Il film: Harriet, 2019. Regia: Kasi Lemmons. Cast: Cynthia Erivo, Leslie Odom Jr. Genere: Drammatico. Durata: 125 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Minty Ross è una schiava che grazie alla sua grande forza di volontà riesce a ottenere la libertà. Dopo aver cambiato il suo nome in Harriet Tubman decide di dedicare la sua vita a guidare altri verso Nord.
Tra le figure più conosciute nella Storia statunitense per la lotta alla schiavitù c’è Harriet Tubman, una guida della Ferrovia Sotterranea che durante la sua “carriera” liberò più di 70 persone dal giogo dei loro aguzzini.
Un film sulla sua vita non è quindi qualcosa di inaspettato, perché questa storia ha tutti gli ingredienti per diventare un successo di pubblico. Come vedremo in questa recensione di Harriet, la regista Kasi Lemmons sceglie di dipingere la Tubman come un’eroina dalla forza – fisica, caratteriale e soprattutto spirituale – unica. Le sue avventure dal nord al sud del Paese per liberare gli schiavi di colore divengono il mezzo per intessere un racconto i cui ingredienti principali sono solidarietà e resilienza.
La trama: lottare per la libertà
Araminta “Minty” Ross (Cynthia Erivo) è una schiava che fugge dai suoi padroni per raggiungere Philadelphia. Un viaggio pieno di pericoli che la porta più volte a rischiare la vita ma che lei, grazie anche alla profonda connessione che sente Dio, riesce a portare a termine, ottenendo così la libertà. La donna però non è soddisfatta di quello che è riuscita a ottenere e desidera aiutare tutti coloro, a partire dai suoi amici e dalla sua famiglia, che sono rimasti indietro.
Insieme all’attivista William Still (Leslie Odom Jr), e con il nuovo nome di Harriet Tubman, diventa una guida della Ferrovia Sotterranea, una rete di percorsi segreti che servivano a portare gli schiavi verso gli stati liberi degli USA, dedicando la propria esistenza a salvare persone. Non sarà un’impresa semplice la sua, ma sempre più persone si uniranno alla causa, preparando il terreno per la guerra civile che cambierà la Storia degli Stati Uniti.
Cynthia Erivo è perfetta come Harriet
Cynthia Erivo è la protagonista ideale per un film di questo genere, è infatti capace di trasmettere l’incredibile forza della sua Harriet, rendendola un personaggio per cui è impossibile non empatizzare. La devozione di Harriet, a Dio e alla sua causa, trapelano dall’interpretazione di Erivo, capace di rendere evidente l’enorme rispetto che prova per il personaggio.
Se da una parte troviamo piuttosto azzeccata la scelta di non soffermarsi e indugiare troppo sulle sofferenze degli schiavi e sugli abusi che subiscono, dall’altra resta l’impressione che Harriet riesca nelle sue imprese troppo facilmente, come se davvero fosse protetta da una forza divina. Questo ricorrere di continuo all’intervento di Dio per guidarla nelle sue scelte, finisce forse per togliere un po’ di forza e spessore al suo personaggio, che più che per merito personale porta a termine straordinarie missioni sempre grazie a un aiuto “dall’alto”.
A prescindere da questo, e dal ritmo un po’ frettoloso della parte centrale della pellicola, Harriet è un film che coinvolge e trascina, raccontando con la giusta forza la vita di una donna che ha fatto davvero tantissimo per cambiare quella dei suoi contemporanei.
La recensione in breve
L'appassionante storia di Harriet Tubman, interpretata dall'intensa Cynthia Erivo. Un racconto coinvolgente ed emozionante, che non si sofferma troppo sul dolore subito dagli schiavi ma che preferisce concentrarsi su amore, solidarietà e speranza.
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Voto CinemaSerieTV.it