Il film: DallAmeriCaruso. Il concerto perduto, 2023. Regia: Walter Veltroni. Cast: Angela Baraldi, Gaetano Curreri, Ricky Portera, Guido Fiorentino, Lidia Fiorentino, Antonino Galano, Gino Castaldo, Ambrogio Lo Giudice, Nicola Sisto, Paolo Glisenti. Genere: documentario, musicale. Durata: 120 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Interviste nuove e materiale d’archivio ripercorrono il concerto americano di Lucio Dalla nel 1986 e il successivo soggiorno a Sorrento.
Lucio Dalla avrebbe compiuto ottant’anni lo scorso marzo, e quale occasione migliore per rispolverare uno dei momenti di culto della sua carriera? Tale pensiero è all’origine della collaborazione tra Nexo Digital e Sony Music, con la riedizione in CD del mitico “concerto perduto” che il cantautore bolognese tenne a New York nel 1986, e l’uscita-evento – preceduta da un’anteprima speciale tenutasi, ovviamente, a Bologna – del documentario sull’argomento a cura di Walter Veltroni, già autore di un’operazione simile legata a Fabrizio De André. Di tutto questo parliamo nella nostra recensione di DallAmeriCaruso. Il concerto perduto.
La trama: a nostro Caruso e consumo
Il film è diviso in due parti di un’ora ciascuna: la prima, costituita da interviste nuove e un ritorno sul “luogo del delitto”, ripercorre il famoso soggiorno di Lucio Dalla a Sorrento, mentre faceva una gita in barca dopo essere rientrato dalla trasferta americana, e come questo evento ispirò la scrittura di uno dei suoi brani più famosi, Caruso (Dalla dormì nella stanza d’albergo dove era solito soggiornare Enrico Caruso); la seconda, assemblando i materiali filmati da Ambrogio Lo Giudice che era il regista del tour statunitense, ripropone il concerto vero e proprio, restituendo tutta la potenza delle esibizioni canore di Dalla.
Il cast: ricordare Lucio
Per rendere omaggio al grande musicista bolognese, mai troppo compianto dopo la sua scomparsa nel 2012, Veltroni ha riunito tutti coloro che erano con Dalla durante quella fortunata parentesi sorrentina, tra cui l’amica Angela Baraldi, lo staff dell’albergo, e Lo Giudice, che contestualizza anche l’intero viaggio. Interviene anche il critico musicale Gino Castaldo, per parlare dell’importanza di Caruso all’interno del percorso artistico del suo autore. Ed è proprio Dalla a dominare l’intera seconda metà del lungometraggio, grazie all’archivio di quello strepitoso concerto, mentre nel presente spetta al pianista Danilo Rea farci ricordare, con una serie di note struggenti, la grandezza di uno dei nomi fondamentali della musica italiana.
Bivio artistico
Data la natura parzialmente extracinematografica del progetto, è d’uopo precisare che come trovata celebrativa il film ha un suo perché, come parte integrante di un’operazione più grande per celebrare quello che in un altro universo sarebbe stato l’ottavo decennio di vita di Dalla. Ragionando sull’oggetto in sé, invece, emerge l’abisso tra le due metà dell’operazione, nonché il controsenso nel realizzare un progetto dedicato al “concerto perduto” dove il concerto stesso, quella magnifica serata al Village Gate nella Grande Mela, arriva solo dopo un’ora di aneddoti che aggiungono ben poco se si conosce quella fase del percorso di Dalla (e difficilmente questo film avrà un bacino d’utenza che si estende oltre la sfera degli appassionati). Anche perché c’è di mezzo il paragone, inevitabile, con il recente Per Lucio di Pietro Marcello, quello sì un tentativo di fare qualcosa di diverso e tracciare un ritratto abbastanza inedito grazie all’archivio. Archivio che qua fa il suo dovere di restituire l’emozione di quell’esibizione a New York, ma viene anche soffocato dall’invadenza di un presente ancora più vuoto per l’assenza del personaggio principale.
La recensione in breve
Le immagini del concerto del 1986 sono indubbiamente struggenti, ma la loro forza espressiva va un po' in calando nel contesto di un progetto più ampio che non si interessa esclusivamente a quell'evento.
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