Il film: Hypnotic, 2023. Regia: Robert Rodriguez. Cast: Ben Affleck, Alice Braga, J.D. Pardo, Hala Finley, Dayo Okeniyi, Jeff Fahey, Jackie Earle Haley, William Fichtner.
Genere: thriller, fantascienza. Durata: 94 minuti. Dove l’abbiamo visto: al Festival di Cannes, in lingua originale.
Trama: Mentre indaga sulla scomparsa della propria figlia, un poliziotto si ritrova coinvolto in un complotto legato a un misterioso criminale dotato di poteri ipnotici.
Dopo una breve parentesi su Netflix (e l’incursione seriale per Disney+ con episodi di The Mandalorian e The Book of Boba Fett), il cineasta Robert Rodriguez è tornato con un film destinato alle sale, presentato prima in versione non definitiva al festival South by Southwest (che si svolge ad Austin, in Texas, dove il lungometraggio è ambientato e dove il regista ha la propria base operativa dai tempi dell’università) e poi, dopo l’uscita cinematografica negli Stati Uniti, come evento di mezzanotte al Festival di Cannes, dove Rodriguez aveva precedentemente portato in concorso Sin City nel 2005. Un film a cui l’autore lavorava al 2002, e che difatti sa un po’ di prodotto fuori tempo massimo (ma con un certo charme un po’ rétro). Di questo parliamo nella nostra recensione di Hypnotic.
La trama: l’occhio del padre
Danny Rourke, poliziotto residente ad Austin, non si è mai del tutto ripreso dal rapimento della figlia qualche anno addietro, il che ha anche portato alla fine del suo matrimonio. Ansioso di tornare al lavoro, l’unica cosa che lo mantiene sano di mente (ipse dixit), ottiene il via libera dalla psicoterapeuta e si precipita verso una banca che, stando a una segnalazione anonima, verrà rapinata a breve. Una volta arrivato sul posto, Danny si imbatte in una fotografia che suggerisce un legame tra le recenti rapine e la scomparsa di sua figlia, e il nesso sarebbe un uomo misterioso dalle strane capacità persuasive. Con l’aiuto della chiromante Diana Cruz comincia a capire di avere a che fare con un complotto legato a una misteriosa agenzia e i suoi agenti, i quali sono dotati di poteri ipnotici che possono alterare la concezione della realtà di chiunque prendano di mira. Danny sarà in grado di orientarsi in un mondo dove nulla è ciò che sembra?
Il cast: padre e figlia
Il ruolo di Danny segna il ritorno di Ben Affleck come protagonista assoluto dopo alcune recenti partecipazioni minori a progetti suoi e di terzi, e al suo fianco nella parte di Diana c’è l’attrice brasiliana Alice Braga, già alla corte di Rodriguez (che però in quel caso era solo produttore) nel 2010 per il fantahorror Predators. Il misterioso antagonista ha le fattezze del grande caratterista William Fichtner, perfettamente viscido sotto una scorza molto elegante. Fanno brevi apparizioni anche Jackie Earle Haley, anch’essi già collaboratori di Rodriguez in altre occasioni (Haley è apparso in Alita: Battle Angel, mentre Fahey è una presenza ricorrente dai tempi di Planet Terror). Minnie, la figlia del protagonista, è la giovanissima Hala Finley, classe 2009, già diretta dal regista nel film We Can Be Heroes.
Un Inception che non ce l’ha fatta o un Paycheck che ce l’ha fatta?
Come accennato in apertura, Rodriguez lavorava alla sceneggiatura dal 2002, lo stesso anno in cui Christopher Nolan ha iniziato a scrivere Inception. Termine di paragone impietoso ma necessario poiché il regista texano, al netto delle onestissime ambizioni da B-movie a basso costo (con lui a svolgere diverse mansioni tecniche e i figli come membri della troupe), si concede alcune inquadrature che richiamano apertamente la realtà distorta del film di Nolan, un effetto che sarà anche volutamente cheap ma deraglia parzialmente l’impeto propulsivo di quello che, per certi versi, è un lungo inseguimento con ricordi da ricostruire. Un po’ come Paycheck di John Woo, che nel 2003 adattava – male – un racconto di Philip K. Dick affidando proprio a Ben Affleck il ruolo dello smemorato in fuga. Due decenni dopo, l’attore è molto più a suo agio, in mano a un regista che sa come usare gli stilemi di genere, seppure in modo davvero elementare, per consegnare un meccanismo di intrattenimento ideale per chi vuole ammazzare due orette – anzi, un’ora e mezza – un sabato sera con gli amici senza aspettarsi troppo.
La recensione in breve
Fuori tempo massimo ma in senso buono, il film di Robert Rodriguez vuole solo intrattenere e lo fa con simpatia, fatta eccezione per i pochi momenti in cui perde di vista la sua identità "di serie B".
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