Il film: Hit Man, 2023. Regia: Richard Linklater. Cast: Glen Powell, Adria Arjona, Retta, Austin Amelio, Molly Bernard. Genere: Commedia. Durata: 113 minuti. Dove l’abbiamo visto: All’80 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, in anteprima stampa.
Trama: Gary Johnson, investigatore della polizia, interpreta sotto copertura il ruolo di un sicario per riuscire a rintracciare e catturare tutte quelle persone che ordinano assassinii a pagamento.
Era dall’acclamatissimo Boyhood che Richard Linklater non firmava un film così incisivo e compiuto. Il grande autore statunitense del cinema orgogliosamente low-budget e anti-major sbarca all’80° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia fuori concorso con l’inaspettato Hit Man, biopic che dai prodromi e dagli elementi tradizionali e fondanti del sotto-genere cinematografico vuole prendere le dovute distanze grazie a una scrittura dei suoi personaggi e delle situazioni brillante e particolarmente centrata. Ispirandosi (in parte) alla vera storia di Gary Johnson, l’ultima fatica scritta e diretta da Richard Linklater ha tutto il sapore di un piatto per grande schermo servito con amore, cura e sopraffino talento dietro la macchina da presa.
Nella nostra recensione di Hit Man, vi racconteremo l’incredibile (ma assolutamente vera) storia di Gary Johnson e di come il grande cineasta degli Stati Uniti gli abbia costruito attorno una sceneggiatura ferrea e di grande ispirazione, capace di enfatizzare sia i principali snodi narrativi che i suoi interpreti, su cui spicca un insospettabile Glen Powell (qui anche co-sceneggiatore e produttore) nel ruolo che forse potrebbe cambiargli definitivamente la carriera.
La trama: il professore di filosofia che voleva fare il sicario part-time
Gary Johnson (Glenm Powell) è un mite ed empatico insegnante di filosofia di liceo statunitense che per arrotondare e assecondare una delle sue passioni più grandi, lavora per la polizia come informatore camuffandosi da sicario e incastrando in questo modo tutti quei pericolosi e instabili individui che vorrebbero fare fuori parenti, amici, nemici e semplici conoscenti. Una maniera per Gary di aiutare gli agenti della sicurezza a sventare crimini delittuosi e salvare vite spesso innocenti. Il lavoro part-time che svolge Gary lo porta a vestire sempre nuovi volti e nuovi abiti, diventando poco alla volta un abilissimo maestro del travestimento. Quando però una sua “cliente” gli chiede di uccidere suo marito, un Gary sotto copertura si ritrova a provare per lei dei sentimenti contrastanti…
Ispirato in parte all’incredibile storia vera di Gary Johnson, agente della polizia sotto copertura e professore di filosofia americano venuto a mancare in Usa nel 2022, Hit Man è l’adattamento cinematografico di un articolo mensile pubblicato sulla rivista Texas Monthly dal giornalista Skip Hollandsworth; a curare lo script cinematografico a quattro mani ci ha pensato lo stesso Richard Linklater assieme a Glen Powell, che in questa pellicola si divide praticamente in tre: interprete principale, co-sceneggiatore e produttore. Il risultato finale è una delle commedia più brillanti nella pur variegata e sorprendente carriera dietro la macchina da presa per Linklater, qui alle prese forse con il suo film più compiuto dai tempi del pluripremiato Boyhood, del 2014.
L’arte di indossare la maschera giusta
Hit Man è un trionfo cinematografico che funziona alla perfezione in maniera duplice: da un lato racconto semi-biografico di un professore-falso sicario che ha dell’incredibile, dall’altro è acutissima riflessione sull’arte di fare commedia per il grande schermo, lasciando spazio al dialogo come strumento conoscitivo per comprendere a tutto tondo i personaggi e lasciare spazio agli interpreti di potervi giocare, improvvisare, trasformarsi (qui a volte anche letteralmente), sporcarsi con quella che a tutti gli effetti appare una storia troppo surreale per essere realtà cronachistica.
Il focus contenutistico di Richard Linklater difatti sta nello straordinario talento recitativo di Glen Powell, suo protagonista davanti la macchina da presa e memorabile Gary Johnson per il grande schermo. L’aitante attore statunitense, che abbiamo imparato ad apprezzare in titoli come Il diritto di contare e Top Gun: Maverick, qui regala al pubblico il ruolo star-turning che Powell aspettava da tempo, tanto che al personaggio di Johnson l’attore rimane agganciato anche in veste di sceneggiatore e produttore; una maniera per dimostrare ai futuri spettatori di Hit Man che il successo strepitoso della commedia presentata fuori concorso all’80° Mostra d’Arte Cinematografica è tanto di Linklater quanto suo. E a ragion veduta.
Hit Man è una commedia semplicemente perfetta
Un vero peccato che Hit Man non abbia calcato a conti fatti la kermesse del Concorso per il Leone d’oro a Venezia 80, perché l’ultima fatica di Richard Linklater avrebbe meritato più attenzione e rispetto. Valori ineccepibili che spesso e volentieri nella commedia, specialmente quella americana, vengono disattesi dalla considerazione mediatica e dai riconoscimenti più prestigiosi, perpetrando una falsa credenza per la quale scrivere, dirigere e interpretare uno script squisitamente comedy sia meno stimolante del fare drama. Un peccato mortale nel quale l’industria cinematografica internazionale cade ancora oggi a più riprese, e che titoli come Hit Man si prefiggono di scardinare grazie a una potenziale ottima accoglienza da parte della critica di settore e di un crescente passaparola del pubblico in sala, o in streaming.
Tutte attenzioni e coccole che Hit Man meriterebbe a mani basse, perché mirabile esempio di scrittura brillante e di recitazione divertente e divertita al contempo, che lascia spazio sufficiente ai suoi interpreti maggiori di fare propri gli sferzanti e irresistibili dialoghi che sorreggono gli eventi chiave della pellicola come fondamenta essenziali e imprescindibili. Una commedia americana semplicemente perfetta che fa luce su uno dei personaggi recenti della cronaca Usa con piglio sempre in equilibrio costante tra lungometraggio orgogliosamente sopra le righe e stratificata disamina cinematografica sull’arte sottile di saper indossare le maschere giuste. Quanto nella vita, tanto nella finzione.
La recensione in breve
Brillante, irresistibile, inaspettatamente divertente, Hit Man è forse il film più bello scritto e diretto da Richard Linklater dai tempi del suo acclamatissimo Boyhood, che calcò le sale di tutto il mondo nove anni fa. Il ritorno alla ribalta del regista e sceneggiatore americano sbarca fuori concorso all'80° Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia e strappa applausi a scena aperta.
- Voto Cinemaserietv