Il film: Gigi la legge, 2022. Regia di Alessandro Comodin. Cast: Pier Luigi Mecchia, Ester Vergolini, Annalisa Ferrari, Tomaso Cecotto, Massimo Piazza, Mario Fontanello, Mario Pizzolitto, Ezio Massarutto, Ulisse Buosi, Rebecca Martin. Genere: drammatico. Durata: 98 minuti. Dove lo abbiamo visto: al Locarno Film Festival, in lingua originale.
Trama: Gigi è un vigile friulano, la cui vita quotidiana è relativamente priva di grandi sconvolgimenti. Un giorno, però, si ritrova a indagare su un misterioso suicidio…
Correva l’anno 2011, e il regista friulano Alessandro Comodin conquistava il pubblico – e la giuria – del Locarno Film Festival con il suo primo lungometraggio L’estate di Giacomo, che vinse il Pardo d’oro per il Concorso Cineasti del Presente. E a undici anni di distanza, dopo aver portato l’opera seconda I tempi felici verranno presto alla Semaine de la Critique a Cannes, è tornato in Ticino, questa volta nel concorso principale, e si è portato a casa il Premio speciale della giuria. Un bel trionfo per la sua opera terza, di cui parliamo nella recensione di Gigi la legge.
La trama: la legge è uguale per tutti?
Come da titolo, il protagonista della vicenda è Gigi (diminutivo di Pier Luigi), un rappresentante delle forze dell’ordine. Per l’esattezza, è un vigile che vive e lavora nella campagna friulana, una zona tranquilla dove tendenzialmente non si verificano eventi clamorosi. Poi, un giorno, il fattaccio: una ragazza si uccide gettandosi sotto un treno. E a quanto pare non è la prima volta, il che costringe Gigi a indagare su questa strana sequela di suicidi, muovendosi in un mondo che è a metà tra il reale e il fantastico…
Il cast: presenze autentiche al servizio della finzione
Come negli altri film del regista, dove persone vere interagiscono con situazioni almeno parzialmente di finzione, ciascuno interpreta il proprio ruolo, portando sullo schermo una versione della sua vera personalità. In primis lo fa Pier Luigi Mecchia, un vero vigile attorno al quale Comodin ha deciso di costruire questo suo terzo, stralunato lungometraggio, con un tale gioco di sovrapposizione tra vero e falso che, come ha dichiarato lo stesso Mecchia in occasione della presentazione locarnese del film, alcuni momenti fraintendibili agli occhi dei superiori del vigile sono rimasti in sala di montaggio, lontano dagli schermi.
Tutto fintamente vero
“Alessandro Comodin è un regista italiano che fa i suoi film dove è cresciuto, in Friuli, in campagna e in mezzo agli alberi. È lì che per ora gli piace lavorare. Ha realizzato tre lungometraggi per il cinema, ma non ha mai saputo dire se fossero documentari o finzioni.” Questa breve nota biografica che accompagna la scheda del film sul sito e nel catalogo di Locarno riassume in poche righe la poetica del cineasta, il cui approccio è simile a quello del duo Tizza Covi-Rainer Frimmel ma è ancora più libero nell’esplorare i confini tra reale e inventato (Covi e Frimmel hanno anche firmato dei documentari convenzionali, a differenza di Comodin).
Per lui il cinema è una questione personale, anche di famiglia (ne L’estate di Giacomo la protagonista femminile era sua sorella), che trasforma i luoghi che lui conosce in teatri di surreale e divertente introspezione. Un giardino può diventare una giungla, e la routine quotidiana di un vigile una tragicomica avventura che interroga il nesso tra ciò che appare e ciò che effettivamente è. Autentica illusione o illusoria realtà? Forse entrambe, in base alla legge di Gigi.
La recensione in breve
Alessandro Comodin torna a raccontare, con fare divertito e divertente, la sua regione e le persone che ci vivono, in bilico perenne tra realtà e finzione. Notevole Pier Luigi Mecchia, alias Gigi, nel ruolo di "sé stesso".
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