Il film: Five Nights at Freddy’s, 2023. Regia: Emma Tammi. Cast: Josh Hutcherson, Piper Rubio, Elizabeth Lail, Matthew Lillard. Genere: horror. Durata: 110 minuti. Dove l’abbiamo visto: In anteprima stampa al cinema, in lingua originale.
Trama: In una pizzeria abbandonata si nascondono degli animatroni assassini: il nuovo custode Mike dovrà proteggere sua sorella Abby dalle loro mire ed intanto risolvere un mistero legato alla sua infanzia.
Realizzare con successo l’adattamento di un videogioco non è mai semplice: le variabili sono sempre tantissime, tra cui, forse quella più importante da tenere in considerazione, il tipo di fanbase che un prodotto videoludico si porta dietro. Trasporre un gioco in una storia cinematografica senza scontentare i videogiocatori abituali, adattandosi però anche alle esigenze dei “neofiti”, ossia di chi non sa nulla del materiale originale, è un operazione estremamente complessa. Questo a nostro parere è particolarmente vero per Five Nights at Freddy’s, film che si ispira ad una famosa serie di videogames di tipo survival horror, amatissima dai preadolescenti di tutto il mondo: come raggiungere il difficile equilibrio tra aspettative dei fan ed esigenze di pubblico più generalista? E soprattutto, come realizzare un horror che vada bene per la fascia di spettatori che ama il videogioco ma che possa essere apprezzato anche dal fruitore un po’ più maturo?
Come vedremo in questa recensione di Five Nights at Freddy’s, il film diretto da Emma Tammi decide di puntare tutto sugli amanti del videogioco, presentandosi come un prodotto pensato quasi esclusivamente per loro: l’orrore c’è ma è sempre fuori schermo (perfetto quindi per una classificazione PG-13), la trama è lacunosa perchè tanto chi conosce l’opera videoludica riempirà il non detto senza grosse difficoltà. Five Nights at Freddy’s è un film pensato per un target molto preciso, e da una parte scontenterà chi non conosce il gioco dall’altra probabilmente renderà felicissimi gli spettatori che invece lo amano. Difficile quindi definire se si tratti di un successo o di un fallimento: da parte nostra, però, siamo costretti a giudicare il film senza considerare il materiale di partenza, che purtroppo non conosciamo approfonditamente, soffermandoci su quelli che per noi sono i difetti più evidenti del film.
La trama: diabolici animatronics
Ci troviamo indicativamente nei primi anni Duemila, il nostro protagonista è Mike (Josh Hutcherson), un ragazzo tormentato che passa da un lavoro all’altro mentre cerca di crescere da solo la sorellina Abby (Piper Rubio). Per evitare che la poco simpatica zia Jane possa ottenerne la custodia Mike accetta un nuovo impiego come guardiano notturno di una pizzeria abbandonata. A indirizzarlo verso il lavoro è Steve Raglan, un consulente del lavoro che sembra volerlo genuinamente aiutare.
La pizzeria è il Freddy Fuzbear’s Pizza, locale famoso negli anni Ottanta per i suoi pupazzi animatronici all’avanguardia che intrattenevano grandi e piccini. Il locale, però, è stato chiuso dopo la misteriosa scomparsa di alcuni bambini. Dopo qualche notte di lavoro Mike si accorge che nella dimessa pizzeria si nasconde qualcosa di strano e che gli inquietanti pupazzoni potrebbero nascondere un’anima malvagia. Con l’aiuto di Vanessa (Elizabeth Lail), una poliziotta che sembra conoscere bene il passato di Freddy Fuzbear’s Pizza, Mike scoprirà che cosa lega sua sorella Abby al locale e ai suoi terrificanti abitanti e affronterà un doloroso trauma del suo passato, il rapimento del suo fratellino Garrett.
Ma l’orrore, dov’è?
Parliamo quindi di quei difetti che vi accennavamo in apertura: nel tentativo di rendere giustizia al videogioco (accontentando i suoi fan), Emma Tammi e il creatore dell’opera originale Scott Cawthon (con lei alla scrittura della sceneggiatura) danno vita ad un opera ricca di spunti mai veramente approfonditi, che si prende così tanto sul serio da non fare quello che un film con dei robottoni assassini dovrebbe fare meglio: divertire. Tutta la prima metà del film, infatti, è un calderone di elementi – dai traumi infantili del protagonista ai sogni che lo perseguitano, dalla sottotrama crime sul passato della pizzeria all’autismo (anche se la patologia di cui soffre non viene mai specificata) di Abby e alla presenza negativa della malvagia zia Jane – su cui ci sofferma giusto per portare la trama in una determinata direzione ma a cui non viene data la necessaria sostanza. La storia, anche se a suo modo piuttosto articolata, zoppica per le troppe lacune e si risolve in un finale che – soprattutto vista la ricchezza di informazioni date nel primo atto – è affrettato e poco convincente.
Per quanto si tratti di un film horror destinato ad un pubblico giovane, Five Nights at Freddy’s non è mai nemmeno lontanamente spaventoso, tra jumps scares prevedibilissimi e momenti che rasentano un po’ il grottesco: si, lo sappiamo, si tratta di un film su dei pupazzi meccanici a forma di animali, ce lo saremmo dovuti aspettare, ma sequenze come quella del cupcake volante assassino ci hanno riportato indietro ad un certo cinema anni Ottanta che eravamo convinti di esserci lasciati alle spalle. Capiamo il target, ma i ragazzi di oggi sono abituati ad una altro tipo di orrore che, pur essendo creato esclusivamente per loro (pensate ad esempio alla riuscitissima saga di Fear Street su Netflix) è capace di intrigare e conquistare anche un pubblico più adulto.
Un prodotto pensato per i fan
E qui torniamo ancora una volta a quello che è forse maggior problema del film, ma al contempo ciò che forse garantirà il suo successo al botteghino (negli Stati Uniti, dove la fanbase del gioco è davvero enorme è già quasi una certezza): il fanservice. Five Nights at Freddy’s è ricchissimo di citazioni all’opera originale (completamente staccate dal contenuto nel film) e ammiccamenti pensati esclusivamente per il videogiocatore (addirittura il cameo di un famosissimo youtuber con un canale dedicato a teorie sul gioco). I fan usciranno dalla sala soddisfatti (e lo sappiamo, perché chi scrive ha visto il film proprio in compagnia di un giovane appassionato di FNAF, acronimo della saga), il resto degli spettatori decisamente meno.
La recensione in breve
Five Nights at Freddy's accontenta il giovane fan della saga videoludica ma scontenta lo spettatore adulto, che nei suoi horror cerca qualche brivido in più.
- Voto CinemaSerieTV.it