solamente scorrere la logline del film per capire che Codice: cacciatore si arma di tutti di luoghi comuni che riguardano la stragrande maggioranza dei thriller d’azione. Dalla retorica formula del “non fidarsi di nessuno” al viaggio dell’eroe/antieroe costretto ad utilizzare la violenza per il bene del suo paese e del suo popolo. E non suonano nuovi nemmeno temi come la redenzione, la lotta contro la corruzione politica, antagonisti estremamente malvagi che sembrano la caricatura di loro stessi, e soprattutto il solito cliché del cammino di espiazione del protagonista per elaborare i demoni del suo tormentato passato.
Ciò nonostante, la pellicola sa in qualche modo tenere lo spettatore incollato allo schermo, quasi ed esclusivamente grazie all’adrenalina trasmessa dalle riuscite sequenze d’azione, seppur permeate da un’estetica sensibilmente televisiva. Il tutto coadiuvato non solo dalle suggestive ambientazioni sudafricane, ma anche dalle buone performance dei componenti di un cast capace di sorreggere una sceneggiatura che fatica a lasciare il segno.
Un mero spargimento di sangue
Perché il grande problema di Codice: cacciatore è proprio lì, in un copione che riduce tutto ad un mero spargimento di sangue. 105 minuti di durata in cui viene data priorità assoluta all’azione, a discapito degli intrecci politici che erano centrali nel romanzo Meyer. Ciò che costituiva il cuore pulsante del materiale cartaceo di base viene totalmente sprecato, dal momento che l’occhio della macchina da presa si focalizza esclusivamente su sparatorie e combattimenti brutali, con minimi accenni alle motivazioni che spingono i protagonisti ad agire, in un contesto sociale a sua volta mai esplorato completamente.
In questo il montaggio non aiuta di certo, in quanto scandisce un ritmo che, soprattutto nella prima parte, risulta troppo travolgente, con trama e personaggi introdotti davvero rapidamente. Se da un lato lo spettatore rimarrà lusingato dai mozzafiato inseguimenti esplosivi, dall’altro resterà disorientato nel carpire la ragnatela di tutti gli incroci politici che fanno da motore alle vicende mostrate sullo schermo. Codice: cacciatore è disponibile dal 29 marzo su Netflix, e mentre scriviamo è primo nella top 10 dei film più visti sulla piattaforma.
Una sceneggiatura che riduce tutto ad un mero spargimento di sangue, a discapito di una maggiore focalizzazione sugli intrecci politici di cui Codice: cacciatore avrebbe sicuramente beneficiato. La macchina da presa si concentra esclusivamente su sparatorie ed inseguimenti mozzafiato, lasciando da parte un qualsiasi approfondimento sul contesto sociale in cui agiscono i protagonisti.
Pro
- Suggestive ambientazioni del Sudafrica
- Le sequenze d'azione mozzafiato
- Una buona performance corale del cast
Contro
- Focus eccessivo sulle scene d'azione a discapito di un qualsiasi approfondimento sul contesto socio-politico
- Soliti clichè dei thriller d'azione
- Voto CinemaSerieTV