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Home » Film » Recensioni film » Delta, la recensione: il lato oscuro del Po

Delta, la recensione: il lato oscuro del Po

La recensione di Delta: Michele Vannucci torna al cinema con un thriller dalle tinte western con Luigi Lo Cascio e Alessandro Borghi.
Max BorgDi Max Borg23 Agosto 20224 min lettura
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Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio in Delta
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Il film: Delta, 2022. Regia di Michele Vannucci. Cast: Luigi Lo Cascio, Alessandro Borghi, Emilia Scarpati, Greta Esposito.
Genere: thriller. Durata: 105 minuti. Dove l’abbiamo visto: al Locarno Film Festival, in lingua originale.

Trama: Due famiglie, una di pescatori e l’altra di bracconieri, si scontrano sulle rive del delta del Po, le cui acque stanno soffrendo per la pesca eccessiva a opera degli stranieri venuti dalle regioni del Danubio. La violenza ha la meglio sulla ragione, e i terreni nebbiosi del delta diventano teatro di azioni efferate per il controllo della zona.


Tra i primi annunci del programma dell’edizione 2022 del Locarno Film Festival, Delta si è subito imposto come uno dei titoli italiani più intriganti della stagione, per vari motivi: è il ritorno al cinema del regista Michele Vannucci, sei anni dopo Il più grande sogno, sempre in collaborazione con il produttore Giovanni Pompili (che nel 2022 si è fatto notare anche per aver partecipato alla creazione di Alcarràs, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino); ai due si aggiunge anche Matteo Rovere, da anni interessante firma nel panorama audiovisivo italico sia come regista che come produttore; e davanti alla macchina da presa ci sono due volti preziosi come Luigi Lo Cascio e Alessandro Borghi (quest’ultimo già nel film precedente di Vannucci).

Il tutto nel contesto di quello che è un western contemporaneo, lontano però dalle convenzioni del genere in ambito produttivo italiano: qui non siamo in una Spagna che simula i deserti statunitensi di fordiana memoria, ma, come vi spiegheremo in questa recensione di Delta, in riconoscibili territori nostrani che assumono connotazioni primordiali e inquietanti all’interno di un sistema a base di vendette e trattative che finiscono con il sangue.

La trama: un Po di conflitto

Un'immagine di Delta

Delta, come da titolo, si svolge nell’area del delta del Po, tra il Veneto e l’Emilia Romagna. Qui vive da generazioni la famiglia di Osso, che come gran parte della comunità locale si avvale soprattutto della pesca per andare avanti. Ma la situazione è tutt’altro che ottimale perché, da un po’ di tempo, nella regione ci sono anche i Florian, in fuga dal Danubio, e con l’aiuto di Elia, che è cresciuto nella zona del delta, si sono dati alla pesca selvaggia, indiscriminata, compromettendo l’equilibrio naturale con il bracconaggio. La cosa si fa sempre più insostenibile, e lo scontro fra Osso ed Elia, due generazioni diverse e due filosofie agli antipodi, si annuncia inevitabile, trasformando le acque del Po in terreno fertile per atti che sono contrari al tentativo di coltivare e preservare la vita.

Il mondo raccontato da Michele Vannucci

Un'immagine di Delta

Sta tutto in quel titolo: Delta. Il delta del Po, luogo affascinante che il film cattura in tutto il suo splendore, oggi a rischio (la proiezione a Locarno si è tenuta proprio nei giorni più caldi del periodo estivo, con il fiume drasticamente ridimensionato dalla siccità). Un luogo associato alla vita, letteralmente (il sostentamento tramite la pesca) e simbolicamente in quanto corpo d’acqua, ma anche cupo teatro di morte dove tutto si riduce all’istinto più basico, un ritorno alle leggi primitive che ancora governano parte dell’animo umano anche nei contesti più moderni.

Un ritorno che Michele Vannucci, abilmente supportato dal direttore della fotografia Matteo Vieille, cattura con progressiva, ineluttabile intensità, restituendoci un mondo dove tutto scorre ciclicamente, anche il sangue versato per sempiterne questioni di rivalità territoriale.

Il cast: duello fra corpo e anima

Alessandro Borghi in Delta

Su quelle rive si consuma la battaglia immortale i cui attuali portavoce sono Osso (Luigi Lo Cascio) ed Elia (Alessandro Borghi): da un lato la vecchia guardia che si scontra con la gioventù (tra i due attori c’è praticamente una generazione di differenza), dall’altro, per lo meno a livello nominale, qualcosa di più rozzo e primordiale, L’Osso, che deve affrontare Lo Spirituale, il nuovo arrivato con il nome che rimanda al profeta biblico.

Una rivalità, narrativa e recitativa, che incarna le due anime del film, quella più filosofica che rimanda a questioni di giustizia e, in senso più ampio, al destino ecologico del mondo in cui viviamo; e quella più fisica e brutale, che sposa le convenzioni di genere per poi traslarle in un contesto nuovo e farle sue, su uno sfondo che può sembrare familiare ma diventa inedito, conturbante teatro di vendette e paranoie. Un luogo che ridefinisce il modo di immaginare scenari western in ambito europeo, lontano dai pur indelebili ricordi di “fischiatine” e roventi primissimi piani.

La recensione in breve

7.5 Primordiale

In Delta Michele Vannucci trasforma il Po in coinvolgente, brutale, ipnotico luogo da western, con sempiterne questioni di vendetta e sopravvivenza che si consumano in un microcosmo che racchiude in sé tutte le preoccupazioni del mondo più vasto.

  • Voto CinemaSerieTV 7.5
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