Il film: Downsizing – Vivere alla grande, 2017. Regia: Alexander Payne. Cast: Matt Damon, Hong Chau, Christoph Waltz, Kristen Wiig. Genere: horror. Durata: 140 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Cosa accadrebbe, se restringendo il genere umano, potessimo salvare il pianeta? Al centro di questa storia ci sono Paul e sua moglie, che decidono di rimpicciolirsi e di cambiare radicalmente vita.
Pochi sono ormai i film veramente capaci di colpire per l’originalità delle premesse da cui prendono il via: tra questi, a nostro parere, c’è il recente Downsizing, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2017 come film d’apertura dell’edizione. Ci troviamo di fronte ad un opera che mescola satira sociale e politica, commedia, dramma sentimentale e messaggi ecologisti, mixando un gran numero di temi non sempre in modo del tutto convincente ma senza dubbio interessante: il film regista e sceneggiatore premio Oscar Alexander Payne si distingue per il suo spunto di partenza, assolutamente geniale ed inaspettato.
Che cosa accadrebbe se, improvvisamente, fosse scoperta una tecnologia in grado di rimpicciolire gli esseri umani ad un altezza di poco più di 12 centimetri, riducendo drasticamente l’impatto di ogni individuo sul pianeta tagliando così l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse naturali? È questa la soluzione per salvare il nostro mondo dal cambiamento climatico e da tutti gli danni che noi stessi abbiamo creato? La domanda che sorge spontanea, una volta appurato che questa potrebbe essere davvero la risposta a tutti i nostri problemi, è come cambierebbe la nostra società e, al contempo, come sarebbe la vita degli individui rimpiccioliti. Come vedremo in questa recensione di Downsizing – Vivere alla grande, Payne parte da queste premesse e – con l’aiuto di un cast veramente di primo piano – esplora le possibilità fornite da un’avanzamento tecnologico di questo tipo. La narrazione non procede senza intoppi, anzi nella sua seconda metà perde un po’ di focus e di mordente, ma l’opera nel suo complesso è comunque ben riuscita, brillante e divertente pur se pervasa da un certo senso di malinconia che difficilmente ci si scrolla di dosso a visione ultimata.
La trama: rimpiccioliamoci per salvare il mondo
Un scienziato norvegese scopre una tecnologia in grado di cambiare il destino del pianeta: rimpicciolire gli essere umani per ridimensionare drasticamente i consumi (e quindi l’impatto sulla Terra). A rendere questo “downsizing” veramente appetibile per le masse è l’idea che, con gli stessi soldi con cui solitamente si va avanti in maniera appena dignitosa, nelle comunità di rimpiccioliti si può vivere da veri nababbi, circondati da lusso e amenità. È proprio questo – oltre ovviamente alla volontà di fare qualcosa per il pianeta – a portare Paul Safranek (Matt Damon) e sua moglie Audrey (Kristen Wiig) a decidere di affrontare la procedura di rimpicciolimento: finalmente vivranno come hanno sempre sognato nella prestigiosa comunità di LeisureLand.
Le cose per Paul non vanno però assolutamente come previsto: Audrey si fa prendere dal panico subito prima di sottoporsi all’operazione (da cui non si può poi più tornare indietro), e abbandona il marito su due piedi. Peccato però che lui ora sia già altro soli 12 centimetri. Come affronterà la sua nuova esistenza senza l’appoggio della persona che gli era più cara?
Paul si renderà presto conto che, se il suo corpo ha cambiato dimensione, non l’hanno cambiata i suoi problemi, e lui continua a porsi le domande di sempre: qual è il senso della sua esistenza? Cosa deve fare per essere veramente felice? Ma da stravolgimenti esistenziali come questo derivano anche grandi opportunità e, con l’aiuto dell’eccentrico vicino di casa Dusan (Christoph Waltz) e di un’attivista vietnamita con una gamba sola, Gong Jiang (Hong Chau), Paul si renderà conto che i piaceri della vita si nascondono anche – e soprattutto – nelle piccole cose.
Una seconda metà che si perde un po’
Come anticipavamo in apertura, Downsizing colpisce senza dubbio per le premesse a dir poco uniche da cui prende il via. Ma è nello svolgimento però che riscontriamo alcuni problemi: se la prima metà – ossia tutta quella dedicata alla costruzione del contesto in cui si svolge la storia e a ciò che precede il cambiamento di Paul – è ben centrata, con il procedere della visione ci sembra che la narrazione perda un po’ del focus che il film aveva in apertura. I problemi di relazioni tra persone “normali” e “rimpiccioliti”, che pur venivano inizialmente accennati, passano completamente in secondo piano, concentrando l’attenzione tutta su Paul e sui suoi drammi personali. Il suo percorso di rinascita è toccate e ben costruito, ma una volta terminati i titoli di coda ci rendiamo conto che erano altri gli spunti che avremmo desiderato approfondire, più legati all’impatto mondiale del “downsing”, sulla società in cui viviamo, sulla salute del pianeta, nei rapporti tra le persone, piuttosto che esclusivamente su Paul. I “piccoli” problemi del protagonisti coinvolgono lo spettatore per la grande affinità che probabilmente hanno con i propri, ma una storia come questa – con premesse, lo ripetiamo, così geniali – poteva aspirare a qualcosa di decisamente più grande.
La sensazione è che Payne, nel definire gli obiettivi della sua opera, abbia perso di vista ciò che sarebbe stato veramente interessante approfondire: gli spunti ci sono tutti, ma vengono gettati nel film senza essere sviluppati a dovere.
Un cast che non delude
Detto questo, comunque, il film colpisce e coinvolge, questo anche grazie alla bravura dei suoi interpreti. Il cast di Downsizing è perfetto nei diversi ruoli che gli vengono assegnati, e aiuta a trascinarci in una storia che, come dicevamo e a metà tra dramma sentimentale, satira politica e critica ecologista. Sono Matt Damon, il gigionissimo Christoph Waltz e soprattutto la splendida Hong Chau il centro di questa pellicola, e sono, ognuno a loro modo, capaci di toccare lo spettatore, insegnandoci quanto si sia sempre in tempo per trovare l’amore e la propria strada nella vita, e che è sempre meglio vivere i cambiamenti – anche quelli che sembrano più drammatici – con la giusta filosofia. Tutto può sembrare insormontabile se non lo si vede dalla giusta prospettiva, che in questo caso è quella di tre persone piccolissime, ma con un grande cuore.
La recensione in breve
Downsizing parte da premesse veramente geniali, ma si perde in uno svolgimento poco focalizzato. Ottimo il cast di protagonisti: Matt Damon, Hong Chau e Christoph Waltz sono davvero perfetti nei ruoli.
- Voto CinemaSerieTV