Il film: Holiday, 2023. Regia: Edoardo Gabbriellini. Cast: Margherita Corradi, Giorgia Frank, Alessandro Tedeschi, Alice Arcuri. Genere: Drammatico, Thriller. Durata: 102 minuti. Dove l’abbiamo visto: Alla Festa del Cinema di Roma.
Trama: Veronica, dopo un lungo processo e due anni di prigione per l’omicidio della madre e del suo amante, viene riconosciuta innocente. Ha solo vent’anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro quando gli occhi di tutti sono ancora rivolti a quel tragico evento. Attraverso i ricordi suoi e della migliore amica Giada, riavvolgeremo il nastro di una storia che più avanza, più si fa ambigua.
Oltre a essere attore, Edoardo Gabbriellini è una strana figura di regista, autore di un cinema fuori dalle righe della produzione italiana, inclassificabile e sfuggente forse anche a se stesso e infatti lontano dal cinema di finzione dal 2012, anno di uscita di Padroni di casa, commedia che vira al nero in modo imprevisto.
Alla Festa del cinema di Roma, e poi nelle sale, è stato presentato il suo nuovo film, Holiday, e in questa recensione vi racconteremo perché è un film altrettanto sfuggente e intrigante, lontano da logiche consuete, e quindi anche questo a rischio sottovalutazione.
La trama: Oltre i limiti del true crime
La protagonista del film è Veronica (interpretata da Margherita Corradi), una ragazza che a soli 18 anni è stata in carcere, accusata di aver ucciso la mamma e il suo amante, e che esce di prigione dopo che un lunghissimo processo l’ha riconosciuta innocente. Ritornare però nei luoghi della tragedia, a contatti con amici, conoscenti e un mondo che ora la conosce come “assassina” non sarà facile, specie perché di quella vicenda i lati oscuri sono moltissimi.
Scritto dallo stesso Gabbriellini con Carlo Salsa e Michele Pellegrini (e prodotto da Luca Guadagnino), Holiday è un dramma nero, che pare partire dalle scie del true crime, un genere che tra documentari, libri e podcast è uno dei più redditizi nel mescolare realtà e modelli di racconto, per poi scavare dentro i personaggi e gli ambienti in cui vivono.
La provincia inquieta
Il film quindi usa uno schema consolidato, giocato sull’ambiguità dei caratteri e la tensione strisciante dei contesti, per raccontare un dramma di costume partendo dal giallo; Gabbriellini come regista è però acuto abbastanza da non usare il genere come pretesto, anzi, nell’incedere sinistro del racconto, si ha l’impressione che sia il dramma socio-culturale a divenire lo sfondo su cui costruire il mistero e la suspense, ribaltando consuetudini e convenzioni, mostrando immagini inquiete e non comuni, lavorando sullo stile e sugli attori con un forte senso di verità che poi, la forma del film rovescia.
Per il tipo di scelte che fa, tanto nella scrittura, quanto nella regia, è facile imputare a Holiday scivoloni di varia natura, incertezze e imprecisioni, ma quello di Gabbriellini è un film che sceglie un passo, una costruzione e uno sguardo capaci di cogliere il presente (filmico, mediatico, umano) partendo dall’eredità di Chabrol. Sfuggendo a tutti, ancora una volta, e per fortuna.
La recensione in breve
Holiday è un dramma familiare e sociale che si tinge sempre più di giallo, che cambia le carte in tavola con acume e senso del contemporaneo.
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Voto CinemaSerieTV