Il film: Ghostbusters: Legacy, 2021. Regia: Jason Reitman. Cast: Carrie Coon, Finn Wolfhard, Mckenna Grace, Paul Rudd. Genere: Avventura, fantascienza. Durata: 125 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema.
Trama: Callie viene informata della dipartita di suo padre. Lei e i suoi figli si spostano nella casa ereditata nella piccola cittadina di Summerville. I ragazzi scopriranno che il nonno era Egon Spengler, scienziato e acchiappafantasmi e cercheranno di portare al termine il piano dell’uomo.
Nello scorso decennio il mondo dell’intrattenimento è stato rapito e tenuto segregato dall’effetto nostalgia. Una sorta di villain spietato che ha dominato il mercato giocando con i sentimenti di una generazione di spettatori cresciuti negli anni ’80. Milioni di persone arrivate all’alba dei trenta e pronte a diventare il core business delle major dell’intrattenimento. C’è chi ha saccheggiato dall’immaginario spielberghiano e della Amblin per creare una proprietà intellettuale nuova come Netflix con Stranger Things e chi si è buttato direttamente su sequel e remake dei prodotti originali. Tra i tanti titoli anni ’80 che sono stati sfruttati in questo periodo c’è ovviamente Ghostbusters. Nel giro di pochi anni abbiamo avuto un remake e un sequel diretto, di cui vi parleremo nella recensione di Ghostbusters: Legacy.
La trama – Raccogliere un’eredità
Callie ha due figli: il quindicenne Trevor e la dodicenne Phoebe. Vengono sfrattati dalla loro abitazione ma nel frattempo è venuto a mancare il padre della donna e i tre si trasferiscono nell’abitazione ereditata. Si tratta di una casa fatiscente, prossima al crollo e che si trova in una zona di campagna prossima alla cittadina di Summerville. Trevor conosce la giovane Lucky con cui inizia a frequentarsi. Phoebe invece, da sempre appassionata alla scienza, scopre dei vecchi oggetti appartenuti al nonno.
Durante un corso scolastico estivo scopre la storia dei Ghostbusters dal suo professore e conosce Podcast, un ragazzino appassionato del mondo soprannaturale con cui inizia a fare esperimenti con le apparecchiature trovate in casa. Presto scopriranno il passato del nonno e alcuni suoi segreti che sono direttamente collegati alla riapparizione dei fantasmi e all’attività sismica sempre più frequente a Summerville. Phoebe, Podcast, Trevor e Lucky si troveranno a dover raccogliere il testimone dei Ghostbusters nel tentativo di salvare il mondo.
Stranger Things presenta: Ghostbusters
L’operazione messa in piedi per Ghostbusters: Legacy – il cui titolo italiano è ancor più esplicito dell’originale “Afterlife” – sembrava chiarissima fin da subito. Mettere in piedi un film con cui creare un ricco e grande omaggio a Ghostbusters cercando però di dar vita a un ponte con cui inserire le nuove generazioni e lasciarsi quindi aperta la strada a potenziali sequel. Insomma rivitalizzare la proprietà intellettuale a disposizione per creare un vero e proprio franchise. Da qua nasce l’idea di ripartire da un gruppo di ragazzini, tanto per richiamare l’idea dei film Amblin (con I Goonies su tutti) quanto quella di un successo enorme recente come Stranger Things. Per lo stesso motivo abbiamo anche il cambio di location in una cittadina della provincia americana.
Al timone dell’operazione abbiamo Jason Reitman (figlio di Ivan, regista dell’originale) a suggellare questo concetto di eredità, sia spirituale che a livello di lignaggio, tanto nella narrazione quanto alla base produttiva del progetto. Il risultato è in effetti un film per ragazzi che assomiglia in tutto e per tutto ai riferimenti e che assomiglia a un Stranger Things presenta: Ghostbusters. Ma all’equazione aggiunge una quantità di richiami palesi e di umori nostalgici sempre più crescente man mano che passano i minuti che vanno ad elevare a mitologia l’icona degli Acchiappafantasmi. Eppure sorge un dubbio durante la visione: ma Ghostbusters era questa cosa qua?
Mitizzare i ricordi
Ghostbusters – Acchiappafantasmi esce nel 1984 e ancora oggi è considerabile come un miracolo. Un insieme dei migliori comici in circolazione, lasciati più o meno a briglia sciolta alle prese con l’horror e la fantascienza. La mitologia non è in alcun modo alla base del film. È un elemento de-costruire in maniera iconoclasta. Si crea il più potente nemico al mondo? Lo si fa diventare un marshmallow così che i protagonisti si possano far beffe di lui mentre lo sconfiggono. L’epicità lascia il posto alla scorrettezza come motore della narrazione. Ghostbusters: Legacy non è in alcun modo un film comico. È un’avventura per ragazzi rende icone gli iconoclasti e lo fa nel modo più melenso e ammiccante possibile. Soprattutto però non permette a questa avventura di camminare da sola, la interrompe per poter creare un mito dove un mito non c’era, giocando sui ricordi idealizzati degli spettatori.
Le emozioni sono concesse solo a chi guarda nel passato e non alle generazioni del presente. Nel farlo non si prende neanche la briga di inventare qualcosa a livello visivo. Tutto è mera riproposizione e in un film su degli Acchiappafantasmi ci becchiamo gli stessi tre design creati nel 1984 (allo Slimer viene in sostanza cambiata solo la colorazione e il nome in Muncher). Paradossalmente era molto più a fuoco e rispettoso dell’originale il remake del 2016, boicottato da sciami di bigotti per il cast di protagoniste femminili. E oltre a tutti questi errori Ghostbusters: Legacy è arrivato anche fuori tempo massimo, uscito nel 2021 quando ormai la mera nostalgia non era più un motore autosufficiente.
La recensione in breve
Ghostbusters: Legacy esce fuori tempo massimo nel 2021, quando ormai il filone legato all'effetto nostalgia aveva iniziato a perdere la sua spinta. È anche però un film sbagliato che cerca di creare un mito non su qualcosa di esistente ma sui ricordi idealizzati degli spettatori. Nel farlo taglia le gambe al potenziale futuro della saga, regalando emozioni solo a chi cerca nel passato.
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